Potremmo pensare che sia un di più, qualcosa di superfluo. L’erba al parco, gli alberi lungo i viali, le piantine sul balcone.. non basta, in fondo, una gita in campagna ogni tanto? Perché, in fondo, è importante, se non primordiale, che i bambini continuino ad avere un contatto con la natura? E come possiamo fare ad assicurarlo nonostante le nostre vite impegnate? Ce ne parla Paola, carissima lettrice del blog, scopritrice di cose, mamma Montessori imperfetta e creatrice low cost.
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Bambini e natura, una storia d’amore?
L’altro giorno stavo seguendo un Congresso online su temi montessoriani. È una cosa molto bella che ultimamente va di moda soprattutto all’estero e che si compone di una serie di conferenze online liberamente consultabili per un tempo limitato.
Una di queste era tenuta da un’insegnante altoatesina, e parlava di bambini e natura.
Con la massima disinvoltura questa maestra ha spiegato che nella sua scuola le porte non sono mai chiuse e i bambini scelgono liberamente se stare fuori o dentro in qualsiasi momento della giornata e dell’anno. Anche in pieno inverno, anche se fuori c’è la neve o se piove.
Eccetto alcuni momenti in cui le temperature sono troppo rigide o ci sono tempeste o simili, in questa scuola non c’è confine tra dentro e fuori.
E i bambini quando piove preferiscono stare fuori.
E indovinate quando stanno per lo più dentro? Quando c’è il sole.
Questo mi ha dato molto da pensare.
Appartengo ad una delle ultime generazioni cresciute alla “vecchia maniera”: cellulare era qualcosa che c’entrava con la polizia (che forse possedeva già qualche rudimentale pc) e i pomeriggi erano tutti liberi eccetto l’odiata ora di ginnastica al giovedì.
Le ore passate all’aperto non si contavano, come le sbucciature, le punture di tutti gli insetti disponibili e lo sporco fino a dentro le orecchie. Se ci ripenso, mi sembra ancora più strano come ciò che per noi era semplice e spontaneo sia ora frutto di acrobazie organizzative.
Sono sicura che saremmo tutti d’accordo sull’importanza di stare a contatto con la natura, soprattutto per i bambini.
Eppure un grande problema dei giorni nostri è il tempo sempre più esiguo che i nostri figli passano all’aperto, in favore di attività al chiuso e di schermi.
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Gli 8 principali ostacoli moderni al contatto dei bambini con la natura
Cosa ci frena allora dal passare ore a saltare nelle pozzanghere o a raccogliere conchiglie assieme ai bambini?
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Impegni oggettivi. Quando passiamo 8 ore a lavoro è difficile ritagliare del tempo per uscire con i bambini… e le persone che si occupano di loro potrebbero non poterlo fare.
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Pigrizia, stanchezza, stress. Siamo immersi in giornate frenetiche e spesso sogniamo solo 10 minuti di pace sul divano.
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Convinzione che una buona attività sportiva strutturata sia sostitutiva del gioco all’aperto (o anche migliore). Lo mando già a nuoto, ginnastica e rugby a che serve che corra ancora?
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Pressione sociale e consigli non richiesti. La vicina di casa che ti guarda e ti dice: “Ma lo porti fuori con questo tempaccio?” La nonna che protesta: “Certo che ha la tosse, finché lo fai uscire con questo freddo!” Lo sconosciuto che commenta: “Signora ma non vede che così si fa male?”
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Eccesso di aspettative, e relativo senso di sopraffazione. Se non voglio che si annoi devo portarlo in qualche posto sempre diverso/originale/dove si vedano piante carnivore, belve in azione o animali polari… Non ce la posso fare!
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Scarsa fiducia nel bambino. L’annoso problema del figlio che non vuole camminare, che si stanca subito, o che in qualche modo non è in grado (è troppo distante, ci sono le salite, il terreno è irregolare… )
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Poca pratica nella gestione del meteo. Ci aspettiamo di uscire solo se il clima è perfetto (cioè quasi mai) e ci scoraggiamo di fronte a vento, pioggia, freddo o caldo, scordandoci che, come diceva il fondatore degli scout, non esiste il buono e cattivo tempo ma solo il buono e cattivo equipaggiamento!
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Paura dei potenziali rischi di un ambiente sconosciuto o non controllato. Ci assale il timore che i bambini si facciano male, di non riuscire a vedere quello che stanno facendo… e se toccano qualcosa di pericoloso?
Ma perché è importante il contatto con la natura per lo sviluppo dei bambini?
Numerosissimi studi si sono occupati del cosiddetto “nature-deficit disorder”, ovvero il disagio che nasce dalla perdita di legame con gli elementi naturali, dimostrando che il contatto diretto con la natura è essenziale per garantire un equilibrio psicofisico e spirituale nei bambini, ed è una potente terapia contro depressione, obesità, deficit attentivi e iperattività.
Stare nella natura migliora fortemente i risultati scolastici dei bambini e sviluppa competenze come il pensiero critico, capacità decisionali, creatività… e la famosa attitudine al problem solving che ognuno di noi ha almeno una volta valutato di inserire nel suo curriculum.
