gentilezza valore di un tempo

3 motivi insoliti per insegnare la gentilezza oggi. Anche se ci sembra fuori moda.

Che cos’è la gentilezza? Ci sembra che non valga più la pena essere gentili, eppure.. Insegnare la gentilezza ai tuoi bambini può essere un notevole investimento per il loro futuro.  Ecco 3 motivi per cui la gentilezza è sempre di moda. 

gentilezza bambini
La gentilezza fin da bambini

Per insegnare la gentilezza, dobbiamo sapere cos’è

Cominciamo dalla sua definizione: la gentilezza caratterizza una persona:

    • “la cui azione è premurosa, cordiale, amabile e disponibile, piacevole per gli altri”;
    • “che esprime nobiltà d’animo(…)”;
    • “la cui azione manifesta benevolenza, sentimenti amichevoli”.

    Per chiarire i miei propositi : non sto parlando della gentilezza di facciata. Non faccio riferimento a quei codici di condotta che ci fanno dire sì quando pensiamo il contrario, la maschera di cui ci parla Thomas d’Ansembourg nel suo profondo e rivoluzionario  “Smettila di essere gentile. Se non sei autentico

    No. Insisto coi miei figli perché siano “gentili” nei gesti e nelle parole che usano perché si tratta, per come la vedo io, di un esercizio di empatia.

    Considero come un valore l’affetto che nutriamo gli uni gli altri e per noi stessi, e come questo debba manifestarsi attraverso i nostri gesti e le nostre parole.

    Quando penso alla gentilezza, penso al rispetto. Rispetto per gli altri e per noi stessi.

    Se mi rispetto, esigo essere trattata con parole e azioni giuste; e se rispetto l’altro, voglio trattarlo a mia volta con parole e azioni giuste.

    Quando penso alla gentilezza, penso all’amore nel sentirsi insieme, in sintonia, sapendo fare richieste ed esprimere bisogni senza accuse, né giudizi.

Perché insegnare la gentilezza oggi?

Forse stai pensando, “Quante belle parole mielose, non viviamo mica a Puffolandia! Io quando mi arrabbio non ho voglia di essere gentile! E poi, perché essere gentili, visti tutti i cafoni là fuori?”

Siamo d’accordo. Non si tratta di punto in bianco di mettersi a diffondere solo buoni sentimenti (anche se.. non sarebbe male secondo me).

Si tratta di avanzare a piccoli passi verso la padronanza delle parole che usiamo e delle nostre azioni, essendo coscienti dei loro effetti.

Posso avere un messaggio scomodo o spiacevole da trasmettere; il modo in cui lo comunico cambierà probabilmente il modo in cui quel messaggio sarà ricevuto. La reazione al mio messaggio sarà diversa!

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Esempio pratico con gli adulti

Facciamo un esempio concreto: il nostro compagno/a (marito/moglie/amico eccetera) non ha lavato i piatti in nostra assenza, e avremmo davvero voluto che lo facesse. Siamo insofferenti, innervositi.

Dire alzando la voce: Uffa non lavi mai i piatti! Devo fare sempre tutto io!

è molto diverso da : Vedo che i piatti sono ancora da lavare. Sono davvero stanca/o stasera, ti spiacerebbe occupartene tu per favore?
(e mi raccomando, niente sarcasmo o ironia !)

Mettiamoci un istante nei panni di questo compagno/a che non ha lavato i piatti, e ascoltiamo le 2 frasi. Non è la stessa cosa.

Ascoltando la prima, avremo probabilmente voglia di difenderci. “Non è vero!!”

Mentre nel secondo esempio, potremmo provare empatia verso il nostro compagno/a stanco/a, e proporre una soluzione“Non ti preoccupare, sono stanco anch’io, ma domani mattina li lavo io prima di andare a lavorare.”

(Attenzione! La stessa cosa si applica anche ai bambini quando fanno qualcosa che non ci piace…)

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Esempio pratico coi bambini.

Quando i miei arrivano in cucina a fine pomeriggio urlando : MAMMAA! LATTE !

mi innervosisco leggermente. Lo prendo per un capriccio. Dentro di me, ho dei campanelli d’allarme che mi mettono in allerta : non si mangia prima di cena! Non sono la vostra cameriera! E anche, che fastidio queste urla!
Non corrisponde all’immagine di felicità e buoni sentimenti..

Invece, quando vengono da me tutti seri e mi dicono : Mamma,ho davvero fame, posso avere un bicchiere di latte per favore?

Il mio stomaco si mette a brontolare. Anche io ho fame.. Sorrido all’espressione tutta tesa sui loro visini.. Dai facciamoci un’altra merenda tutti insieme!

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#1. Insegnare la gentilezza promuove empatia

Non sto parlando di manipolazione; di controllare parole e azioni in modo da riceverne una particolare risposta. Forse sarà filosofico e pretenzioso; ma per me, è l’ordine delle cose che fa la differenza.

Mi spiego meglio. Nel rapporto con un’altra persona, quando voglio entrare in contatto con lei, inizio con il salutarla (cioè la riconosco come persona); poi la ascolto, possibilmente senza giudicarla.

