Il bambino interiore e quel lungo percorso per diventare grandi

Commettiamo tutti degli errori. Soprattutto da genitori .. Permettetemi di condividere con voi un articolo un po’ fuori dall’ordinario .. Una riflessione profonda. Del tipo, pensate mai a quando eravate bambini? Vi ricordate come e chi eravate? Amate ancora il vostro bambino interiore? Lo so, sembra un viaggio sulla luna.. ma penso di aver trovato una connessione tra i nostri figli … e il nostro bambino interiore, e come possano fare grandi cose se glielo permettiamo! Mi seguite?

bambino interiore, da dove cominciare
Bambino interiore, da dove cominciare

Il primo passo : misurare i nostri errori

Sono appena uscita dalla seconda lezione del corso per genitori, organizzato a scuola dalla direttrice. Ogni volta, ne esco piuttosto recettiva emotivamente. (Il che è perfetto per scrivere!).

Mi sento forte di quello che ho appreso; più vicina in qualche modo agli altri genitori.

E anche, frustrata nel rendermi conto di tutti gli errori che ancora costellano le mie interazioni. Coi miei figli, e con gli altri. A volte, si tratta di cose che già so dentro di me, ma che non ho voluto vedere..

Allora, ecco cosa ho imparato questa settimana. Lo scrivo e lo condivido con voi, sperando che possa essere utile anche ad altri!

Campanello d’allarme numero 1

Errore #1 – Non do abbastanza regole. O non le seguo fino in fondo. Ecco perché così spesso io e mia figlia finiamo invischiate in una lotta al potere.. ha bisogno di limiti più chiari.

Certo, lo sapevo già; ma non sapevo come fissare queste regole, dove porre i limiti. Razionalmente, so cosa sia accettabile e cosa meno; ma non ho mai riflettuto a un piano d’azione per decidere quando e come intervenire.

Allora, mi rendevo conto che avevo posto dei limiti troppo alla leggera solo quando il comportamento dei miei figli mi esasperava. Quando reagivo emotivamente. A quel punto, i miei tentativi di riportare un po’ di ordine erano inefficaci, il che mi rendeva ancora più arrabbiata.. il gatto che si morde la coda.

A volte, sono piccole cose che si sommano, giorno dopo giorno.. Per esempio, è accettabile che sia ancora io a vestire mia figlia, ora che ha 5 anni ed è perfettamente in grado di farlo da sola? Che metta e tolga le scarpe a mio figlio, anche se a scuola lo fa da solo? O che cucini diversi piatti ogni sera per accontentare i gusti di tutti? Che debba dare 5, 6 o più avvertimenti prima di intervenire?

Mio marito reagisce prima e con più decisione di me, e non siamo sempre in accordo sui metodi.. A volte, crea della tensione tra di noi, e mi scatena una reazione automatica : mi schiero dalla parte dei bambini… (dev’essere tipo il peggiore degli errori che un genitore possa fare.. esiste una top ten?!!)

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Campanello d’allarme numero 2

Errore #2 – Non do sempre il buon esempio. Anche qui, una delle regole base di un buon genitore no?! Eh be’ spesso, quando voglio che i miei figli facciano qualcosa, li interrompo nel bel mezzo di quello che stanno facendo. Li chiamo ripetutamente e ad alta voce. Insisto finché non vengono da me.

Perché mi sorprende poi che facciano la stessa cosa con me? Perché mi fa arrabbiare quando mi chiamano non-stop, mentre sto parlando con qualcuno?

Come aspettarmi che siano empatici se non lo sono io con loro quando ne hanno più bisogno?!

Campanello d’allarme numero 3

Errore #3 – Non presto abbastanza attenzione. Torno a casa dopo il corso, e scopro per caso su Facebook che una delle mamme, il cui figlio è in classe col mio dall’anno scorso, è un’attivista siriana. Si batte in particolare per le donne, per promuoverne i diritti, in favore dell’uguaglianza di genere. (Potete leggere la sua storia nella mia intervista, qui).

