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Bassa autostima? L’errore da non fare per non trasmetterla ai tuoi figli

Hai un problema di autostima? E magari vorresti tirar su dei figli con un’ottima fiducia in se stessi. Perché, soprattutto se abbiamo sofferto per la nostra bassa autostima e le continue autocritiche, vorremmo poter interrompere questo ciclo negativo; far crescere i nostri figli forti e sicuri di sé. Ho una buona notizia : migliorare la propria autostima si può! La cattiva, è che ci vorrà un po’ di tempo e di energia. Ma la posta in gioco è alta : l’autostima dei tuoi figli…

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Io non ho fatto niente! quel latte c’era già…

Non ne faccio mai una giusta..

Io e mia figlia abbiamo la spiacevole tendenza a distrarci facilmente e, di conseguenza, a far cadere le cose. Vogliamo chiamarla sbadataggine? Ma ho fatto apposta a non dire che “siamo maldestre”, e ora capirai perché.

Hai presente quelle giornate in cui tutto inizia di corsa? Fai fatica a svegliarti, quindi poi sei in ritardo; ti eri dimenticato del super mega appuntamento importantissimo; hai sbagliato il programma della lavatrice e ora non sai cosa metterti, e i bambini annusano il tuo nervosismo malcelato come un segugio che trova i tartufi..

E proprio quando tutto sembra ritornare sui binari, tua figlia rovescia un’intera tazza di latte per terra. E pochi minuti dopo, inciampa nel vasino di suo fratello (non c’è bisogno di scriverlo che era pieno vero?).

Cosa fai?

La chiave di tutto questo discorso sta qui. Nella tua reazione davanti ai “pasticci” dei tuoi figli.

Perché, che cos’è l’autostima?

  • Sentirsi bene con se stessi.

  • Sentirsi accettati e amati.

  • Essere orgogliosi di quello che si fa – e quindi scegliere di compiere azioni che ci corrispondano, che siano in linea con ciò che è importante per noi.

  • Credere in se stessi, appoggiandoci su tutti i nostri piccoli (e magari pure grandi) successi.

Le origini dell’autostima

L’autostima è quello che noi vediamo di noi stessi, come ci definiamo, quello che crediamo di noi. Questa impalcatura si costruisce, indovina un po’?, nella nostra infanzia. Poi la lavoriamo per tutta la vita.

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Diventerò così io?

Ma restiamo per un attimo alla fase iniziale. Sono soprattutto gli adulti nella nostra infanzia che hanno influito alla costruzione di questa immagine.

Nonostante il loro amore incondizionato, alcune loro reazioni ai nostri successi o ai nostri sbagli possono aver minato la nostra autostima.

Insomma, quello che fa la differenza è come questo messaggio di amore viene trasmesso nella vita quotidiana.

Sei stato incoraggiato e lodato quando facevi qualcosa di buono? E quando sbagliavi?

Il problema del binomio:

Successo = lode; Errore o fallimento = rimprovero / punizione

è che ci abituiamo a identificarci con il risultato delle nostre azioni.

Proviamo vergogna se sbagliamo, e quindi spesso per paura non ci proviamo neppure. E poi, ci sentiamo di meritare lodi e dimostrazioni di affetto solo se e quando facciamo qualcosa di buono.

Infine, ci abituiamo a darci delle etichette, a dirci “sono proprio un fallimento“; “sono un buon a nulla“.. A partire da un singolo episodio, ci giudichiamo negativamente attribuendoci una caratteristica come se fosse predeterminata, immutabile e intrinseca.

La visione dell’errore

Il pensiero di fondo è come consideriamo l’errore : se come un’opportunità per imparare qualcosa o come una dimostrazione del fatto che c’è qualcosa che non va in noi, che siamo sbagliati.

Forse è un filo riduttivo spiegarlo così, ma se ci sentiamo dire ogni volta che inciampiamo o rovesciamo qualcosa “Mamma come sei maldestro!”, ci convinciamo di esserlo.

E poiché per natura il nostro cervello è portato a cercare di dimostrare quello in cui crediamo, be’.. continueremo a inciampare, per poi dirci “è vero, sono proprio maldestro“.

Cosa vuol dire avere una bassa autostima?

  1. Hai sempre bisogno di rassicurazioni esterne sulle tue capacità;
  2. Ti senti costantemente minacciato nel tuo bisogno di amore e accettazione;
  3. Cerchi l’approvazione altrui;
  4. Fai fatica a dire di no, a mettere i paletti dove vorresti;
  5. Fai costante prova di autocritica;
  6. Hai difficoltà ad individuare i tuoi bisogni.

