Mai alzato un sopracciglio di fronte a un bambino che fa rumore sul treno? Potrebbe esserti capitato di guardare male una madre che non riusciva a tenere tranquilli i figli in sala d’aspetto. O peggio, quei genitori che osano portare i loro figli al ristorante il sabato sera! Insomma, cosa ne pensi dei bambini disobbedienti? E perché è importante parlarne? Che il dibattito può essere acceso..!
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Italia: un ristorante vieta l’ingresso ai bambini
Alcuni mesi fa, grazie ai poteri magici della serendipità, mi sono imbattuta in un articolo di un quotidiano italiano.
Un ristorante nel nord Italia aveva vietato l’accesso ai bambini. E da allora, sono stati pubblicati un sacco di commenti (perché, come sappiamo bene, Internet ci libera da ogni freno) che, per una buona parte, sostenevano questa decisione. Credo addirittura che il ristorante in questione abbia visto raddoppiare i suoi clienti.
Sono rimasta a bocca aperta davanti alle parole dure di molti (e anche davanti ai comportamenti di certi genitori, devo dire) : “Io non sopporto i bambini”; “Non ne ho voluti io, perché dovrei sopportare i figli degli altri?”; “i genitori di oggi non sono capaci di educare i loro figli”; e così via.
Alcuni hanno dichiarato che all’estero “si riconoscono subito i bambini italiani!”; che altre culture sono diverse e i genitori sanno meglio educare i loro figli.
Altri hanno risposto accusandoli di mancanza di empatia e supporto per i genitori (comunque una minoranza).
Chi ha ragione?
Una scena come tante
Sì, mi è successo di sorprendermi a confrontare i miei figli (rumorosi, pieni di vita, in movimento) con i figli degli altri, calmi e silenziosi. Già, soprattutto all’estero.
Mi sono anche sentita sollevata nel vedere altri bambini rumorosi come i miei, se non di più, italiani ma anche tedeschi, francesi..
Non è certo facendo generalizzazioni che capiremo meglio il fenomeno.
Prendiamo questo episodio. Ancora a Dresda, mi è capitato di cenare fuori con un’amica e i nostri figli rispettivi. Eravamo quindi 6, di cui cui 4 bambini tra i 3 e i 9 anni; abbiamo scelto una pizzeria abbastanza informale, e siamo arrivati presto.
Dato che abbiamo improvvisato un po’ l’uscita, non avevamo portato dietro nulla per distrarre i bambini, quindi hanno parlato con noi!
A volte hanno alzato un po’ la voce, si sono perfino alzati per andare a vedere i gelati. Un paio di volte abbiamo dovuto seguirli perché non disturbassero.
Dietro di noi, un altro tavolo di 6: 5 adulti e un bambino, credo intorno ai 6 anni.
Il bambino aveva le cuffie e un tablet, completamente isolato dal resto del mondo, mentre gli adulti parlavano tra loro. Non si è mai alzato e non l’abbiamo mai sentito.
Cosa ne pensi? Esiste una soluzione migliore dell’altra? Dovremmo entrare nei dibattiti, più o meno violenti, più o meno pieni di giudizio?
Bambini, capro espiatorio di uno scontento generale?
Per un intero periodo della mia vita, ho preso regolarmente il treno. Molte volte mi sarebbe piaciuto dormire o riposare, ma dovevo ascoltare le conversazioni telefoniche dei miei vicini.
Molte volte ho trovato i bagni in uno stato … di cui oggi non parlerò. Poi ci sono quelli che ti spingevano per passare. Quelli che non salutavano. Oppure, quelli che mangiavano facendo rumore e lasciavano tutto sporco.
C’è una mancanza di rispetto per gli altro dietro a tutto ciò; e, naturalmente, se non lo insegniamo ai nostri figli, non lo impareranno certo da soli.
Ma il nodo è qui: non possiamo vietare l’accesso ai luoghi pubblici alle persone maleducate.
