Saltano dal quinto gradino ma hanno paura del cane del vicino. Come mettersi nei panni dei bambini per capire la loro paura? Qual è il giusto equilibrio tra proteggere e incoraggiare? Tra riconoscere e spingere ad andare oltre? Non è semplice nemmeno per gli adulti.. E allora come possiamo aiutare i nostri figli ad affrontare queste paure in modo che acquistino autostima e fiducia in se stessi?
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Quei comportamenti strani dei bambini che nascondono una paura
“Guarda mamma! Una ruspa!” esclama con gli occhi sgranati di eccitazione mio figlio.
Incredibile il vocabolario cantieristico che ho accumulato da quando sono mamma di un maschio, considerando che fino a pochi anni fa non avrei saputo distinguere una gru da un rullo compressore.
“Non è possibile che stiano sprecando tutti questi soldi per dei vecchi! non possono starsene a casa loro?” la veemenza e l’apparente insensibilità di mia figlia mi lasciano sgomenta.
Poco lontano da casa nostra, il comune ha deciso di abbattere un condominio di sua proprietà, adibito ad alloggi sociali, per costruire una casa di riposo per persone dipendenti.
Nel giro di qualche settimana, del vecchio palazzo sbiadito non c’è più traccia. A ogni piccolo cambiamento che notavamo passandoci davanti, mia figlia lanciava un commento, via via più sprezzante.
Mi si accende un sospetto. Non è possibile che io stia allevando un mostro di crudeltà a soli 6 anni, ci dev’essere qualcosa sotto.
Cerco di reprimere il primo impulso di farle una bella lavata di capo sul rispetto intergenerazionale e “guarda che prima o poi sarai vecchia anche tu e magari avrai bisogno di aiuto” (credo il discorso meno efficace nella storia dell’educazione).
Provo a farle delle domande. “Perché ti fa arrabbiare?”
Non è incredibile quanto la rabbia nasconda quasi sempre una paura più o meno nascosta? E quanto poco ne siamo consapevoli sul momento?
Di cosa hanno davvero paura i bambini?
I bambini non ci dicono apertamente “ho paura”. Non sempre, almeno.
Hanno un comportamento più o meno inappropriato.. e a noi tocca fare i detective.
Scava che ti riscava, capisco che mia figlia aveva paura.
Sapeva che in quel condominio prima c’erano dell persone, che erano state trasferite altrove naturalmente.
Ma ai suoi occhi di bambina, un’entità astratta come “quelli che lavorano per la città” avevano deciso di mandare via della gente per buttare giù una casa.
Perché non sarebbe potuto succedere anche a noi?
“E se un giorno arriva qualcuno e distrugge la nostra casa per farci abitare qualcun altro mamma?”
Sospiro di sollievo. Mia figlia non ha nulla contro gli anziani! Ha solo paura!
Ci dimentichiamo così spesso di guardare il mondo con gli occhi dei nostri bambini, che le loro paure possono lasciarci disarmati.
Non sappiamo se minimizzare o proteggere, perché la buona vecchia via di mezzo è la più difficile da trovare.
Di cosa hanno davvero paura i bambini? E come possiamo aiutarli ad affrontare queste paure in modo che acquistino autostima e fiducia in se stessi?
L’equilibrio da trovare per aiutare i bambini davanti alla paura
Come dimenticare quella discesa.. Piccola. L’altro lato del ponte che dovevamo attraversare per andare a scuola.
Ogni mattina, arrivavamo (ovviamente in ritardo) e mia figlia si bloccava, paralizzata.
Non potevo spingerla, non potevo stare troppo vicino né allontanarmi. La paura di mia figlia traspariva dai suoi modi bruschi, che avevano l’effetto di farmi innervosire.
“È solo una discesa! Dai, siamo in ritardo!”
Per la serie: come non rassicurare un bambino.
Quando perdiamo di vista il loro punto di vista, ci viene automatico incoraggiare minimizzando.
“Dai non è niente, non fare il fifone!”
Ma il bambino la sente davvero quella morsa allo stomaco, e il nostro sorvolare sopra l’emozione crea una bella disconnessione.
“Che mi sta succedendo? Mamma dice che non c’è niente, ma io sto tremando! Vuol dire che non posso fidarmi di me, del mio corpo”, la possibile interpretazione inconscia.
Mio figlio invece sgrana gli occhioni e con voce dolce mi chiede “Mamma, per favore vieni, ho troppa paura del buio!”
Scatta l’istinto di protezione. Indossiamo il mantello del super eroe e ci ergiamo a difensori dei più deboli.
Salvo lanciare un altro messaggio inconscio: “Allora è vero che è pericoloso, che non posso farcela da solo! Avevo ben ragione ad avere paura, guarda la mamma come è accorsa in mio aiuto!”