Tutto ciò ha un’influenza concreta sulle tue scelte e sulle tue azioni quotidiane:

Per esempio, magari sceglierai un lavoro o i tuoi studi sulla base non di quello che vuoi tu o che è importante per te; ti dirigerai verso quello che ti farà sentire più accettato all’interno del tuo gruppo (familiare o di amici o della società nel suo insieme).

Oppure, eviterai di fare certe cose per paura di sbagliare e di essere giudicato.

Poi c’è l’autocritica.  Che ci porta da un lato a essere critici anche verso gli altri, e dall’altro ad aver bisogno delle buone parole altrui (visto che noi non ce le diciamo).

E quando, inevitabilmente, queste non arrivano, ce la prendiamo con  noi stessi, in un’auto-dimostrazione della nostra pochezza.

Il circolo vizioso della bassa autostima

Mettiamo il caso che tu sia cresciuto in un ambiente che enfatizzava il risultato.

  1. Cresci con bassa autostima, abbiamo visto perché

  2. Senti ancora più forte l’esigenza di crescere dei figli diversi da te, che non abbiano il tuo stesso problema

  3. Ogni volta che il tuo bimbo fa un qualcosa che non dovrebbe, magari in pubblico, si genera un enorme conflitto interiore. Soprattutto se hai interiorizzato “cattivo comportamento di mio figlio = sono un cattivo genitore”; e se ricerchi l’approvazione altrui.

  4. Difficile vedere in queste circostanze il cattivo comportamento come una fantastica opportunità di apprendimento!

  5. E il ciclo continua?

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E adesso chi glielo dice alla mamma?

Piccoli esercizi e riflessioni per invertire la tendenza

1. Le parole contano

Torniamo al latte rovesciato. (Poiché capita spesso in casa mia!)

Ricordi cosa dicevamo in altre occasioni sul fatto che non puoi prenderti cura degli altri, se prima non ti prendi cura di te stesso?

Ecco, questo si riflette tantissimo nelle parole che usi. Se nella tua testa passi la giornata a dirti inconsciamente che sei un imbranato, ti sarà difficile cambiare questo vocabolario automatico quando sei sotto stress!

Prova a pensare all’ultima volta che hai commesso un errore sul lavoro. Come ha reagito il tuo capo? E come ti ha fatto sentire?

È molto probabile che se ti ha sostenuto nonostante l’errore, tu ti sia sentito più motivato a fare meglio; e viceversa, se si è lanciato in una tiritera sulla tua incapacità, che tu abbia avuto voglia di dare le dimissioni immediatamente.

Ecco, per il nostro dialogo interiore, e con il modo in cui parliamo ai nostri bambini, è un po’ la stessa cosa.

Questo poster ti ricorderà l’importanza di .. respirare prima di agire!

Un piccolo esercizio: immaginati di invitare a pranzo un tuo caro amico, e che questi faccia cadere a terra il piatto pieno di spaghetti al sugo (puoi perfino immaginarti il piatto del servizio bello della tua nonna.) Cosa gli diresti?

Scrivilo. Prendi un bel foglio, e scrivi tutto ciò che diresti al tuo migliore amico.

Poi, quando fai qualcosa di sbagliato tu, riprendi il foglio. Il discorso nella tua testa è lo stesso? O forse con te sei un filo più duro?

2. Le persone intorno a te

Non hai mai notato consciamente che certe persone ci fanno sentire bene, pieni di energia, e altre invece ci tolgono energia, ci mortificano?

Se non ci hai mai pensato, vale la pena fare l’esercizio, cercando di capire cosa sia che ti fa stare bene o male.

E se una determinata persona ti butta sistematicamente giù, cerca di evitarla se puoi. Insomma, se è vero che siamo la media delle 5 persona che vediamo più di frequente, circondati il più possibile dalle persone giuste!

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3. L’importanza delle piccole cose

Se pensi alla definizione di autostima, ti ricorderai di due elementi importanti: essere orgoglioso di quello che fai, e credere in te stesso.

Quand’è che siamo orgogliosi di noi e impariamo a credere in noi stessi?

Per esempio, quando riusciamo a fare qualcosa. Quando superiamo un ostacolo. Oppure impariamo una cosa nuova.

L’inconveniente è che quando abbiamo poca autostima o siamo super autocritici con noi stessi, tendiamo a non lanciarci in nuove sfide (l’ho già detto che inneschiamo un circolo vizioso?)