D’altra parte, possiamo identificare alcune categorie di persone, come i bambini. Questa reazione è quindi dovuta al fatto che la gente non ne può più, e fa dei bambini il capro espiatorio?
Le ragioni di chi è disturbato dai bambini disobbedienti
Forse è successo anche a te. Di tornare a casa stanco, voler fare qualcosa e non potere perché tuo figlio ha iniziato a piangere / protestare / urlare / mettere disordine.
Oppure, di voler riposare sul treno o in aereo, e non poterlo fare perché un bambino vicino a te si è messo a urlare, ridere, parlare ad alta voce, muoversi..
Cosa fa sì che qualcuno perda ogni forma di tolleranza e pensi solo al proprio benessere? Le persone che hanno commentato la decisione del proprietario del ristorante hanno dato diversi motivi.
Uno ha scritto:
“Rimpiango quando ero bambino io e la gente aveva più educazione. I genitori pensavano ai bambini prima di pensare a loro stessi, i bambini dovevano stare seduti a tavola e mangiare tutto quello che avevano nel piatto.”
- Questi bambini hanno sofferto ad essere costretti a regole che non tenevano conto del loro sviluppo?
- Questi genitori hanno sofferto nel trascurare i propri bisogni, riversando la loro frustrazione sui figli?
- Questa amarezza è quindi una reazione a un’ingiustizia subita nell’infanzia?
Dietro un commento acido.. si nasconde un bisogno
Io vedo chiaramente emergere alcuni bisogni:
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il bisogno di vedere che le regole del vivere insieme civilmente siano rispettate da tutti;
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e anche il bisogno dei genitori a essere sostenuti nelle loro difficoltà quotidiane;
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infine, il bisogno dei bambini a che il loro sviluppo e le loro possibilità siano presi in considerazione
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Su grande scala, è la stessa cosa che ci capita a casa nostra!
Quando mio marito rientra a casa, si innervosisce piuttosto in fretta appena vede i bambini mettere in disordine.
D’altro canto, io mi arrabbio perché vorrei che capisse i miei sforzi a essere empatica con i bambini, a passare del tempo con loro pur lavorando.
I bambini non sono sempre in grado di concentrarsi sui loro movimenti ed evitare di versare cose sul pavimento, e reagiscono a modo loro alla stanchezza, alle sgridate di papà, alla voglia di giocare invece di mettere in ordine ecc.
Non ti succede mai? Come trovare l’equilibrio tra il rispetto delle regole e il rispetto dei bisogni di ciascuno, pur avendo spesso poco tempo ed energia?
Puoi appendere uno splendido poster che illustra come risolvere un conflitto !
Com’è un bambino felice?
Veniamo al nocciolo duro della questione. Un bambino impara costantemente.
Impara a conoscere se stesso, a conoscere i suoi limiti interni e i limiti imposti; per esprimersi e legarsi con gli altri.
Scopre il suo corpo.
Un bambino felice non è un bambino senza regole, al contrario!
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Ma è, questo sì, libero di poter esprimere i suoi bisogni e le sue emozioni, pur senza sapere ancora come farlo (e inoltre, lo sviluppo del suo cervello non gli permette ancora di controllarsi).
Un bambino che obbedisce a tutto e a tutti, è un bambino che forse ha paura, che non impara ad affermarsi e ad imporre agli altri dei limiti per proteggersi. L’obbedienza a tutti i costi evita che ci si facciano delle domande, che ci si rimetta in questione … e tutto ciò può essere pericoloso.
Un bambino felice piange, grida. A volte picchia.
Gioca tanto, balla si muove salta ride.
Un bambino che ci obbedisce continuamente, che rimane in silenzio e senza muoversi, mi sembra piuttosto un bambino sofferente, i cui bisogni sono negati.
E, non dimenticare, un bambino è felice quando lo sono anche i suoi genitori !
Da qui l’importanza di non trascurare neanche i nostri di bisogni!
I vantaggi di un bambino felice a lungo termine
Un bambino che può esprimere le sue emozioni impara a identificarle, esprimerle e a relazionarle ai suoi bisogni.
