Eccoci giunti all’ultimo episodio di questa serie dedicata allo stress. Forse, da neo-genitore, ti è capitato di sentirti sopraffatto dalle emozioni. Di meravigliarti davanti alla tua reazione emotiva, e magari, di vergognartene.. perché essere tristi non è molto sexy in un mondo che ci vuole sorridenti e pieni di energia. Cerchiamo di smascherare qualche pregiudizio sullo stress in gravidanza e la depressione post-parto – per non sentirci più “sbagliati” per le nostre fragilità.
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Era una sera buia e tempestosa..
Una sera di 4 anni fa, mio marito ed io abbiamo avuto un’accesa discussione. Come tutte le coppie fatte di opposti che si attraggono, eravamo in una di quelle fasi in cui le differenze ci facevano volare via l’uno dall’altro. Ero incinta.
Da essere prevalentemente emotivo quale sono, ho scelto di seguire l’impulsività del “far sentire l’altro in colpa”, e sono uscita sbattendo la porta.
Un essere scarmigliato, col pancione, in ciabatte e camicia da notte, che vagava per il giardino condominiale piangendo rumorosamente. Ricordo ancora il dolore profondo, reso ancora più acuto dal senso di colpa per l’esserino nella mia pancia.
“Mi dispiace non darti le condizioni ideali per venire al mondo”, singhiozzavo.
“Mi dispiace non essere serena, allegra, disponibile al 100%”.
Classica drammatizzazione femminile. Ma temevo, per quanto assurdo possa suonare adesso, che le mie lacrime e la mia angoscia potessero far male al bambino. (Ovviamente angosciandomi ancora di più.)
Non ti dicono di stare il più possibile tranquilla in gravidanza? Di circondarsi di amore e affetto e morbidezza, perché la gravidanza è un periodo delicato?
Ma chi poteva prendersi carico del peso (figurativo) che portavo? Anche quello fisico in effetti.
Il dovere di sentirsi felice
Andiamo avanti di qualche mese. Eccolo arrivare, il mio bambino. Sano, perfetto. Sono felice di accoglierlo.
Eppure, le lacrime rimangono in agguato. Sento la bolla del mio dolore accantonato rotolare qua e là, tra lo stomaco e la gola.
“Devi essere serena per i tuoi figli”
“Sono gli ormoni. Sono solo gli ormoni”
E appena qualcuno ti vede sorridi, perché stai vivendo i momenti più belli della tua vita, non vorrai mica cedere alla tristezza? E se poi ti venisse la depressione post-parto?
È giunto il momento di saperne di più
Non pensare che fossi triste tutto il tempo, al contrario: ero entusiasta, piena di energia – e molto stanca allo stesso tempo, come ogni mamma che si destreggia tra lavoro, bimbi piccoli e marito, come un’acrobata alla ricerca dell’equilibrio che non la farà precipitare nel vuoto.
Perché quei mesi tra gravidanza, parto e allattamento sono meravigliosi, certo; ma di un’intensità che travolge e ti lascia stordita, spiaggiata e solitaria come un naufrago.
Ti vesti di aspettative, vuoi essere all’altezza di quella creatura che ti è stata donata. E difficilmente si concepisce, nel nostro mondo binario, che si possa essere al settimo cielo E sconvolta emotivamente allo stesso tempo.
Allora adesso, a distanza di anni, ora che posso dire di essere sopravvissuta.. Ho voluto vederci più chiaro.
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Fa davvero male lo stress in gravidanza? Dobbiamo davvero stare attente e vivere in una bolla incantata?
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E cosa succede dopo il parto? Come accettare il travolgimento, pur restando attente e disponibili ai nostri bambini?
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Qual è il ruolo dei padri in tutto questo?
Cosa succede al feto in caso di stress in gravidanza
Se potessi parlare alla me di quella sera, direi: “Stai tranquilla. Non sono lo stress o il pianto occasionali il problema. Stai facendo del tuo meglio”.
Proprio perché spesso noi donne tendiamo a sovraccaricarci di sensi di colpa, alla ricerca della perfezione irraggiungibile per sentirci legittime.
L’obiettivo di questo articolo NON è fornire una fonte di ansia supplementare.
Al contrario: da un lato, di far capire meglio cosa succede per agire in consapevolezza; dall’altro, di diffondere quanto sia NORMALE sentire certe emozioni, che non hanno nulla di negativo in sé.