Quando manifesto la mia gentilezza, aumento le possibilità che l’altra persona abbia a sua volta voglia di intrattenere con me una relazione, ascoltandomi e manifestandomi la sua gentilezza.

insegnare-la-gentilezza-empatia
gentilezza e empatia

Non si tratta di fingere gentilezza per ottenere qualcosa. Piuttosto, incarnare noi la gentilezza, e usarla naturalmente nelle nostre interazioni.  E così facendo, insegnare la gentilezza ai nostri bambini, con l’esempio.

La gentilezza è strettamente legata all’empatia, e alla compassione.

Perché? Per poter agire in modo sinceramente gentile, ci mettiamo  nei panni dell’altro. Ascoltiamo le nostre emozioni e quelle altrui senza giudicarle, per entrare meglio in sintonia.

In fondo, siamo programmati per sentire l’altro e capirlo fin dalla nascita! Avviene attraverso i nostri neuroni specchio.

Da un punto di visto evolutivo, ha il suo senso. Da neonati, stiamo bene quando i nostri genitori sono vicini a noi e capiscono i nostri bisogni; evitiamo quindi di andare in giro e metterci in pericolo – assicurando quindi la nostra sopravvivenza.

Esteso alla società, i neuroni specchio ci permettono di imparare molto più in fretta imitando gli altri, e soprattutto, e creare dei legami più forti tra noi : insieme, siamo più forti che da soli contro i pericoli.

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#2. Insegnare la gentilezza promuove benessere

Riprendiamo la definizione : una persona gentile agisce in modo “premuroso,  amabile e piacevole per gli altri”.

Piacevole. Che fa bene. Agli altri come a noi stessi.

Quando diamo o riceviamo un aiuto, una parola dolce o incoraggiante, un abbraccio o una carezza, il nostro cervello reagisce producendo delle sostanze neurochimiche come l’ossitocina e la serotonina, che portano numerosi benefici al nostro organismo (tanto che una carenza di serotonina sembra essere legata a episodi di depressione).

Trovate un altro articolo con altri spunti di approfondimento sugli effetti della gentilezza sulla nostra salute a questo link.

Come abbiamo visto parlando degli effetti positivi delle coccole, tenerezza e dolcezza riducono inoltre la produzione di cortisolo, l’ormone dello stress.

Un livello eccessivo di cortisolo può essere molto pericoloso per il cervello dei bebè e dei bambini, nonché avere degli effetti nefasti sulla salute degli adulti.

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#3. Insegnare la gentilezza va a braccetto con lo smettere di lamentarsi – e si vive meglio

gentilezza elogio
Elogio alla gentilezza

Forse sono vecchia dentro o all’antica, ma io ci tengo a che mi si dica Buongiorno – Per favore – Grazie – Arrivederci. A insegnare la gentilezza ai miei bambini. Una prima domanda dunque si impone.. e io ? Sono gentile ?

Ho iniziato a prestare più attenzione alle mie parole, ad ascoltarmi, dopo aver ascoltato un intervento di Christine Lewicki, il cui titolo è lo stesso del suo libro, “J’arrête de raler” – in italiano, “Basta, smetto di lamentarmi!”.

Vi lascio il link alla conferenza, è in francese e avete la possibilità di mettere i sottotitoli in inglese o francese se per caso parlate una delle due lingue :

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Inizialmente pensavo che il soggetto non mi si addicesse. Io sono una persona gentile; e in più, non mi lamento molto. Ma poi, pian pianino.. ascoltandomi..ho notato che il tono di voce, le espressioni che uso assomigliano molto a quelle di uno che si lamenta.. E lamentandomi, sparando giudizi .. be’, non sono propriamente un modello di gentilezza.

Qualcosa ha fatto clic dentro di me. Come posso pretendere che i miei figli siano gentili, se io stessa urlo appena sono arrabbiata o innervosita ?

Se i bambini litigano tra loro, e uno dei due inizia a urlare, picchiare o strappar via di mano un gioco all’altro, propongo loro di fermarsi e di parlarsi. Come farmi ascoltare se urlo anche io? Se non mi metto prima in ascolto dei bisogni dei miei figli e non entro in sintonia con loro?

Tempo.. Ci vuole tempo.. La strada è lunga, ma almeno rendiamocela piacevole !

Gentilezza, davvero un valore in via d’estinzione?

Per concludere, mi spingo fino a sostenere che la gentilezza salverà il mondo. Ci avvicinerà gli uni gli altri, nonostante le nostre differenze. Ci farà sorridere anziché piangere. La gentilezza ci regalerà la pace, dentro e fuori di noi. E poiché ne sono convinta, sì bambini, dovete sempre dire per favore.

E soprattutto devo dirlo io, a ogni richiesta. Grazie. Come stai? Guardandoti negli occhi e ascoltando davvero la tua risposta.

Osiamo compiere gesti di vera e autentica gentilezza intorno a noi. Osiamo vivere la gentilezza.

Cose ne pensate? Troppo idealista? O anche voi vi sentite meglio quando qualcuno è genuinamente gentile con voi? E se siete d’accordo con me, condividete questo articolo ! 

2 commenti su “3 motivi insoliti per insegnare la gentilezza oggi. Anche se ci sembra fuori moda.”

  1. Bellissimo questo articolo, è il mio preferito di quelli che hai scritto fino ad ora. Non c’è niente di più potente della gentilezza.
    GRAZIE!!

I commenti sono chiusi.

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