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Le regole sono passate di moda?
“Bisogno di disciplina”… Che noia, che barba, ancora??! Se l’argomento ti fa sbuffare e stai per cliccare altrove, aspetta un secondo! Pensa all’ultima volta che qualcuno si è posteggiato in seconda fila impedendoti di uscire. O a quando tuo figlio non ha voluto fare i compiti, e tu lo hai giustificato davanti alla maestra. Poi, però, quando per l’ennesima volta si è rifiutato di mettere a lavare i calzini sporchi anziché lasciarli in giro per casa, non ce l’hai fatta più e avete litigato.. Il problema, oggi, è che non ci sono più regole! I bambini non hanno più punti di riferimento! Mai sentite queste frasi? Niente allarmismi. Ma se sogni un futuro brillante e pieno di soddisfazione per i tuoi figli, allora vale la pena guardare a questa faccenda della disciplina un po’ più da vicino.
Foto di :NeONBRAND
Quando nasce il bisogno di disciplina?
Andiamo con ordine. Sai quando, circa intorno agli 8-10 mesi e oltre, il tuo bimbo inizia a gattonare in giro, a esplorare con orgoglio? A un certo punto, si volta verso di te, e ti guarda con occhio indagatore.
Non è un caso. In inglese si chiama social referencing : ti sta implicitamente chiedendo : Cosa devo fare?
Troverà una faccia terrorizzata, gli occhi socchiusi e le sopracciglia tese con fare semi-minaccioso, o un gran bel sorriso incoraggiante?
[optin-monster-shortcode id="sai7bab1ena3mym458x5"]Dai, lo facciamo in automatico! Ricordi cosa abbiamo visto sul cervello del bebè? Fin da piccolissimi, se il loro cervello registra un nostro sorriso, si scatenano delle reazioni chimiche che fanno rilasciare dei neurotrasmettitori tra cui la dopamina, che ci fa sentire tanto bene.
A furia di collegare azione a reazione- cioè : se provo a mettermi in piedi mia mamma mi guarda estatica e io mi sento un eroe, rifacciamolo! Si rinforzano le connessioni. Il cervello cercherà di riprodurre la stessa situazione per avere la stessa risposta.
Questo processo vale per tutti gli apprendimenti. I bambini non hanno idea di come ci si deve comportare nelle varie situazioni e luoghi che si presentano, e guardano noi per capire come si fa.
Poiché nel mondo ci sono situazioni sociali e geografiche diversissime, che richiedono adattamenti ben diversi, nasciamo con un cervello ancora e per la maggior parte da sviluppare : si sviluppa sulla base delle esperienze relazionali che sperimenta.
Un sì o un no altro non sono che importantissime linee guida per sapere dove e come muoversi, e danno estrema sicurezza.
Solo per questa volta
Adesso, immaginiamo per un istante lo stesso bimbo un anno dopo. Torni a casa stanco morto dopo una giornata in ufficio. Ti senti in colpa, perché tuo figlio è stato tutto il giorno in asilo. Hai voglia di stringerlo forte e giocare con lui.
Dopo pochi minuti che vi siete seduti a leggere una storia, lui non ti ascolta più, se ne va in giro e inizia ad agitarsi.
Lo ritrovi in cucina, con le mani e la bocca sporchi di cioccolato, che ha trovato chissacome e chissadove.
Ma è quasi ora di cena! NO! Vorresti che ti restituisse il malloppo : non solo non ti ha chiesto nulla, ma mangiare dolci prima di cena ..
E ovviamente, scoppia il pianto disperato. Perché lui finalmente lo sa cosa vuole, e sta capendo che ha una sua volontà distinta dalla tua. Ha dovuto controllarsi tutto il giorno al nido. E adesso che ci sei tu, può lasciar andare tutte le tensioni.. Quel cioccolato diventa questione di vita o di morte.
Che fare? Vuoi solo passare una bella serata tranquilla. Hai discusso tutto il giorno coi colleghi. In fondo, è solo un cioccolatino, non ha mai fatto male a nessuno.. Dai, va bene, solo per questa volta..
Cosa vuol dire, bisogno di disciplina?
Pensiamoci un attimo. In questo mondo interconnesso di bisogni e desideri diametralmente opposti, abbiamo bisogno di regole per vivere insieme. Sarebbe ben complicato veder rispettati i nostri diritti se non ci fossero delle regole! Non dimentichiamo che dietro un no, c’è un sì a qualcos’altro.