E l’anno scorso, aveva provato a propormi di bere insieme un caffè, ma ero sempre troppo presa dai miei pensieri, corse e impegni, e non siamo mai riuscite. Non sono mai riuscita a trovare il tempo di accorgermi di che tipo di persona fosse, scoprire il suo coraggio.

Tuttavia, quando leggo di simili storie nei giornali, penso “Wow, incredibile!” E lei è là, la incrocio tutte le mattine, eppure non ho mai saputo nulla fino ad ora. Mi ci è voluto un intero anno. Qual è il senso di messaggiare con persone che sono lontane da me per mantenere i rapporti, e poi non accorgermi di chi mi sta accanto? Grande lezione per me.

Il secondo passo : considerare il nostro bambino interiore

Qualche tempo fa mi sono abbonata alla newsletter della coach francese Christine Lewicki, e così ho ricevuto l’invito a seguire l’Accademia del Femminile (“Académie du Féminin”)per una serie di conferenze web gratuite sul tema : “Scegliere l’Amore”.

Tra queste conferenze, ce n’era una che riguardava il bambino interiore, presentata da Emmanuel Ballet. (Ideatore, insieme a sua moglie Marie-France, di un metodo terapeutico chiamato Cœur d’Enfant – Cuore di bambino).

Le sue parole mi hanno profondamente toccata. Il suo modo di parlare non mi attirava, eppure..

La metafora del bambino interiore

Il bambino interiore metaforizza il nostro vissuto di quando eravamo bambini, le nostre esperienze, le nostre sensazioni; ma anche la nostra parte emotiva, creatrice, talvolta irrazionale, fatta di reazioni istintive.

La nostra vita di bambino continua ad esistere in noi anche una volta adulti, con le sue diverse età; continua a influenzarci con le sue ferite e slanci di vita spontanei, e a essere influenzata dal nostro vissuto di adulti.

Per vivere una vita piena, dobbiamo continuare a tessere e nutrire il legame con la nostra parte infantile, il che implica non ignorare le nostre emozioni. Al contrario, si tratta di imparare a lasciarci attraversare dalle emozioni, ad accoglierle senza farci trasportare.

Allo stesso tempo, seguendo la metafora, si tratta di accettarci con tutto il nostro vissuto, le nostre zone d’ombra, quelle parti di noi che forse sono state messe a tacere a un certo punto della nostra crescita.

Come dice bene l’autore, provare empatia e compassione per noi stessi, e anche per il bambino che eravamo.

Diventare genitori di noi stessi. Ok, lo so che suona un po’ strano, ma ora arrivo al punto!

bambino interiore a partire dei dubbi
Bambino interiore a partire dei dubbi

Fare da genitore al mio bambino interiore

Mi pareva un po’troppo psicanalitico come pensiero, però ascoltando questa conferenza mi sono sentita improvvisamente triste. Amare il proprio bambino interiore… ma certo che mi amo!

Ma poi ho provato a fare l’esercizio, a ricordarmi di me bambina, a rivedermi come se volessi davvero abbracciarmi, guarire delle mie ferite, amarmi come se fossi mia figlia.

All’inizio non ci riuscivo, l’immagine che avevo di me non era nitida. Mi tornavano in mente solo le foto che avevo visto spesso di me bambina.

Poi, poco a poco, mi è tornato in mente che avevo vergogna di me bambina. Per molto tempo non avevo più voluto vedere le mie foto, pensare al mio passato perché ne avevo vergogna, avevo voluto dimenticare questa parte di me.

Vergogna del mio corpo, del mio aspetto (e di come i miei compagni mi prendevano in giro).

Vergogna per la mia maldestra spontaneità

Mi sono resa conto che mi fa paura lasciar riemergere chi ero, perché ho ancora dei condizionamenti che mi fanno considerare la bambina che ero con uno sguardo riprovatore. Ho paura di poter diventare di nuovo quella bambina.