Negli ultimi anni inoltre è stato più volte confermato che il giocare in un ambiente naturale riduce lo stress, la rabbia e la tristezza, ed incrementa l’autostima e le relazioni sociali positive, migliorando il benessere globale del bambino (fisico, mentale ed emotivo) e favorendone lo sviluppo armonico.
Sì insomma, i benefici sono tanti, importanti e tangibili. Ecco alcuni esempi.
I 3 grandi vantaggi inaspettati del contatto con la natura
1. Il contatto con la natura migliora il benessere psicofisico dei bambini (in un modo che nessun videogioco finora..)
Come mai? grazie alla possibilità di:
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respirare aria costantemente rinfrescata e ossigenata, con conseguente migliore ossigenazione del corpo;
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ricevere la luce solare stimolando il metabolismo, l’efficienza fisica e mentale e lo sviluppo della vitamina D;
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allungare lo sguardo oltre i 2 o 3 metri di una stanza, consentendo agli occhi, fisiologicamente progettati per guardare lontano, di rilassarsi;
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correre, attività dai noti benefici fisici ma che fornisce anche la possibilità di scaricare lo stress e la rabbia e rilassarsi psicologicamente;
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effettuare movimenti che al chiuso spesso sono impossibili (arrampicarsi, saltare ecc) e che migliorano lo sviluppo fisico, l’armonia corporea e la percezione stessa del proprio corpo;
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allenarsi al silenzio e all’ascolto, favorendo lo sviluppo del pensiero “vagante”, il senso di pace, la mindfulness (sì, anche nei bambini!)
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esercitare lo spirito di osservazione, da vicino (animaletti, germogli, sassi…) e da lontano (uccelli che volano, nuvole, montagne…) favorendo una migliore capacità di distinzione degli oggetti, lo sviluppo del senso dell’orientamento e una maggiore “acutezza” e precisione della vista e nei riflessi;
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affinare i propri sensi tramite la percezione delle diverse texture, del caldo o freddo, l’esplorazione di profumi o colori, o tramite esperienze come camminare a piedi nudi, bagnarsi, sporcarsi.
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2. Il contatto con la natura permette l’esplorazione sensoriale attraverso l’interazione con altri esseri viventi, animali e vegetali, e con gli elementi geologici
Un luogo chiuso è uno spazio costruito dall’uomo per l’uomo, funzionale e ben strutturato per carità, ma comunque artificiale e inanimato se non per qualche pianta o animale presente all’interno, sempre per volontà umana.
La natura è viva, fiorente, imprevista, in continua trasformazione. E’ interessante, coinvolgente, stimolante.
I bambini percepiscono questa “ricchezza” globale e armoniosa ed imparano a ad inserirsi e sentirsi parte di essa. Sono liberi di fermarsi ad ascoltare il respiro della natura e connetterlo al proprio pensiero interiore.
Di arricchirsi assorbendo attraverso un’esperienza multisensoriale ciò che la natura insegna: la calma, la pazienza, l’ordine, la bellezza.
Non è necessario essere in movimento o svolgere qualche attività quando si è nella natura.
Anche un bambino apparentemente indifferente sente la ricchezza vibrante di questo mondo vivo e vivace, ed è anzi portato ad uscire dalla sua “passività”, perché è difficile stare fermi quando tutto attorno a te cambia (il sole scende, si alza il vento, qualcosa si muove nel tuo campo visivo, arriva una nuvola, qualche animaletto ti tocca ecc.).
3. Il contatto con la natura per i bambini è anche fonte di apertura al diverso e all’imprevisto
Gli ambienti di gioco o attività pensati per i bambini (anche all’aperto) sono superfici piane e protette, con giochi standardizzati che seppur diversi nell’estetica, propongono sempre gli stessi stimoli e movimenti.
In uno spazio non strutturato come quello naturale, invece, i bambini sono in grado di avere un contatto del tutto personale con l’ambiente che li circonda, non ci sono competizioni né persone da impressionare o da conquistare.
Possono esplorare, provare, correre dei rischi secondo i loro desideri e i loro tempi, liberi di sperimentare solo ciò che vogliono o si sentono in grado di fare in quel momento, senza alcun risultato da raggiungere.
Possono disegnare con un bastoncino sulla sabbia e riscoprirsi artisti.
Intrecciare bastoni e impilare pietre e scoprirsi costruttori sperimentali.
Mescolare terra e acqua, scomporre foglie o studiare animali e scoprirsi scienziati.
Esplorare, conoscere, confermare o smentire le proprie teorie senza sentirsi giudicati.
Possono impegnarsi in giochi in grado di allenare il corpo e la mente a competenze specifiche del tutto simili a quelle del mondo reale che dovranno affrontare da grandi (e che sarà tutto tranne che protetto).
Ricordiamoci che nel tentativo di eliminare i rischi per i nostri figli, stiamo eliminando anche molti stimoli necessari per sviluppare la capacità di affrontare ben altre difficoltà una volta adulti.