Abbiamo bisogno di disciplina anche per noi stessi, quando vogliamo raggiungere un obiettivo e ci auto-imponiamo di seguire determinati passi per raggiungerlo. Difficile imparare a cantare se non cantiamo mai, insomma. O vincere una partita di calcetto se non ci alleniamo.
Non ti è mai capitato di trovarti in una situazione nuova e fare una gaffe perché non conoscevi le convenzioni del gruppo? Ma perché non me lo hanno detto?!
Mi è capitato un paio di volte di essere invitata a cena da persone di cultura e nazionalità diverse. Bisogna portare qualcosa? Si va ad aiutare in cucina o ci si fa servire? Ci sono argomenti tabù? Ragazzi, ma non sarebbe più semplice sapere questi dettagli prima di fare brutte figure?
Ecco, per i nostri figli è tutto come un invito a cena dall’altra parte del mondo : non sanno come comportarsi finché non glielo diciamo noi.
Non guardiamo sempre alle regole come una cosa da evitare, perché sono delle linee guida che ci danno infinita sicurezza. E anche libertà : puoi muoverti come vuoi all’interno di un determinato confine.
Psst! Con questo poster, finite le urla ! (be’, quasi 😉 )
Quando il bisogno di disciplina fa rima col tuo bisogno di rispetto
Ho impiegato mesi ad accorgermi che mia figlia a scuola si vestiva completamente da sola, mentre a casa sembrava una bambola di pezza affaticata e “dovevo” vestirla io..
“Dovevo” perché volevo fare di corsa; perché non volevo iniziare la giornata coi pianti; e anche perché in fondo era un mio modo per coccolarla, per dirle che le voglio bene e mi prendo cura di lei..
E quindi inconsciamente ero io a scegliere, sentendomi costretta, sbuffando, lamentandomi.. “Possibile che a 5 anni non sei capace di vestirti da sola?”
Che non è neanche un bel messaggio alla sua giovane auto-stima.. Non mi rendevo mica conto che le stavo in realtà dicendo : “Non ti ritengo capace di fare da sola o di imparare, quindi faccio io per te“.
La giornata andava avanti. “Oggi non possiamo fermarci a giocare in giardino”, dicevo mentre i bambini erano già in cima allo scivolo. “Io vado, eh?” Non mi credevo nemmeno io..
“Potete guardare solo un cartone! E quando vi chiamo per la cena, niente storie oppure non ve li metto più.” “Dai mamma, ancora una puntata per favore ce lo fai vedere?”
E 3 episodi dopo, come ogni giorno, l’ennesimo pianto disperato perché bisogna spegnere per venire a mangiare.. La pasta che avevo preparato apposta in più sapendo che non avrebbero voluto neanche assaggiare il polpettone di verdura.
Come stupirmi se poi mia figlia mi rispondeva male? Se a 5 anni mi parlava già come una pre-adolescente? La sua sfrontatezza mi stava probabilmente dicendo:
“Mamma, io da sola non so cosa devo fare, ho paura, dimmelo tu! Come faccio a sentirmi sicura se le tue parole sono vuote? Non succede mai quello che dici. Quali certezze mi dai? Ma io ci riproverò a sfidarti per trovare il limite!“
Perché fai fatica a credere che ci sia ancora bisogno di regole
Sarebbe bello, eh?, se il nostro angioletto ci dicesse :
“Sai mamma, quando mi hai detto che non potevo mangiare più cioccolata ero proprio arrabbiato; ma meno male che me lo hai impedito, altrimenti sai che mal di pancia! Sai che cattiva educazione alimentare! Sono proprio fortunato ad avere una mamma come te che mi impone delle regole, ho proprio bisogno di disciplina!”
Forse te lo dirà tra una ventina d’anni. Forse.
Nel frattempo, ti farà sentire in colpa. Ti guarderà con gli occhioni del gatto di Shrek. Troverà il pianto più appropriato per arrivare dritto al tuo cuoricino di genitore pieno d’amore per la SUA creatura. Capirà dove andare a colpire.
I bisogni dei bambini non sono cambiati. Siamo cambiati noi genitori, nel bene e nel male.
Ricordo che quando ero bambina, erano pochi i compagni le cui mamme lavoravano. Oggi vogliamo realizzarci anche al di fuori delle mura domestiche, e in più ambiti, non solo quello lavorativo; il che può portare un enorme arricchimento.