Come posso avere la pretesa di educare, amare incondizionatamente i miei figli se non riesco a farlo con me stessa? Posso essere un buon genitore se non so fare da genitore alla mia parte infantile?

Ok, è una metafora. Ma per diventare un buon genitore per i miei figli, voglio insegnar loro ad accettarsi, amarsi, a capire e identificare le loro emozioni e saperle gestire; a perdonare i loro errori e interiorizzare che sono degni del mio amore qualunque cosa facciano, qualunque cosa accada.

Devo ripartire da me. Sto iniziando appena a capire cosa voglia dire!

bambino interiore la sfida
Il bambino interiore : la sfida

Cosa vuol dire, fare da genitore al mio bambino interiore?!

Da quando mi sono messa a tenere questo blog, accumulato video e letture sullo sviluppo personale, sono incappata a più riprese su questa espressione, “Partorire se stessi”.

Mi è entrata dentro dopo la conferenza sul bambino interiore  : c’è tutta una parte di me che ho tenuto nascosta troppo a lungo, che ho ignorato e non ho voluto vedere.. ma che era ben viva in me quando ero piccola.

Sveglia!

Un giorno, non ricordo più come o perché ma sicuramente durante una fase di serendipità, ho scaricato il kit chiamato “wake-up”  dal sito di Christine Lewicki* (in francese).

Mi ci sono volute diverse settimane per leggerlo e riempirlo, perché inizialmente mi sentivo svuotata.

Vi spiego brevemente i principi, che sono più ampiamente dibattuti nel libro “Wake-up” di Christine (non ancora tradotto in italiano purtroppo) :

Il nodo fondamentale di tutta la storia, è che spesso viviamo dimenticandoci di noi stessi, presi dalla nostra routine, i nostri doveri, la nostra corsa, e non prendiamo il tempo per guardare dentro di noi per fare il punto e condurre la vita che desideriamo, con gioia ed entusiasmo e non per abitudine e dovere.

Christine esplora 3 credenze limitanti che ci ingannano e di cui bisognerebbe liberarci, e 4 principi fondamentali che potrebbero ispirarci per vivere il cambiamento.

1° credenza  : sentiamo il dovere di conformarci alle aspettative altrui.

2° credenza : siamo educati a un dovere di modestia, a nascondere ciò che esce dall’ordinario, le nostre particolarità.

3° credenza : abbiamo imparato che bisogna essere ragionevoli a ogni costo, dimenticando i nostri desideri.

I 4 principi

  1. Osare essere brillanti = uscire dalle limitazioni qui sopra descritte e osare essere pienamente noi stessi.
  2. Compiere atti all’altezza delle nostre ambizioni = agire, fosse anche solo un passetto piccolo al giorno, per mettere in atto il cambiamento che desideriamo. Questo ci permetterà di avanzare, a nostro ritmo.
  3. Creare la nostra realtà attraverso le parole che usiamo = dichiarare ad alta voce e in pubblico i nostri obiettivi, per renderli già in parte concreti, reali.
  4. Prendersi cura della nostra sorgente = lasciare nel nostro quotidiano un momento di silenzio, di connessione con noi stessi, per ascoltarci e nutrirci.

Continua poi suggerendo un’analisi più approfondita sulle parti di noi che teniamo nascoste e che forse abbiamo voglia di far riemergere.

Cosa ci appassiona, apporta della piacevolezza alla nostra vita, che abbiamo voglia di vivere ogni giorno?

Soprattutto : cosa posso fare fin da oggi per andare verso il cambiamento che desidero vivere?

*Christine Lewicki è fondatrice et direttrice della società O Coaching Inc., basata a Los Angeles in California. Autrice del Bestseller ”Basta, smetto di lamentarmi” et Coach aziendale certificata, tiene conferenze, formazioni ed è facilitatrice di gruppi MasterMind. Imprenditrice nomade, ha clienti negli Stati Uniti, in Canada, Asia et in Francia. Potete iscrivervi alla sua newsletter dal suo sito.

