Stanco di ritorno dall’ufficio, pensi solo a quando potrai sprofondare tranquillo nel tuo letto con un bel libro. Ti permetti di chiedere a tuo figlio, anni 3, di andare a lavarsi le mani prima di sedersi a tavola. Apriti cielo. Ah no! Non è possibile! Se non te le lavi tu, te le lavo io! Lui urla, tu urli.. Come gestire le crisi? Esistono delle tecniche per calmarsi e aiutare i nostri bambini a controllare la tempesta di emozioni? Istruzioni per grandi e piccini!
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Prima di guardare alle tecniche per calmarsi, cosa potrebbe aver scatenato la crisi dei bambini?
Una mattina come tante. “Mamma, oggi si va a scuola?” Mi chiede il mio piccolino, appena aperti gli occhi. Lo sguardo corrucciato non lascia dubbi : voglio stare a casa!
Per fortuna, possiamo prenderci il lusso di fare colazione tutti insieme, prima di renderci conto che è tardi e siamo tutti in pigiama.
In qualche modo riusciamo ad arrivare alla porta di casa con i vestiti giusti addosso e con sufficiente tempo per arrivare a scuola e in ufficio secondo la tabella di marcia.
Mamma, io voglio andare in bici!
Ecco, i miei muscoli si tendono come pronti a una reazione di emergenza.
Amore, dobbiamo esercitarci ancora un po’ prima, è meglio se per il momento vieni sul seggiolino. Domani, se riusciamo a uscire un po’ prima, possiamo prendere la tua bici, ok?
Ovviamente, la risposta è stata un grande no, caparbio e definitivo.
Dopo un paio di tentativi, ho dovuto prenderlo in braccio io per metterlo sul seggiolino – una catastrofe.
Urla e pianti disperati, graffi, calci.. La somma crisi.
Quella in cui bisogna riuscire a calmarsi prima di poter calmare nostro figlio.. difficile mentre ti afferra i capelli e tira come se volesse raderti a zero.
Le tecniche per calmarsi con i bambini? Capire che dietro ogni pianto c’è un bisogno inascoltato..
Tutti i genitori che conosco sono passati, almeno una volta nella vita, attraverso una di queste crisi.
Le caratteristiche principali si riconoscono subito:
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Siete in un luogo pubblico con tanto passaggio
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Avete poco tempo, sei di fretta (i miei bambini hanno fretta solo per andare a guardare i cartoni).
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La richiesta fatta sarebbe anche ragionevole, ma proprio non puoi cedere
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Il tuo rifiuto scatena una reazione spropositata da cui è difficile calmarsi indenni
Se non avessi letto le decine di libri che ho attualmente su bambini genitori e tutto quel che passa in mezzo, penserei a un capriccio.
Una frase letta e riletta in un mio amato libretto di Isabelle Filliozat mi ha insegnato che non bisogna mai lasciarsi ingannare dalle apparenze : dietro a ogni pianto, si cela un bisogno inascoltato..
Al di là delle tecniche, per calmarsi coi bambini è utile contestualizzare
Mio figlio non è collerico o aggressivo in generale.
Ma ci siamo appena trasferiti, ha dovuto dire addio al mondo a cui era attaccato, ad alcune amicizie importanti – senza, ovviamente, aver potuto dire la sua.
A scuola parlano una lingua che non capisce ancora; la sera andiamo a dormire sempre un filo troppo tardi (eh, difficile prendere sonno con tutte queste novità!)
Se guardo la situazione nel suo insieme, capisco che mio figlio è non solo un po’ arrabbiato; ha perso il controllo sulla sua routine, sulle sue sicurezze.
E quindi, si impunta sulle piccole cose – come prendere la bici per andare a scuola – e quando gli neghiamo anche il controllo su queste, la sua rabbia esplode.
La prospettiva, in questo caso, cambia completamente!