È faticoso far rispettare le regole, soprattutto in quel poco tempo che abbiamo a disposizione; che la nostra mente idealizzava come “Poco tempo ma di qualità”.
Sorrisi, coccole e qualche gioco tranquillo, prima di mangiare e andare a letto, per lasciare anche un po’ di tempo alla coppia.
Per me è stato molto più facile fare la mamma buona che lascia correre, anziché rischiare il temuto conflitto (io odio i conflitti, in generale..)
Ti interessa un poster per insegnare ai bambini a non litigare?
Tuo figlio ha bisogno di disciplina, sai perché? Vuole sapere che lo ami
Poi, piano piano, ho capito che anziché investire nel loro futuro, stavo sperperando un’opportunità di insegnar loro delle cose fondamentali.
Quando ho finalmente rifiutato di mettere io le scarpe a mio figlio, all’inizio non ci riusciva da solo. Sbagliava, e si arrabbiava.
Ma quante feste quando c’è riuscito da solo! Dicendogli quel no, accettando quei primi pianti, ho permesso che affrontasse un fallimento, e la soddisfazione di riprovare fino a farcela.
Rispettare le regole vuol dire pazientare, capire i bisogni altrui, darsi degli obiettivi; vuol dire anche provare a infrangerle, sbagliare, e sperimentare le conseguenze.
Certo che non è facile! Ma è un esercizio anche quello.
Pensa a tutte le connessioni neuronali che si stanno formando nella testolina del tuo bimbo. Ogni volta che cade dal triciclo perché non ha frenato in tempo, si fa male, piange. A furia di cadere, però, il cervello impara a controllare meglio i movimenti. Meglio impararlo sul triciclo che sul motorino!
Crescendo, i limiti si allargheranno. E i tuoi bimbi proveranno sempre a vedere fino a dove possono spingersi.
Il tuo no, in fondo, è una rassicurazione (un po’ dolorosa) : i miei genitori sono qua a controllare che non vado oltre le mie possibilità. So che finché non intervengono, sono al sicuro. Ma se questi limiti non ci sono.. Chi bada a me?
Dopo che riserravamo le regole, una volta placate le ire e i pianti della mia primogenita, si rasserenava. Totalmente un’altra bambina. Avrei dovuto porre il limite prima che andasse così oltre da scatenare una crisi; volendo essere amorevole, avevo ottenuto l’effetto opposto.
Come fai a dare le regole : consigli pratici per rispondere al bisogno di disciplina
Sulla carta, sembra quasi facile.. Ma poi, non c’è una strategia che funziona sempre. La relazione tra te e tuo figlio è unica, e uniche sono le vostre reazioni.
Però qualche linea guida da tener presente c’è!
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L’età conta. Forse è scontato, ma spesso ci dimentichiamo che le capacità dei bambini evolvono con l’età.
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Poco è meglio. Soprattutto finché sono piccoli, meglio lavorare e rinforzare poche regole alla volta; possiamo aggiungerne di nuove man mano. Sarà più semplice per i tuoi figli ricordarsele, e per te sforzarti di farle rispettare.
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Chiarezza e precisione. Se ti senti dire “Fai il bravo”, fermati! Cosa vuol dire fare il bravo? Parla a bassa voce, resta vicino a me, .. ?
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Se lo dici, lo fai. Parlo per esperienza personale. Se presenti una regola e la conseguenza della sua infrazione, poi attieniti a quanto detto. Sempre. Per essere un punto di riferimento, le tue parole devono essere vere. Quindi pensaci bene prima ! Pianifica 🙂
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Le regole valgono per tutti. Quando dicevo ai miei figli che si mangia in cucina e poi io andavo per casa con un grissino in bocca, non ero molto credibile..!
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Dimmelo prima! Le regole del gioco si spiegano prima di iniziare la partita. E dopo un po’ che non giochiamo, ci dimentichiamo i dettagli.. Vale anche per la disciplina da tenere nelle varie situazioni. Prima di prendere l’autobus, spieghiamo quali comportamenti vanno bene e quali no. Di entrare in biblioteca; eccetera. Pensate sempre ai piccoli neuroni in movimento 🙂 Se la connessione non viene ripetuta, si perde!