Qual è il legame tra tutto questo, il bambino interiore e i miei figli?

Se ho iniziato a scrivere e a crearmi questo spazio di condivisione, è perché avevo, in fondo a me, un desiderio forte di introdurre un cambiamento anche piccolo ma concreto nella mia vita.

Non sapevo bene a cosa avrebbe dovuto assomigliare, verso cosa sarei dovuta andare.

È camminando che ho iniziato a vedere il percorso che stavo tracciando.

Per scrivere ogni giorno, ho bisogno di nutrirmi, leggendo, ascoltandomi, prendendo il tempo per sedermi e trovare le mie parole.

Cercando, ho aperto la porta verso un universo nuovo, ho scoperto delle persone che sono come me in cerca, o che hanno vissuto un momento di dubbio nella loro vita; ho iniziato a esplorare una parte di me che avevo nascosto, senza rendermene conto.

Ho dovuto prendere coscienza dei sogni nella mia testa; e delle voci che mi dicevano che sarebbero rimasti tali, che non sarei stata capace di realizzarli.

Partorire me stessa, è ritrovarmi, per poter ritrovare le persone intorno a me.

Il tempo è la chiave

È incredibile, ma si finisce sempre là.

TEMPO.

Trovare il tempo. Prendere il tempo per respirare.

Un momento per mettere via il telefono e guardare i miei figli.

Il coraggio per notare le persone vicino a me.

Prendere il tempo per chiamare i miei amici.

Prendere il tempo per riflettere a cosa voglio insegnare i miei figli, e metterlo in pratica PRIMA che scoppi la confusione cosmica. PRIMA che siamo tutti imbevuti di emozioni.

Certo, non posso sempre fare tutto! Ma al meno posso riconoscere, in fondo a me, la priorità di ogni giorno.

L’amore è la porta

L’amore dovrebbe essere alla base di tutto, no? Amiamo i nostri figli più di ogni cosa. E noi?

Abbiamo bisogno dell’amore dei nostri figli? O ci amiamo abbastanza, per non doverci aspettare che i nostri figli compensino per la nostra mancanza di amor proprio?

Sono volutamente provocatoria. Ma in fondo, temo che una delle ragioni per cui non sono andata fino in fondo con le regole a casa, è stata la paura.

Intanto paura di sbagliare. E poi, paura di non essere amata in cambio.

Mi ha colpito di colpo. Forte e doloroso. Spesso, inconsciamente, voglio solo che i miei figli mi amino. Voglio solo che siano felici.

Ma questo, non li aiuterà a crescere come adulti affettuosi, indipendenti, capaci di prendere delle decisioni.

Questo aiuterà solo me, e a brevissimo periodo.

Fare i genitori e porre i nostri obiettivi

Sono una persona che ricerca il controllo pianificando e organizzando. È il mio pilota automatico. Una delle cose che cerco di imparare, è concentrarmi sul momento presente.

Quando ho iniziato a scrivere sul blog, e cercato un po’ di informazioni, ho trovato diverse volte questo consiglio da parte di altri blogger più esperti : definisci i tuoi obiettivi.

Obiettivi di corto, medio e lungo termine, di ciò che vuoi realizzare col blog. Poi, si elencano le azioni da compiere per arrivarci; si traducono in piccoli passi, secondo il tempo a disposizione.

Per me, questo si traduce in destreggiarsi tra visualizzare in grande il nostro futuro, e allo stesso tempo concentrarsi su ciò che possiamo fare ADESSO per arrivarci.

Credo che essere genitori sia un po’ la stessa cosa. Definisco i miei obiettivi, li traduco in piccole azioni concrete, e le metto in pratica ogni giorno. Ricordarmi l’obiettivo mi aiuta a non demordere, a sforzarmi ogni giorno nonostante la fatica del nostro quotidiano.