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[optin-monster-shortcode id="ytzwnjilq5ewhgu7w9w1"]L’empatia alla base di tutte le tecniche per calmarsi, per adulti e bambini
Ricercare il bisogno inascoltato che ha scatenato la crisi (nostra o del bambino!) ha come primo effetto quello di farci mettere nei panni dell’altro.
E questo serve a contrastare l’effetto dei neuroni specchio.
I neuroni specchio, giusto per approfondire, sono dei neuroni speciali che si attivano sia quando un individuo compie una determinata azione, che quando osserva soltanto un altro individuo compierla. L’attivazione cerebrale è la stessa.
Per fare una semplificazione, è molto più difficile calmarsi quando la persona di fronte a noi sta esplodendo in una crisi isterica.. Serve uno sforzo in più per controllarsi.
Ecco che entra in gioco l’empatia : anziché pensare “ecco, un altro dei suoi terribili capricci, questo bambino è impossibile!” passiamo a “poverino, dev’essere molto dura per lui (e per noi)”.
C’è anche un altro elemento. Un bambino non ha ancora sviluppato completamente tutte le capacità cerebrali.
Le crisi di pianto sono già, per lui, un modo per “calmarsi”, cioè per scaricare tutte le tensioni accumulate (nel caso di mio figlio, la rabbia per un cambiamento subito, la paura di dover stare in un ambiente dove non riesce a esprimersi, eccetera).
In quel momento gli è difficile contenersi da solo. Ha bisogno di sentirsi contenuto e protetto da questa tempesta emotiva, e là entriamo in gioco noi – tenendolo stretto in un abbraccio, anche se si dimena.
Il trucco c’è : il contatto fisico permette di rilasciare ossitocina, che va a calmare il turbinio di cui sopra. La difficoltà è riuscire a restare sereni senza irrigidirci mentre nostro figlio urla e ci prende a calci..
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Perché delle tecniche per calmarsi? I bambini e i danni delle reazioni automatiche
È molto difficile calmarsi o restare calmi quando la persona davanti a noi ci attacca.. Se ci “dimentichiamo” di considerare la situazione nel suo insieme, reagiremo attaccando a nostra volta.
Dai è il classico esempio anche tra adulti! Quando lui entra in casa dal lavoro tardi, stanco magari dopo una discussione col cliente, e la prima cosa che dice è “Ma come, perché la cena non è ancora pronta?” Una specie di dichiarazione di guerra no?!
Ma non se lei si appoggia “sullo storico” della relazione, sul fatto che di solito la apprezza molto, che è lui che cucina la maggior parte delle volte; e che sa che in quei giorni c’è maretta al lavoro.
Allora, e solo allora, capirà che si tratta di uno sfogo di tensione e non di un attacco personale. Con i bambini, che si controllano molto meno, è la stessa cosa!
Cosa succede se reagiamo d’istinto invece? Parte la litigata.
Si innesca un circolo vizioso : il bambino urla e piange per scaricare la tensione dovuta a un bisogno inespresso X, noi gli intimiamo di smettere, lui si sente sbagliato o ingiustamente accusato, e questo, anziché calmarlo, peggiora la crisi e così via.
Tecniche per calmarsi e gestire la crisi di rabbia (nostra o dei bambini) sul momento
Come fare se siamo in una situazione difficile a restare calmi e aiutare figli/mariti/mogli/amici eccetera a calmarsi?
Cioè ad esempio, se tua figlia ti sveglia per la terza notte di fila alle quattro di mattina quando alle 5 suona la sveglia, piangendo che non riesce a dormire da sola. Come fare a concentrarsi sulla nostra empatia quando il nostro istinto è di urlare a nostra volta?
Allora. Intanto, togliamo subito un sassolino dalla scarpa : siamo migliorabili, ma costantemente imperfetti.
Quindi, se speravi di acquisire in pochi semplici step la calma di un monaco tibetano, dimenticatelo. (E comunque sono sicura che anche il monaco tibetano alzerebbe almeno il sopracciglio in certe circostanze a noi familiari).
Punto due. In fase di emergenza, metterai sempre il pilota automatico. È inevitabile, il nostro cervello è programmato così.