La chiave, secondo me, è cambiare la scala. Come quando vogliamo darci una nuova abitudine : difficile perdere peso se iniziamo improvvisamente a eliminare TUTTO quello che ci piace. Bisogna andare gradualmente.

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Eppure ero sicuro che le misure si prendessero proprio così..

4. Piccoli Obiettivi

Se nostro figlio ha la media del 4, anziché minacciarlo perché finisca l’anno con l’8 possiamo incoraggiarlo a prendere 5 al compito successivo..

Così, se ci riesce, si sentirà fiero e motivato a continuare.

Non dimenticherò mai l’esempio portato da Luca Mazzucchelli in uno dei suoi video. Se hai paura del giudizio altrui, diceva, allenati. Vai al bar, e quando è bello pieno di gente, rovescia apposta il caffè. Attacca bottone con gli sconosciuti. Allenati, un passo alla volta.

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5. Piccole nuove cose da imparare

Se hai paura quando si tratta di provare qualcosa di nuovo, inizia mettendoti in una situazione protetta, quando nessuno ti vede, e poi aumenta piano piano la difficoltà.

Se vuoi imparare l’inglese, prima di seguire un dibattito politico in lingua originale senza sottotitoli puoi provare a guardare la puntata di Peppa Pig che conosci a memoria. (Io guarderei “Il compleanno di George”..)

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6. Piccole nuove abitudini 

La visione positiva di sé passa attraverso tante piccole cose. Nel mettere un po’ più di cura in come ti pettini e ti vesti (metti la sveglia 5 minuti prima per dedicarti a questo!).

A parlare di te – e degli altri- in modo fattuale, non giudicante.

Magari, a prenderti 10 minuti prima di dormire per scrivere 3 cose di cui sei stato contento nella tua giornata.. Perché una nuova immagine di te si costruisce nel tempo, un po’ alla volta; proprio come l’impalcatura si è formata episodio dopo episodio, una tazza di latte rovesciata dopo l’altra.

Per aumentare la propria autostima e quella dei figli, ama l’imperfezione

Mi stupisce sempre vedere come, pur sapendo che niente è perfetto a questo mondo, ci auto-flagelliamo quando non mostriamo una luccicante perfezione.

Eppure, il tuo bimbo appena nato non era perfetto ai tuoi occhi? Perfettamente imperfetto.

Non sei, tu, il genitore perfetto per tuo figlio? Perfettamente imperfetto.

Ricordatene più spesso.. Perché tutto è perfettibile, ma nulla è perfetto.

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Hai detto “perfetto”?

Gli errori, gli sbagli, i fallimenti, per quanto dolorosi, altro non sono che un’occasione per imparare a fare meglio.

Quando mia figlia, a 5 anni, si è messa a piangere dicendo tra le lacrime “Rovescio sempre tutto!” ho capito.

Non voglio che sia quella l’immagine che le rimando. Ma che si dica, a ogni volta: “La prossima volta farò meglio.” (E nel frattempo che impari a pulire..)

Potrebbe interessarti anche: attenzione ai complimenti! Non sempre aumentano l’autostima dei bambini 

Risorse e referenze

Condivido alcuni articoli che ho preso come riferimento, e letture utili come sempre! I link ad Amazon e al giardino del sole in questa pagina sono link di affiliazione. (Significa che se per caso, dopo aver cliccato, tu dovessi effettuar un acquisto, io riceverei una piccola commissione, senza sovrapprezzo per te.)

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Articoli :

Libri :

  • Il fattore 1% di Luca Mazzucchelli, ovvero: come cambiare attraverso le nostre abitudini. Libro davvero piacevole e istruttivo, secondo me utile per chiunque! Ma in modo particolare se decidi seriamente di cambiare il modo in cui ti approcci a te stesso, perché è un lavoro profondo che ti richiede di cambiare più di un’abitudine.

  • Lezioni di Austostima di Raffaele Morelli : consigli e riflessioni pratiche per imparare a volersi bene
  • Il linguaggio segreto dei bambini di Debora Conti e PNL con i Bambini affrontano anche l’argomento di come parlare ai nostri figli: come far passare certi messaggi senza che questi vengano travisati?

  • La disciplina positiva è un approccio pedagogico completo, ma che si pone l’obiettivo di far crescere bambini consapevoli nel pieno rispetto dell’adulto come del bambino. Per lavorare in parallelo su di sé e sul nostro stile educativo.

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