Magari sei il tipo di persona che tende a evitare i conflitti, misurando le tue parole per far piacere agli altri. O al contrario, hai una miccia interiore pronta ad accendersi al primo soffio di vento: ogni occasione è buona per una sana litigata. Forse sei stufo di mediare ai litigi tra bambini (o tra adulti); non ne puoi più di sorbirti le urla per chi potrà bere dal bicchiere blu anziché quello verde. O di fare il poliziotto che mette fine alle risse confiscando il pallone ormai sgonfio ma bello colorato. Come imparare a gestire un conflitto in modo positivo? Vediamo qualche strategia utile a tutte le età!
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Un bisticcio come un altro
Siamo finalmente a casa, un fine pomeriggio tranquillo. Mentre metto a posto la spesa, vedo con la coda dell’occhio mia figlia che sistema una copertina dai disegni rosa sul pavimento del corridoio.
Resta un minuto a giocare su questo letto improvvisato, e poi se ne va in camera.
Suo fratello, che fino a quel punto si stava occupando con una tartaruga luminosa di quelle da tirare, prende in silenzio il posto di sua sorella. Si fa un guscio protettivo con la coperta, non senza essere corso a prendersi il suo peluche.
Ah! Non è magnifico quando i bambini riescono a giocare da soli e io riesco finalmente a sistemare tutto tranquilla!
Detto, fatto (la legge di Murphy non perdona), mia figlia esce di nuovo dalla camera. Attenzione perché la scena è veloce:
si paralizza un nano-secondo alla vista di suo fratello sulla copertina, si riprende, raggiunge il fratellino
Ce l’avevo prima io!
Tira forte per riprendersi la coperta, ma poiché c’è suo fratello sopra e non ci riesce, lo spinge via forte finché lui non cade.Si strappano i capelli (nel senso letterale del termine) fino a che, tra urla di rabbia e dolore, mia figlia riesce a riprendersi l’oggetto conteso e si allontana, salvo essere richiamata all’ordine da
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i pianti disperati di suo fratello
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L’alto-là di sua madre.
Ha iniziato lui! Avevo messo molto impegno a sistemare tutto e lui ha rovinato tutto!
Reazioni dei genitori ai litigi tra bambini
Primo istinto : prendere parte. Personalmente, non riesco a sopportare il ricorso alla violenza per risolvere un problema, indipendentemente dalla causa..
Secondo istinto : sanzionare, che sia con una sgridata o con una punizione (o una combinazione delle due, perché no?)
Terzo istinto : urlare e perdere la calma. “Non è possibile che non posso mai lasciarvi da soli due minuti senza che finiate col litigare e farvi male..!!”
Talvolta, finendo in una escalation di gesti e parole sempre più forti.
Hai già sperimentato una di queste tecniche?
Mi arrabbio, quindi, in primis con mia figlia, per le sue maniere forti. Da qualche tempo è piuttosto brusca con suo fratello, e ha delle crisi di rabbia al primo segno di non conformità al suo volere.
Mi risponde, ovviamente; pensa di avere dei validi motivi a giustificare il suo comportamento. Io mi innervosisco sempre più, lei urla, io urlo, “in camera tua!” Pianti. Riconciliazione.
Tutto questo è riuscito a evitare altre crisi?
Ovviamente no..
La scala del successo
Qualche giorno dopo, un po’ scoraggiata dalle reazioni di mia figlia, il mio sguardo si posa su un poster appeso al muro della segreteria della scuola, “la scala del successo”.
In mezzo alla scala, un problema; sulla parte superiore, in verde, sono rappresentate le strategie utili a risolvere un conflitto. Nella parte bassa, in rosso, le strategie che portano a una risoluzione negativa, fino all’uso della violenza.
Ma sai, quello che mi ha colpito non era la possibilità di spiegarlo a mia figlia. All’inizio, mi sembrava una cosa troppo complicata per una bambina della sua età che non sa ancora leggere.