Impara a legare con le altre persone, a rispettare anche i limiti degli altri.
In sintesi : un bambino felice diventa più facilmente un adulto equilibrato e responsabile. Un adulto che è auto-disciplinato, comunica con empatia e rispetta i limiti altrui.
Non ci sarebbe bisogno di un mondo con più adulti così? Che amano la vita e operano per trasmettere il loro entusiasmo, la loro felicità, il loro amore?
Questi bambini disobbedienti.. Qual è il problema a puntar loro il dito?
Mio figlio voleva assolutamente andare al mercato con la sua biciclettina.
C’era bel tempo, un grande sole invernale. Sapevo che altrimenti avrebbe fatto storie per andare … e poi, prima o poi deve ben imparare no?
Così gli ho ricordato le regole e siamo partiti.
Per una buona metà del tragitto, non ho fatto che urlare: “Stai a destra!” (“Ma qual è la destra mamma?!”) “Non fermarti in mezzo!” e così via.
Ero stressata perché eravamo su una pista ciclabile dove normalmente le persone vanno di corsa (me inclusa quando sono senza figli).
Con mia sorpresa, invece, sono stati tutti gentili. Quanti sorrisi!
Eppure, stavamo proprio disturbando!
Ora, il problema, quando le persone ti guardano male o ti fanno commenti, è che dopo, non esci più tranquillo.
Cerchi di controllare il tuo bambino; e se da un lato è positivo che conosca le regole di sicurezza e rispetto, non è proprio il massimo se il tuo genitore rimane costantemente sulla schiena e non ti lascia provare e sperimentare.
Inoltre, inconsciamente, si crea un clima di tensione, dove ci sentiamo osservati e giudicati .. dove non possiamo lasciarci andare.
Le conseguenze del giudizio sui genitori
Una buona dose di empatia sta alla base di qualsiasi rapporto, a maggior ragione con un bambino.
È difficile restare all’ascolto dei bisogni del bambino, di accompagnarlo senza dimenticare rispetto delle regole da un lato e dolcezza dall’altro.
Il che implica un gran lavoro su di sé.
È difficile, se non impossibile, restare concentrati e in ascolto se siamo sotto tensione, se abbiamo paura del giudizio altrui. Forse penseranno che sono una cattiva madre!
Che non sono in grado di tirar su i miei figli come si deve..
Questi pensieri si insinuano in noi madri in modo particolare fin dalla nascita, e secondo carattere e situazioni ci mette più o meno sotto stress.
Ora, un po’ di empatia per il genitore: quando il bambino “disturba”, il genitore è in difficoltà!
E talvolta non se ne rende conto : vedi il caso di alcuni genitori citati nei commenti di cui sopra che non si alzano dal tavolo anche se i loro figli scorrazzano tra le gambe dei camerieri.
Non voglio difenderli, ma dico solo che al posto di giudicare, potremmo provare a dare una mano!
Le conseguenze del giudizio sui bambini
- Io vedo un primo effetto diretto :
il bambino “giudicato” si sente etichettato e o proverà a vendicarsi, o si sentirà inutile e incapace – in un caso, rabbia e frustrazione saranno rivolte all’esterno, nell’altro caso contro di sé.
- E un effetto indiretto :
I genitori che si sentono giudicati, sotto stress, faranno fatica a connettersi ai bisogni dei loro figli.
I bambini quindi saranno forse sgridati, puniti, controllati; in ogni caso, perderanno un’ottima opportunità per conoscersi e imparare ad esprimersi.
Certo, tutto ciò non ha conseguenze particolari sul singolo episodio; ma se diventa la norma, allora ci sono dei rischi : che i genitori si sentano sempre più isolati, incompresi, fino a detestare il fatto di essere genitori, o fino a “detestare la società” nelle sue varie forme.
E che i bambini crescano in adulti rancorosi, frustrati, non a proprio agio con se stessi. Certo, l’educazione dei bambini è affare dei genitori.