La paura è un’emozione assolutamente indispensabile per la sopravvivenza della specie. Solo che molto spesso si attiva anche quando non c’è un pericolo reale.
Si tratta, esperienza dopo esperienza, di guidare i bambini a capire quando e come la paura è utile, e quando è un limite.
2 le chiavi:
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restare empatici. Anche solo dicendo “Capisco che hai paura”, senza mettere in ridicolo.
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capire meglio di cosa possono avere paura i bambini. Ci aiuterà a interpretare meglio certi comportamenti!
La Paura dei Bambini dalla nascita ai 3 anni
I neonati hanno soprattutto bisogno che gli adulti di riferimento rispondano ai loro bisogni primari.
La presenza rassicurante della figura di attaccamento principale manda un chiaro messaggio: “finché ci sono io, sei al sicuro”.
I primi mesi, sono i rumori forti o i movimenti bruschi che possono spaventare.
Verso l’anno, man mano che aumenta la loro consapevolezza sul mondo che li circonda, le paure cambiano.
Iniziano a temere la separazione e gli estranei perché non riescono ancora ad astrarre l’immagine di chi non c’è né il concetto del tempo: se la mamma non c’è, allora non esiste. E se la mamma non esiste, chi mi protegge?
Bisogna ammettere che, visto così, è piuttosto inquietante.
Ci sono anche bambini che sviluppano delle paure legate ai loro apprendimenti, come l’uso del vasino. Quello che esce dal mio corpo viene buttato e sparisce, non esiste più, e io non ne ho alcun controllo.
E allora, perché i bambini si rassicurino, hanno bisogno di vedere degli esempi, di saperci al loro fianco in sostegno, di sviluppare a loro ritmo sufficiente sicurezza interiore..
Il che può non essere cosa facile se nostro figlio scoppia in lacrime non appena proviamo a fare pipì senza spettatori, per una volta. “Ma amore sono qui, torno subito!” sembra non sortire alcun effetto.
Le paure dei bambini dai 3 ai 5 anni
Quando sono in età da scuola materna, i bambini sanno ormai astrarre alcuni concetti.
Hanno quindi delle chiare immagini mentali, che non sempre sanno distinguere però da ciò che è vero. O meglio, il mondo interiore e quello esteriore devono corrispondere il più possibile per far sì che il bambino si senta al sicuro, sufficientemente in controllo.
Il che spiega perché abitudini e routine siano così importanti a quest’età.. E come mai compaia la paura del buio, dei mostri, dei temporali.
Quello che è più curioso è capire cosa significhino agli occhi dei bambini le rappresentazioni del loro immaginario.
Il palloncino che scoppia può turbare il bambino che ha appena subito un lutto: il pianto non è un capriccio per il palloncino, ma è tristezza e anche paura perché il palloncino se ne è andato come la persona cara che non c’è più. E quindi anche io potrei scomparire, o la mamma..
Ho letto il racconto di un episodio in cui una bambina di 3-4 anni si era presentata in classe il primo giorno di scuola materna spiegando che il suo papà era morto.
In seguito, i compagni avevano iniziato a evitare di giocare con lei, e lei a cercare attenzione facendo dispetti e comportandosi male.
Il problema di comportamento della bimba era stato risolto solo andando a ritroso, capendo le dinamiche. I compagni avevano avuto paura: “Come fa un papà a morire? E se è contagioso e dovesse morire anche il mio papà?”
E quindi, avevano iniziato ad evitare la bimba.
Le tensioni e le paure accumulate e inspiegate scoppiano la sera, quando i bimbi sono stanchi e vengono lasciati, soli e vulnerabili, al buio.
Ed ecco che un bambino che cammina ridendo in un corridoio scuro mentre gioca col papà, che fino al giorno prima aveva sempre dormito come un angioletto, piange dicendo di avere “paura del buio”.
In realtà la paura del buio può nasconderne un’altra, più profonda. L’arrivo di un fratellino o una sorellina, una tensione familiare, un cambiamento.
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Le paure dei bambini dai 6 agli 11 anni.
Mia figlia frequenta una scuola pubblica internazionale inglese-tedesca, e a novembre hanno festeggiato con un bellissimo rituale i 30 anni dalla caduta del muro di Berlino.
La festa ha permesso di parlare in classe della vita nella DDR, della guerra.. e a casa sono fioccate le domande.
Ora, la cosa curiosa è che avendo noi abitato in Germania, avevamo già toccato l’argomento.
Eppure, i livelli di comprensione non solo tra i miei due figli, ma in loro stessi attraverso i mesi e gli anni erano completamente diversi.