Tra l’altro, non si sa ancora con esattezza come siano legati stress e ansia in gravidanza con la formazione del feto.
Finora, è stata identificata una relazione tra forti livelli di stress e lo sviluppo emotivo e comportamentale dei neonati e dei bambini (Per esempio, un temperamento più “difficile”, problemi ad addormentarsi, tendenza ad avere paura).
Il motivo per cui ancora non si sappia con esattezza come ciò avvenga, è che finora gli esperimenti sono stati fatti soprattutto su animali. Diciamo, topi sottoposti a uno stress che spero difficilmente noi dovremo mai ritrovarci a subire nella vita.
Tra le ipotesi, ci sono:
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minor pressione sanguigna alla placenta
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il contatto con il cortisolo che in certi casi attraverserebbe la placenta
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esposizione alla serotonina
In caso di stress estremo (come nei casi di violenza sulla donna), il cortisolo può provocare dei cambiamenti genetici nel feto.
Stress in gravidanza: da evitare a ogni costo?
Per rispondere alla domanda, ti invito a guardare questo breve video :
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Come già visto negli articoli precedenti, un certo livello di stress non è per niente dannoso, al contrario: funge da stimolante!
E per sfatare un ulteriore mito, penso valga la pena ricordare che circa il 20% delle donne soffre di ansia e/o depressione in gravidanza – per diversi motivi che possono essere legati a fattori esterni o inerenti alla gravidanza.
In ogni caso, non è affatto una rarità! Ancor meno se anziché rientrare in un caso “patologico” siamo soggette a sbalzi di umore più o meno intensi.
Come il video qui sotto ricorda, c’è certamente un legame tra il vissuto emotivo della madre e il feto; ma è impensabile, assurdo e perfino dannoso rifuggire da qualunque emozione “negativa” per vivere costantemente nella gioia e nel buonumore.
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Anzi, penso che nel momento stesso in cui smetteremo di dare degli attributi esclusivi alle sensazioni e a osservarle per quello che sono, senza colpevolezza, solo allora vivremo appieno; non solo la gravidanza, ma la nostra vita. (Piccola digressione poetica, scusa)
Il papà e la sua influenza sullo stress in gravidanza
Oggi possiamo dirlo : il ruolo del papà è fondamentale, sebbene indiretto.
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Indiretto perché non c’è un legame fisico tra il suo vissuto emotivo e quello del bebè;
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fondamentale perché influisce sullo stato emotivo della mamma.
Cosa succede all’uomo durante la gravidanza?
Cambiamenti fisici (sì sì te lo assicuro!):
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aumento del livello di cortisolo alla scoperta della gravidanza;
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abbassamento del livello di testosterone subito prima del parto e fino a circa 6 settimane dopo la nascita
Cambiamenti emotivi (perché anche se persiste ancora il mito dell'”uomo tutto d’un pezzo”, le emozioni fanno parte dell’essere umano indipendentemente dal genere..
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riflessione sulla relazione col proprio padre
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gelosia del posto preso dal nuovo arrivato nella vita della compagna
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non accettazione dei cambiamenti fisici nel corpo della mamma
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sentimento di sopraffazione rispetto alle nuove responsabilità
Le immagini mentali e una relazione che si crea : fin dalla gravidanza
Ti ricordi quando hai iniziato a sentire il bambino muoversi le prime volte? Io ricordo bene quando ho capito che il movimento ritmico che sentivo di tanto in tanto era il singhiozzo. Incredibile!
Proprio in quel periodo, mamma e papà iniziano a formare un’immagine mentale del loro bambino.
E no, non sono matti, anzi!
Questa immagine, sebbene “di fantasia”, è molto importante : costituisce il primo legame profondo tra genitore e figlio.
È tanto importante anche perché apparentemente stabile nel tempo (diciamo fino ai 12 mesi del bambino) ed è quindi una potenziale chiave di lettura di potenziali problemi nella primissima relazione genitore-figlio, nonché del tipo di attaccamento che il neonato si costituirà nei confronti dei genitori.
Non solo: è nel farsi questa “proiezione mentale” che la mamma, spesso inconsciamente, rivaluta il suo rapporto con la mamma; ed è lì che possono emergere tutte le questioni non risolte nella propria infanzia.
