Ci sono quelle volte che i nostri figli ci sorprendono. Li guardiamo pieni di affetto, emozione incredula e amore sgargiante. Sono le volte in cui pensiamo a quanto sia valsa la pena fare i sacrifici, a quanto sia meraviglioso essere genitori. E poi, ci sono le volte in cui non sappiamo dove sbattere la testa. Quelle in cui ci chiediamo come fare, come sia possibile. Quelle in cui non lo vuoi credere, ma sembra proprio che.. sì, tuo figlio lo fa apposta. O no? La metafora del genitore giardiniere aiuterà a rispondere.
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I bambini lo fanno apposta
“Per piacere, fai attenzione quando ti muovi, che ormai sei grande e puoi far male amore”
Sbam, calcio possente sulla mandibola mentre si butta per venirmi in braccio.
“Amore, c’è un tuo calzino sporco sul tavolo della cucina, potresti gentilmente toglierlo e metterlo a lavare?”
Si alza sbuffando, prende il calzino e lo butta sul pavimento “Mamma, stavo pensando che per il mio compleanno potremmo fare una festa..”
“Com’è possibile che questa settimana ti sei cambiato 4 pigiami in 5 giorni, e sono tutti buttati come stracci sotto il tuo letto?”
“Io voglio solo giocare con te mamma, non fare queste cose noiose del mettere a posto e pulire!”
E là, là ti fermi e ti chiedi: “Ma sono io che sto sbagliando tutto? O lo fanno apposta per farmi arrabbiare ed avere la mia attenzione?”
Quante volte ti sei sentito dire, o hai pensato, che essere genitore è il mestiere più difficile del mondo? Gratificazione posticipata a data da destinarsi.
E il fatto che le ricerche dimostrino che le persone di successo sono quelle che sanno maggiormente dilazionare la gratificazione non aiuta necessariamente a farti sentire meglio.
Il giardiniere genitore è il mestiere più difficile del mondo
In primo luogo, diciamo che di solito non ci soffermiamo a definire il nostro obiettivo da genitori.
Intendo dire, se potessimo guardare ai nostri bambini tra venti, trent’anni, e dirci: “Dai, tutto sommato come genitore non me la sono cavata poi così male!” Cosa vorremmo vedere? Ognuno può personalizzare la sua risposta.
Biologicamente, l’obiettivo più probabile è quello di rendere indipendente la progenie. Il che inconsciamente non è sempre facile da accettare per un genitore.. Insomma, immaginare il giorno in cui mia figlia andrà a dormire fuori casa per la prima volta mi mette addosso una certa dose di brividi da mamma chioccia.
Nel frattempo, alterniamo amore e conflitti, ti voglio bene e mi fai disperare.. e rimane il dubbio che ogni tanto lo facciano proprio apposta a farti rimettere in discussione per l’ennesima volta, o no?
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Sei un genitore, sei un giardiniere.
Lascia che ti chieda una cosa. Quand’è stata l’ultima volta che hai seminato una piantina?
Come hai fatto a sapere quando innaffiarla, dove metterla, se potarla, e così via?
La metafora del genitore giardiniere non è certo originale; nella bibliografia cito un paio di libri che riprendono proprio la stessa idea e mi hanno ispirato questo articolo.
Ma quando l’ho letta la prima volta, l’ho trovata molto ispirante e utile a riflettere su alcuni miei atteggiamenti da mamma.. in primis, il fatto di lavorare per trovare le condizioni migliori e poi saper aspettare.
Unire l’osservazione, il pronto intervento se necessario, alla fiducia che la “natura faccia il suo corso”. Aspettarsi un determinato risultato.. e poi stupirsi della bellezza di cosa è uscito, anche se completamente diverso rispetto a ciò che avevamo in mente.
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Ecco le mie 5 similitudini tra il genitore e il giardiniere, che ti aiuteranno (spero) a rispondere alla domanda iniziale.. “ma i bambini, lo fanno apposta?”
#1
Non sai se quello che stai facendo è giusto fino a quando non è troppo tardi. Se hai sbagliato, sarà colpa tua. Sennò, è merito di tuo figlio.
#2
Un insieme di elementi talvolta imperscrutabili determinano la fioritura e la prosperità della pianta, o il suo appassire. E non tutti dipendono solo da te. Qualità della terra, la presenza o meno di insetti, la quantità di pioggia o di ore di sole, la resistenza del seme, la concimazione..
#3
Non puoi cambiare il tipo di pianta che verrà fuori dal seme, ma solo aiutarla a crescere al meglio in base alle sue esigenze e alle sue caratteristiche.
Immagina di piantare un seme, senza sapere di che pianta si tratti. Devi aspettare che venga fuori dopo aver messo le radici.. e che cresca, per vedere che pianta crescerà.
Magari nel frattempo vorresti un tulipano, o un girasole, o un albero da frutto.. ma ti ritrovi un’ortensia. E non serve a niente crescerla come se fosse un tulipano! Ma che bellezza se capiamo di cosa ha davvero bisogno un’ortensia per espandersi al meglio.
#4
Non c’è manuale che tenga. Il risultato di anni di impegno e dedizione dipenderanno in buona parte dalla relazione unica tra il giardiniere, la pianta e l’ambiente in cui si trova.
E sta lì il bello. Tutte le teorie e le strategie del mondo non serviranno a nulla, se non impariamo a osservare noi stessi e la pianta; se non sappiamo mescolare le tecniche al nostro intuito.
#5
Ogni pianta ha un suo potenziale e una sua bellezza. L’essenziale è avere lo sguardo aperto per aiutare la pianta a trovare l’ambiente adatto a crescere al meglio.. e essere pronti a riconoscerlo anche quando questo va contro i nostri desideri o interessi.
Difficile far fiorire un cactus se abitiamo in alta montagna.. ma siamo pronti a permettergli di andare a vivere in un ambiente più adatto?
Il genitore giardiniere e il cactus nel ghiacciaio
La prossima volta che tuo figlio ti fa disperare, prova a guardarlo come quel cactus che non vuole proprio saperne di fiorire, ma che resiste, tenace. E che tu magari hai ricevuto aspettandoti un’orchidea.
E a volte ti dimentichi di innaffiarlo, perché sei preso da mille cose; a volte invece lo innaffi troppo.
Non gli dirai che lo fa apposta a non fiorire, per farti un dispetto o reclamare attenzioni!
Prova a chiederti: Di cosa ha bisogno questo mio cactus per dare il meglio di sé?
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Ecco un elenco di siti, libri e articoli consigliati o da cui mi sono ispirata!
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La metafora del genitore giardiniere è ripresa in questo libro di Alison Gopnik, il cui titolo originale è proprio “Il genitore e il falegname”. L’edizione italiana si intitola “Essere genitori non è un mestiere. Cosa dice la scienza sulle relazioni tra genitori e figli” e ho apprezzato molto l’alternarsi di esperienza personali, sia da mamma che da nonna, a riflessioni sull’evoluzione della genitorialità, ai risultati delle sue ricerche scientifiche.
- Il “metodo del giardiniere” viene utilizzato in questo corso per genitori gratuito proposto dalla Dott.ssa Vallorani.
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Genitore giardiniere o genitore falegname? Lo scopriamo in questo articolo, ispirato al libro della Gopnik di cui ti ho parlato.