Pertanto, se vuoi rompere il circolo vizioso di cui sopra, e gestire le crisi con più calma, devi modificare il pilota automatico.. Cioè cambiare il tipo di reazione.
Noi tutti reagiamo in un certo modo a dati stimoli per abitudine – magari un’abitudine inconscia e consolidata da decenni perché abbiamo visto genitori zii nonni o insegnanti fare così.
E cambiare le abitudini richiede un certo sforzo, ma non è impossibile. Ci vuole un po’ di strategia.
Tecniche per calmarsi.. i punti focali di una strategia preventiva coi bambini.
Ahhh, quando sento la parola pianificazione mi brillano gli occhi (e mio marito ha improvvisamente una riunione che finisce tardissimo).
Ragionerei su due fronti:
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bisogni vs. aspettative
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problema e obiettivo che si vuole raggiungere
Cosa intendo dire?
Bisogni vs Aspettative
Abbiamo detto che un comportamento eccessivo (che noi chiamiamo spesso “crisi”) è il sintomo di un bisogno.
Mentre cerchi di capire quale possa essere questo bisogno, ricorda di tener presente le capacità evolutive e i bisogni naturali dovuti alla fase di sviluppo del bambino (ma in generale vale anche per gli adulti! Non abbiamo tutti gli stessi limiti e le stesse capacità).
Guarda come si comportano i bambini della stessa età, e rifletti sule tue aspettative. Può anche essere che le nostre aspettative inconsce non siano adeguate alle reali capacità del bambino.
Un esempio banale: se non so nulla di neonati, potrei stupirmi che il mio bebè richieda il latte dopo neanche un’ora rispetto alla poppata precedente.
Potrei aspettarmi, allora, che sappia pazientare più a lungo di quello che la sua fisionomia gli consente, e prendere la sua reazione per “eccessiva” – mentre invece sono le mie aspettative a essere non adeguate.
Lo stesso vale a tutte le età: se sono cresciuta in montagna facendo gite con dislivello di 1000 m ogni fine settimana, posso pensare che sia esagerato che il mio compagno si lamenti di stanchezza dopo un paio d’ore che cammina, se non prendo in considerazione che è la prima volta che mette piede su un sentiero di montagna.
(io per esempio ho insegnato al mio allora fidanzato a sciare su una pista olimpionica nera, l’unica aperta a causa di una grossa nevicata, pensando che be’, alla peggio saremmo andati piano..
Per fortuna è ancora vivo e può rinfacciarmelo un paio di volte l’anno, e io continuo a trovare la sua reazione esagerata ;)p )
Problema e Obiettivo
Una volta che hai chiarito questo punto, puoi chiederti chi abbia il problema, chi il bisogno : io o l’altro? (o entrambi)
se il mio interlocutore, a qualsiasi età, urla e si dimena, avrà certamente qualcosa che non va che ha scatenato la crisi.
Se invece sono io che ho la fissa di arrivare in anticipo e mi innervosisco ogni volta che impieghiamo ore per uscire di casa, posso dire che la frustrazione sia un problema mio.
In generale, se vuoi evitare di innescare dei giochi di potere a non finire, è comunque meglio concentrarsi sul problema dell’altro con empatia(riporto il saggio consiglio di Isabelle Filliozat in merito).
Chiarito questo, definisci il tuo obiettivo (da genitore, da partner, ecc): liberarti della tua frustrazione, riportare la calma, rendere tuo figlio più autonomo, rinforzare il vostro rapporto, insegnare un valore per te importante o una competenza, eccetera.
Solo quando l’obiettivo ti è chiaro, puoi pensare alle diverse attitudini da adottare per raggiungerlo – non c’è quasi mai un’unica soluzione!
Infine, frase vecchia ma sempre d’attualità, conosci te stesso.
Individua le situazioni che ti mandano fuori di testa, o quelle che fanno agitare tuo figlio, e gioca d’anticipo.