A loro di prendersi le loro responsabilità e di non aspettare che sia un’entità esteriore a occuparsene.
MA alla fine, fare in modo che i genitori abbiano le migliori condizioni per far crescere i loro figli al meglio, questo è affare di tutti.
Perché più adulti equilibrati e responsabili avremo, e meglio starà la nostra società.
A ciascuno le proprie responsabilità, giusto?
Bambini disobbedienti, perché disturbano ?
Io credo che ciò che ci disturba maggiormente sia la perdita di controllo e di punti di riferimento.
Viviamo in un’epoca dove tutto si accelera, dove è facile perdere il contatto con il nostro io interiore, e con gli altri.
Non ci prendiamo sempre il tempo per guardare dentro di noi capire cosa ci sta maggiormente a cuore.
Dimenticandoci, accumuliamo frustrazioni.
E poi proviamo a “riposarci” nel tempo libero mettendo al primo posto i nostri piccoli piaceri: le uscite con gli amici, una birra sul divano; il silenzio quando lo desideriamo, e il rumore e la confusione quando ci va.
Ed esplodiamo quando i bambini escono da questo quadro dove avevamo l’impressione di gestire e controllare tutto.
Perché un bambino cerca la nostra presenza attiva, con noi tutti interi, compresa la nostra parte infantile che teniamo nascosta. I bambini non cercano il controllo, vivono, portano la loro integrità rumorosa, esprimono il loro mondo imperfetto, guardano a noi per trovare i punti di riferimento.
Individuo o società ? Un eterno dibattito
Ecco, concludo il dibattito con questa domanda.
Cosa conta davvero per te?
Sei disposto a mettere il benessere della società sullo stesso piano del tuo benessere personale, o è l’individuo a prendere il sopravvento? A te la risposta.
Da parte mia, penso che la comunità sarà sempre più forte dell’individuo; che nessuno può vivere da solo, isolato dal resto del mondo.
È solo una questione di tempo.. Sapremo guardare al di là del presente, e lasciare che i nostri figli ci salvino domani?
A proposito di dispute.. ti andrebbe se ti regalassi un poster per imparare a risolverle?
Risorse e referenze
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Articoli :
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È una buona cosa che un bambino obbedisca sempre? Forse no, ci dicono..
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Opinione confermata anche da questo articolo.
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Ecco perché l’obbedienza non è una virtù
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Se vuoi approfondire il dibattito, ecco uno degli articoli sul divieto dei ristoranti.
Libri :
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Questo libro continua ad ispirarmi, e non posso che consigliarlo caldamente : “Le parole sono finestre oppure muri” di Marshall Roesenberg – lo trovi anche sul Giardino dei Libri
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Dello stesso autore, “Le tue parole possono cambiare il mondo” – per una riflessione più approfondita su come comunicare con empatia, anche quando dobbiamo esprimere il nostro disaccordo.
Grazie della tua risposta, perfettamente condivisibile. I bambini ed igenitori impegnati nel processo educativo e formativo devono ottenere la giusta considerazione ed i mezzi che facilitino il loro compito. Il rapporto ideale genitori – figli che tu raccomandi non si discosta poi molto dal mio esempio del ristorante, dove la prima famiglia immagino che abbia trovato un giusto equilibrio senza frustrazioni. Ma… quando porti i bambini al ristorante, un pò di piacevole ansia resta! (E’ bello portarli fuori, ma si comporteranno bene? .. 😉 )
Ciao e buon lavoro!!
Provo a riassumere: I bambini hanno bisogno di regole, ed è quindi bene dargliele.
Come dargliele? distrattamente? ogni tanto? o martellandoli continuamente e infine castigandoli? Perchè se è bene che il bambino disobbedisca, non può neppure avere l’impressione che se disobbedisce non succede nulla, tanto meno che senta che anche i genitori mollano il controllo. Allora, i genitori devono stare sempre sotto stress!