No, quello che ho notato era quanto mi ritrovassi in alcune delle scelte segnate in rosso:
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rifuggire il problema. Non è quello che faccio ogni volta che qualcuno mi domanda qualcosa cui vorrei tantissimo dire di no, ma per amore di pace, non dico niente e acconsento?
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urlare o piangere. Come quando ne ho abbastanza dei litigi tra bambini e urlo “Smettetela di urlare!!”
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senza parlare dello scappellotto occasionale (che assolutamente detesto, in molti Paesi è per fortuna vietato per legge, ma la cui idea mi ha talvolta attraversato lo spirito)..
Insomma, ero io stessa in grado di gestire un conflitto? Non di evitarlo, ma di gestirlo da adulta che si afferma positivamente..
Ho trovato l’idea del poster fantastica, perché mi rinviava immediatamente agli occhi le scelte possibili, e la direzione in cui ognuna mi avrebbe portato.
Da cui la questione : sono un modello per i miei figli quando si tratta di gestione dei conflitti? O può essere che loro non sappiano come fare, visto che nessuno dà loro il buon esempio?
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Gestire un conflitto? Facciamoci le domande giuste
Rivediamo insieme le strategie che usiamo di solito:
Quando urliamo, prendiamo le parti di uno o dell’altro, per finire con una punizione, cosa facciamo in realtà?
Agiamo per reazione automatica allo scopo di:
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Far smettere immediatamente una situazione che non ci piace.
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Sentirci di nuovo in controllo della situazione. Sono io che ho il potere di dire chi ha torto e chi ha ragione.
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Fare evacuare le nostre frustrazioni.
È una reazione che però funziona solo sul breve periodo.
(Perché ho imparato che per una soluzione duratura, eh.. bisogna pianificare e agire a monte,anziché reagire!)
Che cosa vorresti ottenere?
(Domanda personale da porsi)
Della tranquillità immediata in casa (soluzione a breve termine; talvolta necessaria quando non ne possiamo più);
o piuttosto che i miei figli imparino delle strategie utili per la risoluzione di qualsiasi tipo di conflitto (soluzione a lungo termine)?
Purtroppo, la soluzione di lungo periodo è sempre quella più faticosa nell’immediato! Ci richiede di rivedere i nostri comportamenti. Ma poiché ne avevo abbastanza di dover consolare il mio piccolino dai colpi di sua sorella, di vedermi urlare inutilmente.. Bisognava ben tentare.
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1° Tappa nei litigi tra bambini : Neutralità
La prima cosa che ho imparato è che sarebbe meglio restare completamente neutrali. Vi sono due motivi principali:
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Da una parte, insegniamo ai nostri figli a contare solo sulle loro forze. Ho dovuto rendermi conto che mio figlio finiva sempre col chiamarmi al primissimo segno di un bisticcio con sua sorella, senza nemmeno provare a dirle cosa non gli andasse. Ora, nella vita vera, non saremo sempre là per spalleggiare i nostri pupi..
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L’attaccante ha spesso una ragione dietro al suo comportamento aggressivo. Una gelosia, una provocazione o una reazione a delle tensioni accumulate..
Quando ci immischiamo nel conflitto, finiamo col riprodurre un “triangolo drammatico” in cui i membri coinvolti assumono il ruolo di vittima, carnefice o di salvatore.
Questo gioco psicologico rinforza delle credenze incoscienti che riproduciamo nel corso della nostra vita :
- Esisto solo se esercito il mio potere sugli altri (il carnefice);
- Sono responsabile per gli altri, dimentico i miei bisogni per sentirmi utile (il salvatore);
- oppure esisto solo manifesto la mia sofferenza (la vittima).
Interveniamo durante un litigio tra bambini assumendo il ruolo del salvatore per la vittima; ma quando infliggiamo una punizione senza considerare il punto di vista dell’altro, prendiamo il ruolo del carnefice, e il bambino diventa vittima a sua volta…
E a volte, inconsapevolmente, i bambini finiscono col provocarsi a vicenda per poter ottenere un certo tipo di attenzione da parte nostra.
