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Le urla dei bambini al supermercato non sono capricci

Può essere la barretta di cioccolato, il giocattolo nuovo, il succo di frutta colorato con la cannuccia.. I bambini sanno che tendenzialmente non cediamo ai loro capricci al supermercato, allora perché ci fanno simili sceneggiate? Quelle in cui tutti ti guardano e tu ti senti sprofondare, ti riprometti di non portare mai più i bambini in un centro commerciale, ma poi… Non sono capricci, e non sono le caramelle il problema. Vediamo.

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foto di Jomjakkapat Parrueng su Unsplash

I capricci dei bambini al supermercato: l’epopea

“Nicht anfassen! Ihr Sohn hat das Brot angefassen”

la vecchina mi ha intimato al supermercato un istante dopo aver visto, con la coda dell’occhio, che mio figlio aveva toccato con le mani una pagnotta. Che avrei ovviamente preso per comprarla, se me ne avesse lasciato il tempo.

Insegnare ai miei figli a “comportarsi bene” al supermercato è stato un processo lungo. Di mio apprendistato, direi.

Come dimenticare quando, in un limpido e impeccabile supermercato tedesco, mio figlio è scoppiato a urlare, cercando di darmi pugni e calci?

Voleva bere subito il succo di frutta e, al mio “No, bisogna aspettare di pagare e uscire” era scoppiato in una crisi senza precedenti.

Sono solo capricci da bambini cui opporci con tutte le nostre forze educative ogni volta che varchiamo la soglia del supermercato?

No, quelli dei bambini al supermercato non sono “solo” capricci

Prendiamo un bambino di 2, 3 anni, e mettiamolo sul seggiolino del carrello.

Noi genitori affrontiamo la spesa come una sfida: seguire la lista, testa bassa, e via, verso la cassa il prima possibile.

C’è anche chi si studia il percorso strategicamente, per evitare di passare proprio nei corridoi sensibili, quelli che catturerebbero l’attenzione di un bambino addormentato.

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Un’invasione di stimoli
Foto di Peter Bond su Unsplash

Il cervello del bambino viene invaso di stimoli.

(Il centro commerciale è studiato per annientare il cervello razionale di un adulto, figuriamoci quello dei  bambini.)

Rumori, luci, colori, persone, movimenti. Il cervello dei bambini non è maturo abbastanza per organizzarli e dar loro un senso; cerca un appiglio.

Noi genitori siamo persi nella lettura della lista degli ingredienti di due prodotti equivalenti, cercando di dare un senso alla differenza di prezzo. Le interruzioni del bambino ci fanno innervosire..

Ed eccolo, il temutissimo pacchetto colorato di caramelle. Il cervello del nostro bambino vi si appiglia come un naufrago a un pezzo di legno: ecco un pezzo d’informazione conosciuta!

E op, i neuroni motori dirigono automaticamente l’azione del bambino, senza passare dal via della razionalità.

Zoom sulla scena madre: bastano delle caramelle a scatenare la crisi

Noi genitori siamo spesso ignari di tutto questo tormento neuronale; vediamo un bambino con in mano un pacco di caramelle e prima ancora di interagire, chiedere, comunicare, il nostro cervello si mette in allarme.

“Emergenza capricci! Bambino rischia di andare fuori controllo!” e quindi, anche noi, prima di respirare e riprendere il controllo della nostra corteccia, urliamo un bel: “NO!”

Ora, recenti ricerche hanno dimostrato che il suono della parola “NO” scatena nel nostro cervello una reazione di paura – l’amigdala mette in moto i circuiti dello stress.

In un cervello che già era in ebollizione per l’impossibilità a muoversi e l’invasione degli stimoli, è troppo.

È un’esplosione. Il bambino non riesce più a controllarsi, urla, si muove convulsamente.

“Ti sembra il caso di fare una sceneggiata del genere per un pacchetto di caramelle? Ma sei impazzito? Guarda che figuraccia!” intimiamo noi.

Senza sapere che, così facendo, non facciamo che peggiorare le cose: facendo ancora più paura al bambino, aumentiamo il suo stress.

Il cervello deve far evacuare la tensione, ed ecco i pianti, le urla e i movimenti incontrollati.