Per dirla semplice: se non vuoi che tuo figlio mangi il cioccolato, non lasciare in vista la tavoletta da 200 g.
Se ti fa andare fuori di matto trovare il salotto pieno di giocattoli, oltre a gradualmente insegnare al tuo pupo a mettere a posto (ma attenzione! prima dei 4-5 anni, inutile sperare che il bambino sappia farlo da solo)- meglio tenere la maggior parte dei giochi in camera sua. E così via.
Le 10 tecniche per calmarsi coi bambini
Detto ciò, ecco alcune azioni che puoi tenere a mente per sapere come agire quando ti trovi nel bel mezzo di una crisi!
#1) Allontanarsi
Se puoi, allontanati un attimo. Io a volte mi chiudo in bagno. Certo, se hai a che fare con un bimbo piccolo e sei da solo, questo sarà più difficile. Prova allora a chiudere almeno gli occhi e a pensare a un bel momento di tenerezza (serve per richiamare ossitocina, funziona!)
#2) Respirare
È così semplice, eppure ce ne dimentichiamo spesso. Quando siamo sotto stress, tendiamo a bloccare il respiro; ma in realtà, riportare ossigeno al cervello è essenziale per calmarsi.
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#3) Bere
Un bel bicchiere d’acqua intendo, non darsi all’alcol! anche l’acqua fa bene al cervello. E tra l’altro, a volte un bimbo irritabile è un bimbo che ha sete..
#4) Sorridere
Quando siamo felici, sorridiamo. Ma è vero anche il contrario: quando sorridiamo, il cervello reagisce al movimento rilasciando neurotrasmettitori che ci fanno stare meglio. Contro intuitivo, sorridere quando vorremmo piangere, eppure..
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#5) Movimento
Stiracchiarsi, tirare indietro le spalle, fare grandi gesti con le braccia – utile per far scaricare la rabbia dei bambini! per esempio dando loro un bel cuscino da colpire o lanciare.
Può essere utile e simpatico provare a inserire nella nostra routine coi bambini dei momenti di gioco in movimento che favoriscono lo sviluppo del cervello (la “brain gym”)
Qualche suggerimento simpatico in questo video!
#6) Camminare
Se puoi, vai a fare una bella passeggiata all’aperto. Aiuterà a rimettere le cose in prospettiva (e magari a farsi un bel film sui nostri bisogni reciproci)
#7) Contatto fisico
Perfetto a tutte le età, è particolarmente importante per i bambini. Hanno bisogno di essere contenuti, sentire che siamo con loro, che li sosteniamo e li accettiamo in tutti i momenti. Senza parlare dell’effetto ossitocina di cui sopra.
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#8) Chiudere gli occhi
Pensa alle sensazioni fisiche. Concentrati su di te, su quello che il corpo ti comunica. Anche se per pochi secondi, aiuta a calmarsi.
#9) Concentrarsi sul tono di voce
Più che le parole stesse, come le diciamo conta tantissimo! Se chiediamo ai nostri figli di non urlare urlando, il messaggio che inviamo è un filo incoerente. Meglio, al limite, sussurrare. Farà anche da effetto sorpresa! e se poi innesca la reazione da imitazione, il gioco è fatto.
#10) Le parole da memorizzare
Basta! Smettila! Sono parole che spesso abbiamo nel nostro arsenale delle risposte automatiche.
Io mi sto esercitando a sostituirle con “È tutto a posto. Respira.” che tra l’altro dico più a me stessa come un mantra.. Ma che comunque, alla quinta o sesta ripetizione, funziona anche con mio figlio (devo solo stare attenta a non farmi tirare troppo i capelli)
La seconda frase da memorizzare è “io mi sento.. perché”. Evita di partire col “Tu fai sempre…!” o “Sei..!“(seguito di solito da aggettivo dispregiativo, che se fosse un complimento al limite andrebbe anche bene 😉 )
Se invece di accusare l’altro, innescando il famoso circolo vizioso di rimproveri, parliamo di come ci sentiamo. Sono arrabbiata perché ti avevo chiesto di mettere a posto e non l’hai fatto. Mi sento come se tu non mi ascoltassi.