C’è un momento in cui i bambini iniziano a capire davvero che le persone possono essere capaci di gesti malvagi o violenti, che possono minacciare la loro incolumità.
Naturalmente, più sono esposti a immagini e scene realistiche di questi comportamenti, magari senza capire il contesto, e più possono averne paura.
Le paure dei ragazzi dai 12 ai 18 anni
L’attenzione si sposta dal mondo dei genitori a quello dei coetanei e su se stessi.
E le paure diventano via via più elaborate, sottili; assomigliano sempre più a quelle di noi adulti:
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essere rifiutati dal gruppo, mal giudicati;
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non avere ancora chiara la propria identità;
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vedere il corpo che cambia (perché chi non ha paura del corpo che invecchia e diventa più vulnerabile?)
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Rendersi conto che i genitori e le figure adulte di riferimento non sono invincibili e invulnerabili, non sempre hanno tutte le risposte.
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Le paure dei bambini a tutte le età
Per quanto la paura sia universale, ognuno di noi ha paure di tipo e intensità diverse, d’accordo.
Esistono però alcune paure che ci accompagnano da sempre, chi più chi meno?
Io credo di sì. In fondo, la paura è un’emozione primaria ancestrale legata ad alcuni meccanismi cerebrali ben precisi:
in base alle esperienze che facciamo, il nostro cervello fa continue interpretazioni. A seconda di quello che ci succede, di come reagiscono gli adulti che ci proteggono, elaboriamo via via i vari stimoli e li associamo alla categoria “Tutto ok, niente da segnalare” o “Allarme Rosso! Potenziale Pericolo in Avvicinamento!”.
Un database che viene aggiornato di continuo!
Il che mi fa identificare due macro-categorie di paure:
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le paure derivate da esperienze vissute come “negative” e quindi traumatiche;
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la paura del giudizio del genitore.
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Con trauma non intendo un evento straordinario, ma una situazione che i nostri bambini (o noi stessi) abbiamo vissuto con un’invasione di emozioni negative.
Cosa sia un evento traumatico insomma dipende dalla singola interpretazione personale che ne facciamo.
Allo stesso tempo, poiché il genitore rimane per lungo tempo la figura di protezione principale per il bambino, è un istinto naturale “farlo contento”: a ogni sorriso condiviso si rinforza quel legame che permette al bambino di sentirsi al sicuro.
Un genitore arrabbiato, deluso, scontento per qualcosa che il bambino ha fatto è, indirettamente, un potenziale pericolo, perché il bambino ha bisogno che il genitore continui a dare quella protezione e quell’affetto che gli permettono di vivere in sicurezza e benessere.
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Come incoraggiare positivamente i nostri figli?
Mi piacerebbe poterti offrire LA Soluzione per risolvere il dilemma.. ma poiché ognuno di noi è unico, unico è anche il modo opportuno per incoraggiare i bambini, aiutarli ad acquisire la sicurezza per affrontare la loro paura.
Ci sono però due chiavi di lettura essenziali per riuscire a trovarlo:
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l’ascolto empatico
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il gioco
Vediamo di cosa si tratta.
Usare l’ascolto empatico per aiutare i bambini a superare la paura
Ascolto empatico vuol dire essere consapevoli contemporaneamente di come ci sentiamo noi e di come si sente il bambino, per mostrargli che lo abbiamo capito.
I bambini non hanno ancora imparato a identificare con chiarezza cosa vogliono dire le loro sensazioni. Sono nel corpo, e basta.
È un apprendimento molto graduale. Anche quando imparano a dare un nome alla paura, hanno bisogno di sentirsi “appoggiati” dal fatto che noi li chiamiamo. Altrimenti si crea una specie di dissonanza tra quello che loro sentono e quello che noi rimandiamo loro.
Insomma, se il bambino ha paura, ma noi gli diciamo tra il divertito e lo scocciato che non c’è niente, il bambino perde fiducia nelle sue sensazioni; questa insicurezza gli renderà ancora più difficile trovare il coraggio per affrontare la paura.
Per “osare” ci vuole sicurezza interiore.
Usare il gioco per aiutare i bambini a superare la paura
Il gioco è il modo in cui il nostro cervello elabora meglio le informazioni: perché ci si diverte, è un momento di piacevole.
Giocare e mettere in scena “per finta” le situazioni che provocano tensione nel bambino lo aiutano a sperimentare ed esprimersi in un contesto “sicuro”.
A forza di mettersi alla prova in una situazione protetta, il bambino costruisce quella sicurezza che gli serve.
Tra l’altro, permettere ai bambini di giocare e mettere in scena la situazione o insieme a noi, o con delle bambole o pupazzi, ci aiuta a capire meglio quale sia la paura o il nodo problematico quando ancora non ci è del tutto chiaro.