Inoltre, quando interveniamo, dimentichiamo spesso di considerare i nostri schemi interiori : per esempio, se abbiamo tendenza a preferire uno o l’altro dei nostri figli, o le femmine rispetto ai maschi; il maggiore rispetto al minore ..
C’è un ultimo vantaggio al non immischiarsi nella risoluzione dei litigi tra bambini: col tempo, smetteranno di venirti a cercare, e cominceranno a gestire la faccenda da soli!
2° Tappa nei litigi tra bambini: dare l’esempio di un tempo di pausa
Per me questo è il punto più delicato.
Sai quando tuo figlio scoppia in una crisi, per esempio perché gli hai appena vietato l’ennesimo pezzetto di cioccolato.
Piange, urla, tira calci, e tu sei là a cercare di spiegargli “Ne hai già mangiato troppo amore, ti fa male poi. Potrai mangiarne un pezzetto domani se vuoi”.
Solo che lui è talmente annegato nelle sue emozioni, che non può ascoltarti. Allora, tu ti arrabbi a tua volta…
Nostro figlio è “ubriaco” di emozioni in questo momento: gli risulta impossibile ragionare e riprendere l’uso della sua corteccia prefrontale finché non si sarà calmato.
Lo stesso vale per noi, senonché i bambini hanno una corteccia prefrontale ancora immatura.
I litigi spesso nascono a causa di un evento che ci ha fatto perdere il controlo, dove non riusciamo più a gestire e controllare le nostre reazioni emotive.
Quando litighiamo col partner, spesso è sera no? Abbiamo bisogno di evacuare le tensioni accumulate durante il giorno. Ma difficilmente sappiamo dire: “Stop. Ho bisogno di un momento da solo per calmarmi.”
Ebbene, questa è la CHIAVE per qualunque problema : calmare mente e corpo prima di reagire.
Provo a insegnarlo ai miei figli, proponendo loro un ruolo isolato dove possano calmarsi da soli ( col mio aiuto).
Ma mi sono dovuta rendere conto che io stessa non do il buon esempio. Penso che saper esclamare : “mi sdraio due minuti nel mio letto per potermi calmare perché sono arrabbiata” sarebbe ben più efficace di mille spiegazioni.
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3° Tappa nei litigi tra bambini: bada a quello che dici!
Se vogliamo restare davvero imparziali e dare il buon esempio, dobbiamo anche scegliere bene le parole che usiamo.
Perché dietro certe esclamazioni, si nascondono critiche e giudizi!
I litigi rappresentano un’occasione unica di apprendimento! Quindi, anziché mostrare intolleranza o sprezzo, siamo contenti di questa opportunità! 😉
Le parole chiave secondo me sono : scelta, responsabilità, e regole. Ti spiego.
Quando il nostro angioletto reagisce dando un calcio all’altro, ha fatto una scelta sbagliata. Non è cattivo in sé (attenzione alle etichette!), ma non ha scelto la migliore strategia.
Possiamo dirglielo! Descriviamo la situazione, e poi chiediamogli: “Cosa avresti potuto fare? Che possibilità avevi? Tu cosa hai scelto? Avresti potuto scegliere diversamente?“
Perché i bambini imparino a gestire i conflitti, è utile chiedere loro di riflettere alle loro scelte, e di trovare loro stessi una soluzione.
Cosa puoi fare per riparare il tuo torto? Come potete mettervi d’accordo per condividere questo gioco?”
Un’astuzia preventiva che ho trovato utile è quella di fare un rapido ripasso delle regole. Prima di andare a giocare a casa di qualcuno ad esempio, possiamo chiedere: “Quali sono le regole per giocare bene insieme? Cosa facciamo quando il nostro amichetto vuole giocare col trenino che volevamo tenere per noi?” lasciando i bambini esprimersi (e guidandoli un po’ ovviamente).
