Perché i bambini fanno i disobbedienti e non ci ascoltano? Questo è probabilmente uno dei motivi principali di lamentela tra noi genitori.
“Non mi obbedisce mai! Devo ripetergli mille volte le stesse cose!”
Vediamo un altro semplice passo per cambiare il nostro sguardo sulla disobbedienza e imparare ad interpretare il bisogno nascosto dietro i comportamenti dei nostri figli, e insegnar loro come trasformare questa caparbietà in un punto di forza.
Questo approfondimento è ideale se ultimamente hai dovuto affrontare discussioni senza fine coi tuoi bambini, scenate o rispostacce, o crisi di opposizione che non sai come prendere e interpretare. Il cambiamento inizia sempre da noi, e sempre con un primo, piccolo passo.
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I miei bambini sono disobbedienti, non ascoltano
Noi facciamo delle richieste “normali”.
Vorremmo che i nostri figli si lavassero i denti e la faccia almeno una volta al giorno, che si vestissero decentemente, che si mettessero la giacca quando fa freddo, o magari perfino che riordinassero i giochi una volta che hanno finito di usarli..
No va be’, questo anche alcuni di noi lo trovano difficile perfino da adulti.
Non ci capacitiamo del fatto che loro, anziché trovarlo ovvio, anziché farlo spontaneamente, ci dicano: “NO!”
E cosa facciamo a questo punto?
Insistiamo. Cerchiamo di farli ragionare. A volte proviamo pure a corromperli. E poi, spesso, finiamo con il perdere la pazienza e usare la forza.
Dieci minuti per mettere una giacca!
Prima tappa per capire come mai i bambini sono disobbedienti e non ascoltano.
Se avete guardato il video precedente sui capricci (e se non l’avete fatto, vi invito a farlo subito!) saprete che la prima cosa da fare, dopo un paio di respirazioni profonde, è..
Pensare, ricollegarvi al vostro obiettivo educativo.
Cosa voglio insegnare a mio figlio?
Cosa volete insegnargli?
A obbedire, o a pensare con la sua testa?
A essere rispettoso di sé e degli altri, o a usare la forza?
Perché spesso non ci poniamo la domanda, e poi ci troviamo a volere che i bambini imparino a ragionare e decidere per sé, ma spesso a pensare noi per loro; a voler loro imporre le cose con gli ordini.. In un mondo che richiede sempre di più la capacità di autoregolazione, di motivazione interna.
Vogliamo che sviluppino una sana autostima, ma poi ci troviamo a negare loro delle opportunità per mettersi alla prova e sperimentare le loro capacità.
Seconda tappa per capire come mai i bambini sono disobbedienti e non ascoltano.
Il secondo passo importante è provare a mettersi davvero nei panni dei nostri bambini.
Siamo abituati a trovare normale dare degli ordini ai bambini, a dire loro cosa fare.
Non fraintendetemi: certamente l’adulto ha delle conoscenze sul mondo e sulla vita che il bambino non ha, ed è giusto e normale che funga da guida attraverso delle regole che gli insegnino a stare nel mondo – soprattutto quando si tratta di pericoli o rischi che il bambino non percepisce.
Il modo in cui comunichiamo queste regole è però una variabile importante.
Quello che spesso non consideriamo, infatti, è che il bambino ha bisogno, anche lui come noi, di sentirsi autonomo, di poter decidere, di avere del margine di indipendenza su ciò che gli capita. Naturalmente, il livello di autonomia e indipendenza varia con l’età e con la maturità.
Ma resta un bisogno intrinseco dell’essere umano.
Farci dire cosa fare da un altro è un potenziale pericolo. Il nostro cervello lo percepisce come tale.
Immaginatevi cosa debba essere per un bambino sentirsi ripetere ordini dal mattino alla sera, e non poter decidere niente di niente. Non è facile! Non può scegliere quando alzarsi, cosa vestirsi, dove mettere le cose, cosa mangiare, quando uscire e quando stare in casa, con chi parlare..
Anche per i bambini questo costituisce un fattore di stress.
Consideriamo anche che opporsi un po’ al genitore è un modo per il bambino di sperimentare la sua identità, e il suo potere personale.
Più gli permettiamo di esercitare un margine di controllo e di autonomia, e meno avrà bisogno di ribellarsi in futuro.
Più riusciamo a “tenere gli occhi aperti” sui comportamenti dei bambini e sui possibili bisogni sottostanti, e più impareremo a cogliere i segnali.
Come rispondere alla disobbedienza
Vi sembra che il vostro bambino abbia bisogno di più margine di autonomia?
Si ribella perché cerchiamo di controllare tutto ciò che fa?
Cosa possiamo fare per prevenire queste crisi, per rispondere al bisogno del bambino senza dimenticare il nostro?
Sedetevi a tavolino, e pensate alle vostre giornate insieme.
Dove, in quali ambiti e in quali momenti, potete lasciare al bambino un’influenza positiva, un po’ di controllo, un potere sano?
Quali scelte potete lasciargli fare?
Fatene un elenco.