Funziona anche per scaricare la nostra tensione.
A me succede così: mentre sento la mega ondata di frustrazione salire, inizio con mi sento, e poi mi devo concentrare per capire esattamente il perché io mi senta in un certo modo. E mentre ci penso ed esprimo, mi calmo.
Magari mio figlio di 3 anni non ha capito niente del monologo di psicoterapia che nel frattempo gli ho riversato, ma io mi sento meglio. Già un risultato no?
Conclusione
Vivere con qualcuno è un eterno confronto di bisogni – non sempre coincidono, non sempre sono espressi chiaramente. I bambini ci mettono in difficoltà perché dipendono da noi non solo per la soddisfazione di questi bisogni, ma anche perché insegniamo loro a individuarli e a capirli.. E perché i nostri, di bisogni, devono per un attimo essere messi da parte.
La consapevolezza è il primo passo verso il cambiamento.. Un po’ di lavoro di ricerca e riflessione può ben valere la pena, se riusciamo poi a urlare di meno e sorridere di più!
Risorse e referenze
Condivido alcuni articoli che ho preso come riferimento, e letture utili come sempre! Link a Amazon in questa pagina sono link di affiliazione.
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Articoli :
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Per avere altri consigli su come calmarsi rapidamente, queste tecniche suggerite dalla terapista Lauren Brukner e riportate dallo psicologo Antonio Fresco sono un valido complemento di lettura
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Se invece attraversi un periodo particolarmente stressante, rilassarsi può diventare difficile – eppure essenziale!
Libri :
Questi sono i libri cui ho fatto riferimento per la stesura dell’articolo.
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“Le ho provate tutte!” di Isabelle Filliozat, tratta in modo dinamico, pratico e non colpevolizzante tutti i comportamenti “difficili” dei bambini da 1 a 5 anni. Per me lettura illuminante ed essenziale: alla luce delle nuove scoperte sullo sviluppo del cervello, spiega come interpretare certe reazioni e come possiamo rispondervi.
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Il linguaggio emotivo dei bambini di Debora Conti è un’altra ottima risorsa per capire meglio le crisi dei più piccoli.
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Cito, anche se non ne è uscita ancora la traduzione italiana, un altro libro di Isabelle Filliozat da cui ho tratto numerosi spunti: “Il me cherche!“, in cui si concentra sui bimbi tra i 6 i gli 11 anni, con lo stesso principio.
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Per saperne di più invece su come modificare un’abitudine, consiglio caldamente il nuovo libro di Luca Mazzucchelli, “Fattore 1%“. Ottimi spunti, lettura gradevole, e utilissimo.
E’ un articolo con tanti spunti e consigli importanti in diversi campi, terrò a mente e seguirò il tuo articolo.
Grazie Zelda, spero che ti sia utile!
io non ho figli e sinceramente non saprei cosa dire in questa situazione. Il tuo articolo comunque l’ho trovato ricco di suggerimenti utili che condividerò con le mie amiche
Grazie Anna!
Anche a mio figlio a volte va in crisi,soprattutto quando gli dico di fare qualcosa che a lui non va!
già, un classico! per questo a volte usare le parole giuste e il tono pacato possono fare la differenza
Questi consigli mi servono molto, sono sempre parecchio agitata
Conosco bene la situazione. Mia figlia aveva queste crisi molto spesso da piccola. Ora abbiamo risolto. Con lei la tecnica che funzionava di più erano gli abbracci.
gli abbracci sono magici! a volte li “uso” anche per calmare me stessa 🙂
Avrei dovuto leggere questo post 15 anni fa, quando mio figlio era piccolo e ogni tanto si lasciava andare a queste crisi. Per fortuna col tempo e con la pazienza ho imparato a gestirle e a calmarlo.
Quando iniziano con io voglio, mamma io voglio… è finita! Bisogna imparare a tenere la calma e il sangue freddo…specie quando si è fuori e gli occhi di tutti ti stanno addosso, pronti a vedere quale sarà il passo del genitore!