È per lo stesso principio che ai bambini piace molto leggere e ascoltare storie in cui i personaggi si trovano ad affrontare situazioni difficili e paurose. Immaginandole, si costruiscono quelle immagini mentali che li aiutano ad avere dei punti di riferimento interni. In qualche modo, è come se vivessero la scena nella loro mente, e quindi in un modo “protetto”, sicuro.
[optin-monster-shortcode id="sai7bab1ena3mym458x5"]Mia figlia adora arrampicarsi. Al parco, c’era una costruzione in legno piuttosto alta, fatta di due parti collegate in alto da una scala a pioli orizzontale su cui appendersi o camminare sospesi.
L’ha attraversata senza esitazioni, e poi mi ha guardato dall’altra parte: “dai mamma, prova anche tu! Vieni!”
Qualcosa mi ha spinto a seguire l’istinto e provare. Ma ammetto che avevo paura.
“Mamma non devi aver paura! Ce la puoi fare!”
Ho alzato gli occhi, lei mi ha sorriso. Non sono questi i momenti più belli?
Fonti, riferimenti, approfondimenti
Ecco un elenco di siti, libri e articoli consigliati o da cui mi sono ispirata!
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Questa risposta di due psicoanalisti alla lettera di una mamma preoccupata per le domande della figlia sulla morte è particolarmente interessante.
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“Chi ha paura del lupo cattivo?” Un’analisi delle paure proposta dall’Associazione di Analisi e Modificazione del Comportamento che può fornire utili piste di riflessione.
- Lo psicologo americano Lawrence J. Cohen, specializzato in terapia del gioco, in “Le paure segrete dei bambini. Come capire e aiutare i bambini ansiosi e agitati” propone ai genitori di guidare i bambini attraverso giochi ed empatia. Può essere una prospettiva utile. (Lo trovi qui)
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Trovi moltissimi spunti interessanti (da cui ho tratto l’episodio della bimba cui era morto il padre) in “Le emozioni dei bambini” di Isabelle Filliozat. (Lo trovi qui)
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Uso spesso le storie e i libri per bambini quando i miei figli attraversano una fase di “paure” specifiche. In biblioteca trovi sicuramente tanti titoli adatti! La serie di Lupetto (per bambini di 3-4 anni) propone diversi titoli con situazioni molto tipiche. Di Calvino ci sono varie raccolte, più adatte a partire dai 6 anni – non piaceranno a tutti ma Calvino a mio avviso resta Calvino.
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Gli articoli cui ho fatto riferimento, in inglese:
Una articolo ben argomentato, utile a tutti coloro che hanno figli.
Ti ringrazio per questo bellissimo articolo. Mi dai Sempre spunti molto interessanti.
Ciao a volte i bambini sviluppano paure da sè ma la maggior parte vengono dai genitori e dalle persone intorno a loro. Migliaia di volte ho sentito, il lupo cattivo ecc e le favole di certo non aiutava
Non ho figli, ma certe paure mi sono state lasciate a causa dei miei genitori, quindi non starò qui a dire qualcosa che possa infastidire alcuno.
Per quanto riguarda l’articolo lo trovo molto interessante e dettagliato, perfetto da far leggere alle neo mamme, ma anche a chi ha figli più grandi, non si finisce mai di imparare, trovo i tuoi articoli, perfetti, scritti con cognizione di causa, senza pretendere nulla, non ti sostituisci a medici o pediatri, una persona coscenziosa, molto bene brava.
parlo per me. io vivo in modo completamente alternativo e lo stesso le mie figlie. Le paure? Non ne hanno perché non frequentano chi gliele presenta sul vassoio di argento come le istituzioni. avendo sempre noi adulti genitori come riferimenti si sentono al sicuro e fanno la loro vita senza timore e senza paura ma ripeto noi siamo un caso raro
complimenti per questo tuo post, un argomento molto interessante che da mamma ho approfondito con vero piacere
Un post esaustivo, che abbraccia tutte le età. Un buon ripasso per non dimenticare e affrontare con più serenità le varie fasi dei nostri piccoli.
Articolo molto interessante, devo farlo leggerlo a mia sorella che la figlia ha paura dei cani grandi eppure noi non abviamo paura e pissediamo un cane di taglia grossa. Lei è nata chr lui era già in casa, eppure lui la cerca la protegge, gli sta sempre vicino, sarà forse questa vicinanza?
Ciao credo che i bambini non nascano con le paure siamo noi genitori che con atteggiamenti sbagliati gliele trasmettiamo
Non sono genitore ma posso immedesimarmi
Una guida utile e ben strutturata