Dal vestire all’ordine con cui prepararsi la mattina o la sera, se fare qualcosa da solo o con il vostro aiuto – segnate tutto.
Quando il bambino insiste per fare qualcosa diversamente da come l’avete immaginata, prima di ribattere, potete chiedervi:
“Questa scelta qui è potenzialmente pericolosa per la vita del mio bambino?”
Un giorno i nostri figli saranno messi davanti a delle scelte in un momento in cui non siamo presenti per dare il nostro supporto – ed è un buon allenamento per i bambini esercitare questo potere personale, sbagliarsi, fare esperienza delle conseguenze da soli, su piccole sfide quotidiane in cui non c’è pericolo e in un periodo della vita in cui la nostra influenza su di loro è ancora grande, perché acquisiscano gradualmente questa capacità.
Se la scelta non costituisce un pericolo di vita, mi piace il termine inglese “let go”, lasciate perdere, lasciategli sperimentare.
Un esempio pratico di autonomia
Un esempio classico tra i tanti è il vestirsi.
A volte ci impuntiamo perché i nostri figli mettano il cappotto o le scarpe di un certo tipo, ma cosa succede davvero se escono una volta senza? A meno che non siamo in montagna o in temperature estreme, non è un pericolo di vita; quello che succede è che il bambino sentirà il freddo, o la pioggia bagnata, o il sudore appiccicoso ai piedi se ha scelto male le scarpe, e la volta dopo saprà scegliere meglio, forte di questa esperienza, senza che noi abbiamo dovuto dirgli nulla. Invece, spesso noi ci impuntiamo per principio, perché sappiamo di avere ragione – che è molto umano.
Mia figlia insiste nel mettersi dei pantaloni della tuta tanto comodi quanto bruttini, e andrebbe in maniche corte anche sulla neve; mio figlio adora i pantaloni bucati alle ginocchia. La tentazione di farli cambiare e obbligarli a mettere “qualcosa di più decoroso” è forte.
Ma cosa rischio, in fondo, a lasciare che sperimentino e sbaglino per conto loro? Cosa gli insegno dicendo: “i vestiti che hai scelto non vanno per niente bene, sembri una stracciona”?
Ci sono situazioni in cui non possiamo lasciar scegliere i nostri bambini.
Se insistiamo nel dar loro scelta e autonomia ogni volta che è possibile secondo la loro età, ci sarà molto più facile imporci quando invece sarà necessario (per esempio quando è pericoloso fare diversamente).
Come far sì che i bambini disobbedienti ci ascoltino
Anziché dire noi ai bambini cosa fare e come pensare, possiamo approfittare di ogni situazione possibile per sollecitare la sua riflessione e collaborazione.
Come? Ascoltandolo, prendendo in considerazione le sue idee e i suoi desideri:
“Che tempo fa oggi? Ah piove, e cosa ci mettiamo quando piove?”
“Cosa possiamo fare per trovare insieme il modo di avere la stanza in ordine dopo che avete giocato?”
“Cosa ti piace così tanto in questo videogioco che non riesci a spegnere? Fammi vedere e vediamo se troviamo una soluzione che vada bene a entrambi”
Pensiamo per un attimo a che effetto può avere per un bambino il senrtirsi coinvolto nella ricerca di soluzioni da parte dell’adulto, e quanto più invogliato potrà essere a seguire una soluzione proposta da lui stesso, rispetto all’obbedire a un ordine che gli facciamo presi nella nostra fretta e nella nostra to-do list.
Non si tratta di non dare delle regole o di cedere, ma di come le diamo, di quanto siamo in ascolto del bambino, di quanto lo coinvolgiamo e gli diamo modo di esprimere il suo punto di vista.
Al prossimo episodio…
Ci ritroviamo al prossimo passo di educazione positiva per vedere come possiamo prevenire l’opposizione e rispondere in modo appropriato. Ricordo, l’obiettivo non è far fare al bambino tutto quello che vuole, ma come invitare collaborazione e rispetto anziché rapporto di forza.
Grazie per aver preso il tempo di allenarvi un po’ a mettere in pratica l’educazione positiva insieme a me e un pensiero a tutti i genitori che ogni giorno fanno del loro meglio. Se avete voglia di approfondire con me come mettere in pratica l’educazione positiva nella vostra vita, considerate la possibilità di partecipare al mio percorso online TEMPO per Crescere.
Note e risorse
Se ti interessa l’argomento, puoi leggere:
🌻 Lo stress, 6 cose che ancora non sai e che sono fondamentali quando diventi genitore
🌻 4 segreti che devi conoscere per far smettere i comportamenti di sfida dei bambini
🌻 Tuo figlio ti risponde male? Ribalto il punto di vista: non è una sfida –
🌻 Le urla dei bambini al supermercato non sono capricci –
🌻 Capricci e scenate? 6 trucchi per gestire le crisi di rabbia dei bambini (senza urlare)
🌻 La Disciplina Positiva di Jane Nelsen e Lynn Lott (link affiliato)
🌻 Le Emozioni dei Bambini di Isabelle Filliozat (link affiliato)
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