Nel caso di una “cattiva scelta” davanti a un litigio, sarà molto più facile ricordare le loro regole, e eventualmente stabilire insieme una conseguenza.
4° Tappa nei litigi tra bambini: la descrizione
Questa tappa è fondamentale per integrare bene quelle precedenti.
L’obiettivo? Abituarsi, e abituare i bambini, a stabilire dei legami di empatia, a interrogarsi sui propri bisogni e su quelli altrui.
Quindi, quando tuo figlio ti chiama per sistemare un litigio con sua sorella:
Se eri presente alla scena descrivi quello che hai visto, prima di lasciare che ogni bambino si esprima;
se non eri presente invece, fai in modo che ciascuno possa parlare e esprimere i suoi sentimenti.
Alla fine, ripeti ad alta voce i due punti di vista. Questo li aiuterà, da una parte, a sentirsi compresi, facendo immediatamente scendere la pressione; e d’altra parte, a far loro capire il punto di vista altrui – facilitando così la ricerca comune di soluzioni.
Conclusione
Quando vediamo i nostri bimbi litigare, vorremmo che la smettessero, che andassero d’accordo. Ma dimentichiamo che il non essere sempre d’accordo, l’essere diversi e anche lottare per ottenere una qualche egemonia (non fosse altro che per ricevere più attenzione) è NORMALE.
I bambini imparano così a difendersi, affermarsi, e anche a capire i vantaggi della collaborazione.
Quindi anziché cercare di evitare il conflitto, o punirlo.. approfittiamo di questa eccellente lezione di vita!
Insegnerà loro che hanno il diritto di esprimere il loro disaccordo e la loro differenza, e come farlo rispettando l’altro.
Insegnerà loro anche che hanno sempre una scelta, e che abbiamo ogni volta l’opportunità di migliorarci.
Ma come fare all’inizio?
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Intanto, puoi stampare e usare questo poster, che saprà parlare anche ai piccoli permettendoti di dar loro strategie concrete per risolvere i loro problemi.
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Quando uno dei bambini non vuole prestare un suo giocattolo, è contro-produttivo obbligarlo. Se i bimbi sono ancora piccoli per una ricerca di soluzioni, una buona alternativa è quella di affidare al bimbo che piange perché non ha potuto giocare col trenino di suo fratello una missione speciale, per farti un favore e responsabilizzarlo un po’.
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Puoi proporre dei giochi di ruolo in cui tu fai il bambino, mostrandogli quindi, attraverso il gioco e un modo di fare buffo, le opzioni disponibili davanti a un conflitto.
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Dai l’esempio! Certamente sarebbe meglio evitare di litigare davanti ai bambini, ma se mai dovesse capitare.. È un ottimo momento per mostrar loro delle “buone tecniche” (o alla peggio, a posteriori, spiegare il perché di quelle “sbagliate”)
Risorse e referenze
Condivido alcuni articoli che ho preso come riferimento, e letture utili come sempre! Link a Amazon in questa pagina sono link di affiliazione.
Ma prima, ti chiedo 3 cose:
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Articoli :
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Conflitti tra fratelli? alcune strategie a confronto!
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Anche se non mi piace necessariamente il tono un filo duro usato in questo articolo, i consigli su come gestire i litigi tra bambini sono davvero completi e validissimi!
Libri :
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Questo libro, “Le ho provate tutte!” di Isabelle Filliozat, non riguarda solo i litigi, ma tutti i comportamenti difficili dei bambini. È completo, ben scritto (almeno nella versione francese), facile da leggere, e l’autrice è una miniera d’oro per i genitori. Insomma, a me è piaciuto tantissimo!
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Per i più grandi (a partire dai 6 anni), e dalla stessa autrice, puoi provare con questo quaderno di attività. Non è ancora uscito in italiano quello sui litigi, ma trovo che questo dedicato alla gestione della rabbia sia comunque molto pertinente.