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I capricci dei bambini al supermercato e i giudizi altrui

Il colmo, poveri noi, è che in quei momenti vediamo i nostri bambini comportarsi in un modo apparentemente assurdo ed esagerato, e ci sentiamo spesso a nostra volta impotenti.

A questo stress si aggiunge quello dovuto alla paura del giudizio altrui.

Gli sguardi riprovatori.

I commenti di chi ci sta vicino (“i genitori di oggi”; … “non si insegna più la disciplina”; … “stiamo tirando su una generazione di”…) eccetera.

Difficilmente qualcuno sorride compassionevole al genitore in questione, cercando di infondergli comprensione e coraggio.

Un : “Ci sono passata anch’io, poi passa!”

Qual è il problema dell’interpretare questo comportamento come un capriccio fatto per testarci o sfidarci?

Manchiamo di prendere in considerazione le reali possibilità e bisogni di un bambino e del suo cervello vulnerabile e in piena formazione; in più, questa interpretazione ci porta ad allontanarci da una reazione empatica, per privilegiare quella coercitiva.

Con il risultato, come abbiamo visto, di aumentare lo stress e far vergognare il bambino. Stress al quadrato.

Come fare allora? Perché noi non gliele vogliamo mica comprare, quelle caramelle.

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I bambini al supermercato, istruzioni anti capricci

Le caramelle non sono il problema.

Il problema, sono da un lato l’eccesso di stimoli senza una ridirezione, e dall’altro l’impossibilità a muoversi; e, se il bambino non viene spesso con noi a fare la spesa, anche il non conoscere precisamente le regole

Ecco qualche considerazione pratica da tenere in mente.

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1.Ritrovare la calma

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Per calmare un bambino in preda a una crisi, niente di meglio che un abbraccio – l’ossitocina aiuta! Foto di Ankebi Photography su Unsplash

Nel bel mezzo della crisi, inutile partire in ramanzine e lezioni. Il cervello “razionale” del bambino, la corteccia prefrontae, è temporaneamente ko.

Facciamo un paio di respiri profondi per ritrovare noi la calma.

Pensiamo intensamente a un momento di gioia vissuto insieme.

A questo punto, possiamo concentrarci sul bambino.

Per calmarlo, lo conteniamo fisicamente, cercando una posizione in cui non ci faccia male – magari sulla nostra gamba.

Se possibile, usciamo un attimo dal supermercato. Gli permettiamo di sfogarsi tenendolo stretto.

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2. Dirigere l’attenzione

Passata la crisi, e ritrovata la calma, siamo pronti a ricominciare?

Dobbiamo trovare il modo di occupare l’attenzione del bambino su un compito preciso, in modo che il suo cervello ignori tutti gli altri stimoli e non ne venga sopraffatto.

“Tu prendi le arance, io i mandarini.”

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I carrellini piccoli sono ideali per dare anche ai più piccoli un compito.
Foto di David Veksler su Unsplash

 

3. Incoraggiare

Il modo migliore per ottenere la collaborazione dei bambini è dando loro la nostra attenzione

Come fare se siamo già concentrati sulla nostra lista?

Possiamo fare dei commenti a quello che fa: “che bell’arancia grossa che hai scelto!” “Come tieni bene il sacchetto”; e così via.

4. Ricordare le regole

Talvolta diamo per scontato che i bambini “sappiano” come comportarsi, e cosa ci aspettiamo da loro.

La verità è che più sono piccoli, e meno a lungo riescono a tenere a mente una consegna; e che coinvolgerli nel ricordare la regola li incentiverà a rispettarla.

La volta dopo, per evitare “capricci”, prima di entrare possiamo chiedere ai bambini di ricordarci le regole da seguire: “Secondo voi, come ci si comporta dentro il supermercato? Si corre o si cammina? Si parla piano o forte?”

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Fonti, riferimenti, approfondimenti

Ecco un elenco di siti, libri e articoli consigliati o da cui mi sono ispirata!

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  • Se capite il francese, potete guardare l’intervento integrale della psicoterapeuta francese Isabelle Filliozat a questo proposito:

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  • Oppure trovate in italiano il suo completo “Le emozioni dei bambini“, dove vengono affrontate diverse situazioni quotidiane in chiave nuova, con suggerimenti per affrontarle in modo più sereno. (Lo trovate anche su Il giardino dei libri).

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