Un sospiro. Non ci sentiamo all’altezza, non siamo abbastanza. Cosa ci porta dall’essere “giovani di buone speranze” a genitori talvolta spesso sfiduciati? In che modo il mito ancora presente della mamma perfetta può farci del male sul lungo periodo? 4 attitudini cui fare attenzione per non spegnere la fiamma che ci rende vivi, sereni e perfettamente imperfetti. Anche se genitori indaffarati.
Table of Contents
C’era una volta.. Il mito della mamma perfetta oggi.
C’era una volta una donna positiva e solare di nome Gloria. Gloria correva dappertutto, curiosa ed entusiasta. Era apprezzata da tutti, perché le piaceva ascoltare e dare un mano.
Un bel giorno, Gloria diede alla luce una bellissima bimba. Era tanto orgogliosa mentre la teneva tra le braccia..
Ma i giorni passarono, e la bimba piangeva. Più volte al giorno. Gloria cercava di capire, ma non capiva; “ma perché non fa così?” dicevano gli uni; “ma perché non fai cosà”, dicevano gli altri.
Gloria continuava a non capire, e a non dormire. Finché non si installò in lei l’idea che fosse normale così.
Faticava a stare dietro alle faccende di casa, alla bimba e al lavoro; “Sono negata”, sentiva di giustificarsi.
Si estasiava nel vedere il visino della sua bimba illuminarsi quando la portava sulle giostre, o le faceva un regalo. La gratificava di tutto, si diceva.
“Hanno aperto finalmente la posizione che desideravi tanto! Mandami il CV che lo faccio avere!” le disse un giorno la sua amica.
“Iscriviamoci insieme al corso di danza a gennaio!” le propose un’altra amica.
“Bisogna essere ragionevoli ragazze. Sono una mamma adesso, non si può. Non ho tempo, non me lo posso permettere. Va bene così.”
Le capitava, a volte, di fermarsi a osservare dei dettagli assurdi. Un compagno di sua figlia aveva tutte le etichette dei vestiti ricamate a mano. Un altro le merende fatte in casa ogni giorno, dentro bellissime scatole colorate. “Tu non sei così brava”.
Per carità, Gloria continuava a correre dappertutto sorridente. Ma c’era una luce in meno nei suoi occhi. “Quando arriva il vissero per sempre felici e contenti?”
Il mito della mamma perfetta si incrina
La storia di Gloria è un po’ la storia di tanti. Non possiamo smettere di correre, perché se ci fermiamo, ci rendiamo improvvisamente conto che c’è una disillusione in noi, che la luce si è spenta. E questo, non lo vogliamo sentire.
Ma è davvero un finale inevitabile? Poiché continuo a credere al lieto fine, chiedo: cosa può fare diversamente Gloria per invertire la rotta e tornare a ritrovare il piacere nel suo quotidiano?
Forse le basterebbe smettere di credere a questi 4 falsi miti.
Mito #1: La mamma perfetta mette al primo posto la famiglia
Le decisioni relative a come investire il proprio tempo e il proprio denaro sono personalissime e dipendono da tanti fattori, lungi da me entrare nel merito.
I nodi arrivano, però, quando mettiamo sistematicamente un veto a quanto ci appassiona, nutre intellettualmente o spiritualmente, ci fa stare bene, per la convinzione nascosta che non ce lo meritiamo.
Dedicare tempo e attenzioni al nostro benessere ci fa sentire in colpa. Magari perché implica lasciare i bambini al compagno o ai nonni o un altro adulto; cambiare i piani e quindi un po’ di riorganizzazione.
Non ci diciamo esplicitamente “Non me lo merito”; nascondiamo però la convinzione dietro altre frasi subdole. “Non posso”; o “Non c’è tempo”; “Non è importante”.
Attenzione, non sto dicendo che sarebbe giusto mettere il nostro stipendio in vestiti firmati perché ci fa piacere. Dico che abbiamo bisogno tutti di prenderci cura di noi e di quella fiamma, quelle piccole o grandi passioni che ci rendono vivi. E che dedicarci tempo ed eventualmente denaro non è una colpa o un lusso immeritato, ma un gesto di amor proprio che va anche a beneficio della famiglia.
Perché quando ci sentiamo vivi e vivaci, entusiasti, tutto sommato è contagioso – è più piacevole stare intorno a qualcuno di solare che costantemente a pezzi. Senza contare che queste attenzioni ci ridanno un’energia niente affatto scontata per occuparci meglio del resto della famiglia. Ne vale la pena.
Potrebbe interessarti anche: 8 Segreti per far felici i bambini (e le persone intorno a noi)
Mito #2: La mamma perfetta non ha tempo
Siamo tentate da qualcosa che solletica la nostra curiosità. Sentiamo accendersi delle vibrazioni che assomigliano all’entusiasmo. Ma la novità, l’impegno, fanno anche paura. Scatta la risposta pronta: “Non ho tempo”.
Quando qualcuno mi ha detto per la prima volta che “Non ho tempo” era una scusa, avevo due figli al di sotto dei 4 anni e un lavoro a tempo pieno. Son scattata su come una furia.
“Ho a malapena il tempo per farmi la doccia!”
Allora ti faccio le due considerazioni che sono state fatte a me.
- C’è una stagione per ogni cosa.
- È una questione di scelte e priorità.