Io soffro moltissimo di questo. Vivo in una situazione che non mi è congeniale. E questo mi porta ad essere sempre tesa, nervosa, arrabbiata. Niente mi calma, anzi, tutto mi agita ancora di più, se mi trovo in una determinata situazione con determinate persone. L’unica cosa che per me funziona è mettermi le cuffie e guardarmi un bel film. Ho la mia top 3 dei film da guardare per calmarmi e lasciar scorrere tutto, anche se cmq non sfogare la rabbia non fa molto bene.
una tematica che mi ha fatto tanto piacere approfondire, davvero ben trattata, apprezzo molto i consigli soprattutto in merito a quello che si può fare per aiutare i nostri figli
Queste dieci tecniche sono davvero valide. La prima cosa che faccio anch’io, quando c’è una crisi, mi allontano un minuto (magari andando solo in bagno o in un’altra stanza a respirare!)
Poi torno e almeno i miei neuroni si sono resettati. Poi ai suoi verrà di conseguenza appunto per la storia dei neuroni a specchio.
Altrimenti si rischia solo di fomentare il circolo vizioso. Complimenti per l’articolo.
dopo una crisi di nervi sono un po’ restia al contatto fisico purtroppo, ma sono caratteri
Ottimi suggerimenti, a volte sembrano semplici e banali, ma quanto difficile adottare questi comportamenti. Fra tutti per me due sono le cose che più mi tranquillizzano: uscire, andre fuori per un istante e poi sorridere, magari sforzandomi e provare a ridere. In genere funziona
Io trovo molto utile la respirazione. Fare grandi respiri, contare fino a dieci prima di dire qualsiasi cosa aiuta sicuramente.
Non sono mamma e non sono nemmeno fidanzata. Mi arrabbio con altre persone lo stesso comunque. Sopratutto mi innervosisco molto quando gli altri mi fanno perdere tempo e non riesco a combinare niente. E ho visto che da sola non perdo tempo e faccio un sacco di cose, quindi non mi arrabbio. E mi diverto pure. A questo punto ho trovato buona questa soluzione.
I bambini rappresentano un mondo straordinario anche se, talvolta, può essere difficile ‘gestire’ le loro crisi. Ho trovato particolarmente illuminante la tua descrizione dei neuroni specchio. Rende perfettamente il loro ruolo.
Maria Domenica
Utilissimo e dinamiche reali!! Terrò a mente i consigli!!
Grazie dei consigli, alcune tecniche x far sbollire il nervoso le conoscevo, altre no.
Ho letto tutto d’un fiato il tuo articolo e mi sono rivista nelle mie crisi di rabbia e di pianto di qualche anno fa! Ah se qualcuno allora mi avesse detto di respirare, o mi avesse concesso di fare una passeggiata… forse mi sarei goduta di più mia figlia. Invece sola, mi sono dovuta arrangiare come potevo. Ora grazie alla kinesiolovia sono diventata calma e riflessiva, e sfitto pienamente l’ empatia. Davvero un gran bell’articolo complimenti!
Io non ho figli, ma lo trovo molto interessate quest post, lo girerò alle mi amiche che hanno figli.
Devo farle provare a mio marito queste tecniche per capire se funzionano con me 😉
Grazie! Un articolo che è arrivato al momento giusto
Anche noi ci siamo trasferiti da poco e mia figlia grande (3 anni e mezzo, mica 18 😅) è decisamente in crisi e scoppia in crisi incontrollabili ogni 2 x 3
Lo so che il cambio è alla base ma non riusciamo ad uscire dal loop
Cercherò di mettere in pratica i tuoi consigli
Credo sia davvero importante conoscere modi per tranquillizzarsi s per riuscire a stare meglio
Un articolo davvero interessante, me ne ricorderò quando sono stanca stressata e non ho voglia di far nulla se non sprofondarmi nel divano. Grazie per le info