Al ristorante (ma ovunque in pubblico): due tavoli, uno ospita un gruppo di adulti e bambini; gli adulti chiacchierano e ridono, i bambini giocano al tavolo o colorano fogli, ogni tanto si alzano per scambiarsi i giochi, ogni tanto un genitore si alza a riprendere il figlio; al secondo tavolo siede un altro gruppo dove gli adulti urlano e schiamazzano ed i bambini corrono di qua e di là senza alcuno che li riprenda (evitiamo di affibbiare una nazionalità ai due gruppi). Il primo sarà forse con genitori un pò più tesi e bambini un pò più contenuti, ma quale dei due contribuirà ad una società migliore?
Ciao Beppe, e grazie per l’interessante appunto. Provo a rispondere con quello che ho imparato dalla mia esperienza (e che quindi non do come scienza assoluta). Confermo che i bambini abbiano bisogno delle regole, di sapere fino a dove possono spingersi ; serve a far conoscere loro se stessi e il mondo in sicurezza. Le due famiglie che tu descrivi mi sembrano appartenere a due opposti : da un lato, lo stile permissivo (dove diciamo il bambino è “dominante”, e i genitori “sottomessi”; e dall’altro lato, lo stile autoritario ‘il genitore è dominante e il bambino è sottomesso). Io penso che la soluzione ottimale sia nel mezzo, dove i bisogni di entrambi siano presi in conto. Il castigo, le minacce e le urla come metodo educativo ricorrente hanno come effetto quello di far perdere la fiducia in se stessi, di generare rabbia e voglia di vendicarsi, di nascondere le cose al genitore, o comunque di aver bisogno di un’entità esterna che dia le regole, anziché saperle interiorizzare. Meglio, secondo me, dare conseguenze chiare e dirette – sanzionando il comportamento e non il bambino. Mi spiego. Riprendiamo l’esempio del ristorante. Prima di andare, si chiede ai bambini “come ci si comporta?” (Tralascio il fatto che, per rispettare i bisogni di tutti, sarebbe meglio andare sul presto, scegliere un ristorante informale che abbia lo spazio adeguato, portare libri e disegni, eccetera.. e già togliamo una buona fetta di stress). Poniamo che il bambino abbia la possibilità di alzarsi, ma solo se non corre e non si allontana andando a disturbare altri tavoli. Possiamo decidere in partenza una conseguenza che metteremo in pratica se il bambino non rispetta la regola – ad esempio, che perderà il suo diritto ad alzarsi e dovrà stare seduto tutta la sera; il bambino proverà, la prima volta, a infrangere la regola ma se i genitori sono fermi nel rispettare la conseguenza, quasi certamente la seconda volta andrà liscia (e tra l’altro, una volta che regola e conseguenza sono stabilite dal principio, non c’è neanche bisogno di arrabbiarsi o stressarsi, ma solo di mettere in pratica quanto pattuito). e così via. Si tratta di un processo, e non di un singolo episodio. La conseguenza data in questo modo non diventa quindi una critica al bambino, ma gli segnala solo che il suo comportamento non era appropriato. Dire “hai scelto di non rispettare la regola stasera” è ben diverso dall’urlare “sei proprio un bambino monello! Cosa devo fare con te!!” per intenderci. Il sostegno esterno ai genitori, quello della società per intenderci, è dato quando non si generalizza facendo di ogni erba un fascio (i genitori non sanno più educare; o non c’è più rispetto per le famiglie), ma quando si riesce a intervenire caso per caso. Ci sono tanti bambini e tanti genitori che fanno del loro meglio e che meriterebbero forse più sorrisi e più commenti positivi (per non parlare di fasciatoi in bagno, servizio rapido per i piccoli e cose così) per aiutarli a farli sentire quanto meno compresi, visto che svolgono un compito utile a tutti; e tanti altri cui si potrebbe far notare che mancano di rispetto – non mi pare giusto togliere il sostegno ai primi per “colpa” dei secondi. Ho risposto? Cosa ne pensi?