Bambini, opposizioni e regole.. Ci mettono in difficoltà. A volte siamo così presi dalla routine, dalla to-do-list e dalla fretta di fare le cose, che rispondiamo anche ai nostri bambini e ai loro comportamenti un po’ per abitudine.
Per capire meglio però il perché dietro i comportamenti dei bambini che ci “fanno arrabbiare” o che troviamo difficili, e poter rispondere in modo appropriato, è utile almeno ogni tanto fare un passo indietro:
cosa voglio ottenere? Come mi aspetto dai miei figli, e questa aspettativa è coerente, realistica?
Cosa voglio insegnare ai miei bambini?
Grazie alle risposte a queste domande, avremo una chiave in più per decidere quali regole sono importanti ai nostri occhi, e come fare per incoraggiare i nostri figli a seguirle (già, urlare ordini difficilmente invoglia l’ascolto..)
Questo approfondimento è ideale se ti capita di sentirti in colpa dopo una discussione con i tuoi bambini, o di esitare sul comportamento da tenere. Il cambiamento inizia sempre da noi, e sempre con un primo, piccolo passo.
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Le opposizioni dei bambini e le nostre regole: quale equilibrio?
Se vi chiedessi: quali sono i comportamenti dei vostri bambini che vi mettono in difficoltà?
Vi invito a prendervi del tempo per rispondere con calma a questa domanda.
Faccio un brainstorming:
- Non ascoltano
- Ci ignorano e non fanno quello che gli chiediamo
- Non mettono a posto
- Piangono o fanno delle sceneggiate a ogni no
- Si perdono e impiegano ore a fare le cose
- Non vogliono fare le cose “normali” come lavarsi, fare i compiti, ecc
Se avete fatto sì con la testa ad almeno uno di questi comportamenti – siete in buona compagnia!
Ma adesso vi chiedo, seriamente: come vorreste che si comportassero?
Se ci soffermiamo per un attimo sulla questione, ci accorgiamo che talvolta, il nostro bisogno immediato, di corto periodo, contrasta un po’ con l’obiettivo di lungo periodo, con quello che vorremmo insegnare ai bambini per il loro futuro.
Le regole al servizio di un insegnamento
Vi faccio diverse ipotesi per chiarire:
Mettiamo che siamo al supermercato, e il bambino vede un gioco bellissimo e ce lo punta con il dito.
Noi gli diciamo “no, non te lo compro!” e lui cosa fa?
Urla, piange, e noi non sappiamo come prenderlo perché siamo stanchi, ci vergogniamo un po’ di tutto questo scompiglio in mezzo al negozio, lui non si calma..
Allora gli diciamo “dai va bene per questa volta”
Oppure no, lo sgridiamo: “Ma ti sembra il caso di fare tutte queste sceneggiate? Ho detto basta! Non si piange per un gioco!”
Un altro esempio. Prendiamo un bambino più grande che lascia sistematicamente le sue cose sparse in giro in sala. Vestiti, giochi, fumetti, quaderni, penne.
Glielo chiediamo duecento volte, prima con le buone, poi con le cattive; finché… o cediamo e mettiamo via noi, esasperati, oppure minacciamo, alziamo la voce, togliamo privilegi (“Se non metti a posto immediatamente ti tolgo i videogiochi per una settimana!”)
Cosa impara il bambino in questi scenari?
E noi cosa volevamo insegnargli?
Quali regole vogliamo rinforzare e perché?
Quello che vi propongo oggi è di trovare una terza via.
Vogliamo trovare un equilibrio affinché:
- il nostro bisogno sia rispettato;
- l’insegnamento che vogliamo dare sia trasmesso in modo efficace;
- le competenze e il bisogno nascosto dietro il comportamento del bambino siano ascoltati e presi in conto.
Abbiamo bisogno di riflettere:
Quali regole vogliamo rinforzare e perché?
A questo punto possiamo anche trovare il modo per rinforzarle in un modo che sia incoraggiante, anziché invitare opposizione.
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Il primo passo per ridurre l’opposizione e rinforzare una regola
Faccio chiarezza su quello che voglio insegnare a mio figlio.
Quali competenze vorrei avergli trasmesso se me lo immagino tra 20 anni?
Immaginiamo che io voglia insegnargli l’indipendenza. quando insiste nel mettersi le scarpe da solo, o nel scegliere lui i vestiti da mettersi, è vero: questo è in contrasto con il mio bisogno di fare in fretta, arrivare in orario. Il bambino da solo impiega molto più tempo. Però risponde al mio obiettivo di lungo periodo.
Forte di questo, posso allora organizzarmi per fare in modo di lasciare questo spazio, di creare un margine in modo che io possa rispettare l’insegnamento e il bisogno di autonomia e apprendimento da parte del mio bambino senza che questo mi impedisca di arrivare in ritardo.
Voglio insegnargli a ragionare per conto suo, con la sua testa?
Allora se pretendo che mi obbedisca, che faccia subito come gli dico per guadagnare tempo, sto ponendo il mio bisogno impellente, di corto periodo, di sentirmi in controllo sulla situazione, di guadagnare tempo e calma, prima del mio obiettivo educativo di lungo periodo.
Cosa posso fare? Creare uno spazio, organizzarmi per porre delle domande, stipolare il suo ragionamento; e anziché dare degli ordini fare delle domande, cercando di coinvolgerlo, di farlo arrivare alla decisione con una riflessione.
Ci vuole tempo? Eh già.
Ci vogliono calma e pazienza? Puoi scommetterci.
In entrambi questi esempi, abbiamo bisogno di rallentare, fare un passo indietro per riflettere, per vedere come fare a coinvolgere il nostro bambino; e ci richiedono di tornare a uno stato di calma. Si tratta, anche per noi, di fare un vero e proprio apprendimento!