L’essere esposti ad una molteplicità di sollecitazioni e la continua necessità di adattamento permettono di sviluppare un sistema neuronale più attivo e complesso che garantirà loro maggiori possibilità di successo futuro.
Consigli: La natura a portata di mano dei bambini – attività naturali “da vialetto”!
Che fare allora? Qual è il titolo della guida definitiva all’escursione perfetta, che la compro subito??
È tutto molto più abbordabile di quanto crediamo. Partiamo con poco, non poniamoci obiettivi ambiziosi… ci sarà tempo per le camminate in alta montagna e le uscite in barca. Intanto guardiamoci intorno.
Ecco alcune attività naturali che si possono fare già subito, se abbiamo un giardino grande o piccolo, un terrazzo, il vialetto di casa, un praticello incolto nelle vicinanze, un’aiuola…. o qualsiasi altra cosa abbiamo a disposizione:
“Scavenger hunt”
Si tratta di una caccia al tesoro semplificata, in cui i bambini hanno un foglio con un elenco di cose da trovare nelle vicinanze (niente di complicato, possono essere ad esempio una foglia a punta, una formica, un rametto, una piuma, un sasso rotondo ecc).
Ha il pregio che può essere adattata a qualsiasi contesto ed è molto facile da preparare: basta fare un disegnetto dell’oggetto, o prendere una foto da internet… e per i bambini che sanno leggere si può addirittura solo scrivere un elenco.
(E ricordate sempre: meglio fatto che perfetto! tutto ciò che esce dalle vostre mani per i bambini sarà bellissimo).
Esplorazioni a tema
Scegliamo un argomento o una caratteristica e lanciamo i nostri bambini alla ricerca di qualcosa che abbia quella caratteristica, ad esempio qualcosa di ruvido, appuntito, bagnato, viola, ovale o qualsiasi altro attributo vi venga in mente.
Per chi ha voglia, si possono fare anche delle carte, che i bambini possono pescare a turno, con disegnate o descritte le caratteristiche.
Kit del piccolo esploratore.
Con poco possiamo preparare un’ottima attrezzatura da esploratore del vicinato: un astuccio con penne e matite colorate, un quadernino (meglio con la spirale), una scatoletta o sacchettino o borsetta per raccogliere le cose interessanti e una piccola lente di ingrandimento.
Non serve altro! se vogliamo osare, aggiungiamo un microscopio portatile… sembra un costosissimo accessorio tecnologico ma garantisco per esperienza che con meno di 20 euro se ne recupera uno perfettamente funzionante e in grado di essere usato anche dai più piccini!*
Forti delle nostre attrezzature professionali, basterà uscire di casa.
Andiamo sul sicuro con sassolini, foglie e insetti (sono sicura che le formiche non ve le fate mancare nemmeno voi!) da osservare, disegnare, conservare, smontare, attaccare al quaderno…
Arte all’aperto.
C’è un doppio vantaggio in questa attività: il benessere del bambino che sta all’aperto e il benessere nostro nel non dover ripulire tavoli, pavimenti e muri!
Esistono infiniti modi di fare arte all’aperto, il più semplice è spostare all’esterno i colori e le attrezzature normalmente utilizzate all’interno.
Lo spazio aperto ispirerà creazioni diverse sia copiando gli oggetti sia lasciando andare l’immaginazione.
Un altro modo molto semplice (ma un po’ più sporchevole) di fare arte all’aperto è usare i materiali esterni per esprimersi: foglie e fango riempiono i disegni, mentre sassi e bastoni si prestano anche alla scultura.
Anche la semplice acqua è un materiale artistico… disegna su muri e pavimenti e non c’è niente da ripulire!
Ecologia assieme.
Questo è secondo me il modo migliore di concretizzare tutto il piacere di stare nella natura: prendendosi cura di lei.
Non è mai troppo presto per insegnare ai nostri figli l’importanza immensa di questo concetto.
Sia in casa che fuori coinvolgiamo i bimbi nelle attività di riciclo e pulizia, mostriamo come rispettare gli esseri viventi e non, scegliamo con loro i cibi, gli oggetti e i materiali motivando le nostre scelte.
E per chi vuole osare, insegniamo a riparare le cose rotte e a creare e ricreare con materiali di recupero.
Come detto sopra il mio consiglio è cominciamo con poco! Poco alla volta… e quando ci guarderemo indietro scopriremo di aver già fatto tanto.
Fonti, riferimenti, approfondimenti
Ecco un elenco di siti, libri e articoli consigliati o da cui mi sono ispirata!
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Sui benefici del contatto con la natura (in inglese):
- Alcuni articoli interessanti tratti dal sito della rivista UPPA:
- Due gemelle, due punti di vista diversi
- Un papà (autore del libro per bambini “Noi siamo qui. Dritte per vivere sul pianeta Terra”) che racconta al proprio figlio la bellezza di vivere sulla terra
- *Il microscopio consigliato da Paola (link affiliato)
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