Quando abbiamo un neonato in casa, effettivamente i suoi bisogni prendono il sopravvento sul resto. In quella stagione, la priorità diventa assicurare il benessere per mamma e piccolino.
In altre stagioni della vita, le priorità evolvono, e anche le scelte legate a come occupare il nostro tempo.
Il punto è che nel dire “Non ho tempo” ci sentiamo vittime degli eventi. Subiamo inesorabilmente lo scorrere delle ore.
Diverso, invece, il decidere consapevolmente quali attività mantenere e quali ridurre o eliminare, in base a ciò che è più importante per noi in quel preciso momento.
Dire: “Scelgo di non fare questo corso, anche se mi attira, perché in questo momento sento che è più importante riposarmi e occuparmi dei miei figli” evoca emozioni diverse rispetto a: “Non è possibile, devo fare troppe cose per star dietro a tutto già così.”
Nel primo caso, potrebbe arrivare un giorno in cui dire: “Se mi faccio aiutare per fare la spesa e andare a prendere i bambini a scuola il mercoledì, potrei dedicare due ore a settimana al corso cui tengo”; nel secondo caso, difficilmente.
Potrebbe interessarti anche: Buoni propositi? Perché pianificare il tuo anno farà di te un genitore più presente
Mito #3: Fare la mamma e sistemare la casa, lo sanno fare tutti
Immagina di arrivare al tuo primo giorno di lavoro, e che nessuno ti spieghi cosa devi fare, né come.
Vedi gli altri indaffarati, e ti convinci che debba essere facile. Siccome non sai che pesci pigliare, e ciascuno segue un metodo differente, ti butti e ti affidi all’istinto.
Quante probabilità hai di riuscire?
Se questa situazione ci sembra assurda sul mondo del lavoro, i punti di vista si ribaltano quando si tratta di occuparsi delle faccende domestiche e dei bambini.
Nasce un figlio, e si dà più o meno per scontato che l’istinto farà il resto. Che se tu non riesci a tenere limpida la casa, educati i figli mentre prosegui col lavoro, vuol dire che “non sei portata”. Ma chi ce lo ha mai insegnato?
In qualsiasi altro contento, ci pare normale seguire una qualche forma di apprendistato.
Quando si viveva in grandi famiglie, tutti insieme in comunità, l’apprendimento si faceva osservando gli altri. Adesso però le opportunità di imparare imitando sono molto ridotte.. eppure ci sentiamo “sbagliate” quando non capiamo, quando non riusciamo a trovare l’organizzazione che serve a star dietro a tutto.
Spesso a scapito della nostra autostima..
Potrebbe interessarti anche: Top 6 capacità acquisite da quando sei genitore (e di cui ricordarsi nei momenti difficili)
Mito #4: Sono tutti più bravi di me..
Fare i genitori nell’era dei social ci espone a un confronto continuo e costante. C’è la mamma filiforme a poche ore dal parto; c’è chi sa fare dei lavoretti creativi coi bambini che sembrano comprati in negozio; chi organizza e categorizza i calzini per sfumatura di colore, che il suo armadio sembra un dipinto..
Ed è bellissimo poter entrare in contatto con tutte queste persone e imparare da loro.
Il problema è che spesso, invece, la connessione onnipresente ci porta lontano da noi. Siamo distratti; ci dimentichiamo in cosa siamo bravi noi. Ci sentiamo costantemente meno capaci, non abbastanza.
Un altro leggero alito di vento che, se non facciamo attenzione, rischia alla lunga di spegnere la nostra bella fiamma..
Dov’è allora il lieto fine?
Ci sono tre frasi di Dale Carnegie che vorrei citare per rispondere a questa domanda.
” Una delle cose più tragiche che conosco a riguardo della natura umana è che tutti noi tendiamo a mettere da parte la vita. Stiamo tutti sognando il magico giardino di rose oltre l’orizzonte, invece di goderci le rose che stanno fiorendo fuori dalle nostre finestre oggi.”
“Due uomini guardano attraverso le sbarre di una cella: uno vede il fango, l’altro una stella.”
“Ricorda che la felicità non dipende da chi sei o da ciò che hai. Dipende solamente da cosa pensi”.
È vero che abbiamo delle vite frenetiche, che viviamo in una società complicata in cui dobbiamo fare i giocolieri tra gli impegni di tutti.
A maggior ragione, ascoltiamo i nostri pensieri. Perché cambiarli potrebbe fare la differenza tra un genitore sereno e uno insoddisfatto.
Potrebbe interessarti anche: Cosa mi blocca? Luce sulle convinzioni che ci limitano
Fonti, riferimenti, approfondimenti
Ecco un elenco di siti, libri e articoli consigliati o da cui mi sono ispirata!
Nota : i link verso Amazon.it o www.ilgiardinodeilibri.it sono affiliati: significa che se clicchi e decidi di effettuare un acquisto, io percepisco una piccola commissione senza costi aggiuntivi per te.
-
Bella la riflessione della psicologa Laura Pigozzi sulla mamma che non sa di essere madre in questo articolo
-
Leggendo le recensioni di “La famiglia imperfetta. Come trasformare ansie e problemi in sfide appassionanti” non ho potuto fare a meno di sentire la lampadina che si accendeva e sorridere. Sarà il prossimo libro sul comodino?