Il secondo passo per ridurre l’opposizione e rinforzare una regola
Chiarisco i miei bisogni.
Attenzione, questa è una cosa a cui non siamo abituati!
Di cosa abbiamo bisogno? Quali sono le nostre priorità? Come possiamo esprimerlo in un modo che non sia colpevolizzante per l’altra persona?
“Sono arrabbiata perché il mio bisogno di calma e di ordine non è stato rispettato”
Nel momento in cui riconosciamo apertamente i nostri bisogni e li sappiamo legare alle nostre emozioni, allora siamo anche in grado di fare una domanda rispettosa all’altra persona, ai nostri bambini.
“Quando vedo i tuoi calzini sporchi per terra sento proprio della rabbia invadermi, perché non mi sento rispettata e per me il rispetto dell’ordine in casa è importante. Come possiamo fare perché ti ricordi di metterli nel cesto anziché lasciarli in sala? Come posso aiutarti a fare la scelta giusta?”
Il terzo passo per ridurre l’opposizione e rinforzare una regola
Prendo in considerazione il bisogno del mio bambino e le sue capacità, in base al contesto e alla fase del suo sviluppo.
Riprendiamo l’esempio del supermercato di poco fa. Qual era il bisogno del bambino in quella situazione?
Il suo bisogno non è avere il gioco, quello può essere un suo desiderio ma un gioco non è un vero bisogno.
Potrebbe essere:
1. Evacuare delle tensioni.
Se un bimbo di 2-3 anni è rimasto seduto per tanto tempo nel carrello senza potersi muovere, molto probabilmente questa immobilità causa qualche tensione interna. Il supermercato inoltre è pieno di stimoli (visivi, olfattivi, uditivi) molto forti che mettono a dura prova il cervello in evoluzione di un piccolino, che cerca allora di concentrare la sua attenzione su qualcosa. Magari ha accumulato la stanchezza della giornata, se è sera ed è stato lontano dal genitore a lungo.
2. Gestire la frustrazione
3. Incapacità e immaturità del cervello a gestire queste tensioni.
Il bambino ha bisogno che lo aiutiamo a gestire queste tensioni, che lo aiutiamo a calmarsi e gli facciamo vedere come fare; e di sentire che siamo là con lui, incondizionatamente.
Come mettere insieme i bisogni di tutti, in pratica
Cosa vogliamo insegnargli noi in questa situazione?
- Come calmarsi da solo
- come gestire questa frustrazione
- che siamo là con il nostro amore incondizionato sia che si comporti bene sia che si comporti male.
Forti di tutte queste considerazioni:
- so qual è la mia priorità,
- so cosa voglio insegnare,
posso allora decidere: tra il mio bisogno di riposo, di finire in fretta quello che sto facendo, e il bisogno del mio bambino, e la mia intenzione educativa, a cosa scelgo di dare spazio, e cosa può essere messo temporaneamente da parte?
Nell’esempio del supermercato, posso per esempio mettere da parte gli sguardi altrui; posso restare fermo nel mio non voler comprare il giocattolo, conscio del bisogno di insegnare al mio bimbo a gestire la frustrazione; ma allo stesso tempo posso mostrare empatia per la sua difficoltà.
E a questo punto posso trovare la strategia per calmare la crisi.
“Vedo che è dura quando ti dico di no, vedo che non sei contento, che sei stanco, e sono qui con te, se hai bisogno del mio aiuto per calmarti”.
L’esercizio per ridurre l’opposizione e trovare le regole appropriate
Possiamo applicare la stessa logica al secondo esempio, con il ragazzo più grande che non vuole mettere a posto le sue cose.
Cosa voglio insegnargli? Ad avere rispetto per lo spazio comune
Qual è il mio bisogno? Ordine e collaborazione
Qual è il modo migliore per mettere insieme questi due elementi? Perché sappiamo anche noi che urlare e intimare non sono sempre i modi più efficaci per insegnare e motivare a rispettare una determinata regola.
Per allenarvi a mettere tutto in pratica, vi propongo di fare questo esercizio:
- Fare la lista di tutti i comportamenti dei bambini che ci irritano e ci fanno arrabbiare
- Fare la lista di tutto ciò che vogliamo insegnare ai nostri bambini per il loro futuro
- Chiarire i nostri bisogni rispettivi
Al prossimo episodio…
Ci ritroviamo al prossimo passo di educazione positiva per vedere come possiamo prevenire l’opposizione e rispondere in modo appropriato. Ricordo, l’obiettivo non è far fare al bambino tutto quello che vuole, ma come invitare collaborazione e rispetto anziché rapporto di forza.
Grazie per aver preso il tempo di allenarvi un po’ a mettere in pratica l’educazione positiva insieme a me e un pensiero a tutti i genitori che ogni giorno fanno del loro meglio. Se avete voglia di approfondire con me come mettere in pratica l’educazione positiva nella vostra vita, considerate la possibilità di partecipare al mio percorso online TEMPO per Crescere.
Note e risorse
Se ti interessa l’argomento, puoi leggere:
Il ritorno delle Regole : Sì, è il 2020 e tuo figlio ha ancora bisogno di disciplina
Perché trovare il tuo stile educativo conta più di quanto credi
Relazione genitori figli: 7 abitudini da non trascurare se vuoi un rapporto straordinario
Mazze e panelle fanno figli belli oppure no?
La Disciplina Positiva di Jane Nelsen e Lynn Lott (link affiliato)
Le Emozioni dei Bambini di Isabelle Filliozat (link affiliato)
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🤔Cos’è l’educazione positiva? Ne parlo qui
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