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La positività vince. Anziché usare la negazione, spieghiamo quello che si può fare. E quando i bambini si comportano bene, diciamolo! Così lo sanno, e sapranno che hanno la tua attenzione non solo quando si comportano male.
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La vita è un gioco per i bambini. Gioca se vuoi che le regole siano recepite!
Che sarà mai, una piccola concessione?
Solo il buon senso e la tua esperienza potranno dirti come trovare un’equilibrata flessibilità.. Altrimenti sarebbe troppo facile! Io ci sto ancora provando 😉
Però il gioco vale la candela. Pensa:
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alla soddisfazione di sapere fin dove sai arrivare, dopo aver provato e riprovato.
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Alla sicurezza che provi quando sai esattamente come comportarti.
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A quanto ti senti bene quando entri davvero in relazione con una persona, perché sei riuscito a capire come si sentiva.
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All’aumento della tua autostima quando dopo vari fallimenti, non demordi, ci riprovi e ce la fai, da solo.
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A tutte le volte che riesci a mantenere un impegno con te stesso, e ne vedi i risultati.
Il rispetto delle regole insegna tutto questo al tuo bimbo, che un domani sarà adulto.
Non dico certo di lasciar piangere il tuo bimbo da solo in un cantuccio. Puoi abbassarti, guardarlo negli occhi, e aiutarlo a capire cosa succede.
“Lo vedo che sei arrabbiato perché non ti ho dato la cioccolata.Ti fa arrabbiare non avere subito quello che vuoi.”
Non penso neanche che sia possibile restare sempre calmi e padroni della situazione (ho gettato la spugna! ahah!). Inutile puntare a essere perfetti. Però poi possiamo spiegare: “Mi sono arrabbiato perché non hai rispettato la regola.”
Almeno insegna qualcosa sulle nostre emozioni..
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Vuoi che tuo figlio sia felice oggi o domani?
Lo so che ami tuo figlio disperatamente. Ti capisco : quando lo vedi disperarsi, fa male; ti senti rimesso in discussione.
Per questo, se l’insegnante ti rivolge un commento negativo sul suo comportamento, il tuo primo istinto è di difendere la tua prole e scagliarti contro la scuola. Forse anche per questo, il tuo primo istinto è cedere. Va bene, per questa volta.. Ristabilendo l’armonia.
Ma visto che ami questa tua creatura, pensa al futuro che vuoi per lui. Non per te, per il tuo riconoscimento, o la tua felicità. Per lui.
A meno che non vada a vivere in un’isola deserta, avrà bisogno di imparare a riconoscere i bisogni altrui. Ad aspettare. Negoziare con gli altri. A fare concessioni, stare nel gruppo.
Avrà bisogno di sapere quali sono le sue capacità, le conseguenze delle sue azioni e a rimediare quando sbaglierà (perché sbaglierà, come tutti)!
Meglio sbagliare quando le conseguenze sono piccole; e accumulare piccoli successi cui far riferimento in caso di difficoltà future, per sapersi dire: “Ce l’ho fatta ieri, posso farcela oggi” (pensa a quante connessioni cerebrali rinforzate!!)
Amare non vuol dire andare sempre d’accordo.
Amare vuol dire (anche) rispettare i propri limiti e quelli altrui.
Tuo figlio ha BISOGNO di disciplina, di quel tuo difficile no.
Così imparerà a rispettarti, a sapere che può contare su di te. Non gli serve la tua perfezione..Ma una guida per poter camminare da solo.
Risorse utili e riferimenti
Condivido con te alcuni articoli che ho preso come riferimento, e delle letture utili come sempre! I link ad Amazon sono link affiliati.
Ma prima, ti chiedo 3 cose :
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Articoli:
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Bellissimo sito di una pedagogista e autrice, Giorgia Veronese, che spiega “Perché servono le regole?”
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Questa è una spiegazione completa, chiara e semplice sull’importanza delle regole, proposto dalla psicologa Annabell Sarpato.
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La visione del fenomeno disciplina vista dalla scuola.
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E infine, un altro punto di vista per completare il quadro, dal sito di Luca Mazzucchelli.
Libri:
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Alcuni dei molti interessanti titoli di Daniele Novara, noto pedagogista italiano : Urlare non serve a nulla; Litigare fa bene; Punire non serve a nulla.
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“Le regole non bastano“, del psicomotricista e insegnante Pier Paolo Gobbi, si interroga sul ruolo delle regole nella crescita in adulti sereni.
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