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Riparare i nostri errori

Il giorno dopo il mio corso non ho vestito mia figlia. Dopo la colazione, si è accorta di essere ancora in pigiama.. Ha iniziato subito a urlare “Mamma! Perché non mi hai vestito? Sei sempre stata tu a farlo!”

Col tono di voce più calmo che mi è riuscito, le ho spiegato la mia decisione. Mi sembrava che fosse giunto il momento che si vestisse da sola. Ovviamente, non ne era entusiasta.. Dopo qualche lamentela, le ho raccontato la stessa storia raccontataci il giorno prima dalla direttrice della scuola durante il corso :

“Sai, l’anna scorso a scuola c’era una bambina che non voleva mai prepararsi per andare a scuola. I suoi genitori erano sempre nervosi e stressati, perché arrivavano in ritardo al lavoro.

Un giorno, siccome, ancora una volta, la bambina non voleva saperne di vestirsi, i suoi genitori le hanno messo i vestiti in una borsa, l’hanno presa in braccio e messa a sedere in macchina.

Ma, una volta arrivati a scuola, la bambina si è accorta che la stradina che dal parcheggio portava all’ingresso era ricoperto di neve.

Lei era là, in pigiama, senza calze né scarpe, con i suoi vestiti in una borsa. Ha corso fino all’ufficio della direttrice (la stessa che aveva suggerito questa soluzione un po’ estrema ai genitori!), dove la bimba ha potuto cambiarsi in tutta discrezione, senza che nessuno la vedesse. Dal giorno dopo, era sempre pronta per tempo!

Vuoi anche tu andare a scuola in pigiama?”

C’è bisogno di dirvelo, che anche mia figlia era pronta e in orario quel giorno?

bambino interiore il futuro
Bambino interiore, il futuro

Il futuro

Figli miei, ecco la mia visione di voi nel futuro :

vi vedo come giovani adulti onesti che non hanno paura di esprimere chi sono. Che non hanno paura del futuro, di mostrare che hanno a cuore questo mondo e le persone e creature che lo abitano.

Vi vedo mentre prendete delle decisioni con consapevolezza, e assumerne la vostra responsabilità. Sentite che avete anche voi un ruolo in questa terra.

Saprete che le vostre scelte di ogni giorno hanno un impatto per voi come per quelli che vi circondano.

Quel giorno nel futuro, saprete che potete cambiare il mondo. Non per forza su grande scala; ma saprete che potete fare la differenza, secondo le vostre scelte.

Il vostro amore per la vita brillerà.

E adesso, lavorerò sodo per aiutarvi a tracciare il vostro percorso su questa terra, accompagnarvi per un pezzetto. Approfittando di ogni passo.

Qual è la vostra visione dei vostri figli, una volta adulti? Quali sono per voi le cose più importanti? Scrivete! E condividete questo articolo coi vostri amici se vi ha un pochino ispirato.

2 commenti su “Il bambino interiore e quel lungo percorso per diventare grandi”

  1. Trovo particolarmente interessante questo articolo e pieno di spunti per il mio lavoro di insegnante. Talvolta, presa dall’ obiettivo di svolgere la lezione fissata (a brevissimo termine) perdo di vista quello più importante che è quello di far crescere bambini sereni, contenti di stare a scuola e imparare insieme agli altri. Non sempre riesco ad ascoltare i bisogni di ciascuno, sopraffatta dalle voci dei bisogni di tutti. Però ci voglio provare.

    1. Immagino bene la difficoltà del prendere in conto i bisogni di tutti, e del restare in ascolto, anche quando si è sommersi da voci, brusio, piccole emergenze, interruzioni e cose da fare..Se già è complicato con i propri figli, figurarsi con un’intera classe! Ma forse ricordarsi la missione, il senso intrinseco della professione farà da guida 🙂 In bocca al lupo e complimenti!

I commenti sono chiusi.

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