Stress in gravidanza e depressione post-parto : c’è un legame?
È possibile quindi stabilire un nesso tra lo stress in gravidanza (sotto la forma delle forti pressioni e cambiamenti) e la depressione post-parto? In parte.
Ancora una volta, è il livello dello stress che conta. Come questo articolo riassume molto bene, alcune ricerche hanno dimostrato una correlazione tra forti livelli di stress e stati di depressione post-natale. Ma parliamo prevalentemente di situazioni gravi, di violenza, abuso, trauma.
Tre considerazioni:
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Sì, se ti trovi in una situazione difficile, è importante chiedere aiuto.
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No, non c’è bisogno di sovraccaricarti di ansia se ti è capitato una volta di piangere o di litigare con qualcuno.
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In ogni caso, non c’è niente di sbagliato in te.
La depressione post-parto può avere diverse possibili cause, l’argomento merita di essere trattato in un articolo a parte.
Quello che mi preme sottolineare è che tutte le donne dopo il parto attraversano un forte cambiamento ormonale, con gli squilibri che ne conseguono:
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sì, capiterà che ti verrà da piangere improvvisamente e senza ragione apparente.
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Sì, talvolta ti sentirai sola e incompresa.
Se ti succede, non te ne vergognare. Piangi se devi piangere. Se hai bisogno di sfogarti, cerca sostegno.
Cosa succede dopo? La depressione alla fine dell’allattamento
Ne avevi mai sentito parlare? Io no.
Avevo deciso di continuare ad allattare anche dopo la ripresa del lavoro, finché non è diventato troppo faticoso, il latte diminuiva; percepivo intorno a me che famiglia, amici.. si aspettano che lo svezzassi, aveva 9 mesi.
Ho pianto le ultime poppate. Non volevo che fosse l’ultima volta; la bolla mi stringeva la gola, eccola riapparire.
Una bolla di sapone che non vuole saperne di scoppiare!
Qualche tempo dopo, sono incappata in un articolo che parlava della depressione post allattamento.
Ho pianto mentre leggevo dei mesi inspiegabilmente bui che la mamma-autrice, una giornalista americana, descriveva così bene. (Puoi leggerlo qui, in inglese)
Mi si è tolto un peso dalle spalle.
Perché pensavo che ci fosse qualcosa che non andava in me. Non ero depressa clinicamente, sia chiaro; ma avevo spesso sbalzi d’umore e una sensazione di tristezza mista a stanchezza che mi accompagnava.
E ho smesso di sentirmi in colpa.
Indovina un po’? Quando smetti di allattare, crolla improvvisamente il livello di due ormoni : l’ossitocina e la prolattina, che sono gli ormoni che fanno funzionare l’allattamento. E che sono anche due ormoni connessi a una sensazione di benessere e energia.
Il tempo che il nostro organismo si riadatti, e tutto torna nella norma.
Mamma. Non sentirti strana, sbagliata, in difetto. Intanto perché non è vero. Poi, perché questi pensieri ti isolano. Non negare quello che senti, non giudicarti. Il tuo mondo ha bisogno di te.
La serie dedicata allo stress
Eccoci giunti all’ultimo episodio della serie dedicata allo stress! Fammi sapere se la lettura ti è stata utile, e condividi !
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Che cos’è lo stress : 6 cose che un genitore non può non sapere
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Lo stress in gravidanza
Fonti e riferimenti
Nota : le letture che cito per approfondimento includono principalmente i libri che ho usato per la redazione di questo articolo, che mi hanno personalmente appassionato, o talvolta che che mi ispirano e vorrei fare io stessa. I link verso Amazon.it o www.ilgiardinodeilibri.it sono affiliati: significa che se clicchi e decidi di effettuare un acquisto, io percepisco una piccola commissione senza costi aggiuntivi per te.
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È da questo libro che ho tratto la maggior parte delle informazioni degli ultimi articoli: “Perché si devono amare i bambini” (lo trovi anche su Amazon) approfondisce il legame tra le relazioni e lo sviluppo cerebrale, con esempi di vita vera quanto alle conseguenze possibili sulla salute (in senso ampio del termine). Poiché è un filo tecnico, te lo consiglio soprattutto se sei interessato ad approfondire il tema.
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Questa è una guida indispensabile : “Le prime relazioni del bambino. Dalla nascita a due anni, i legami fondamentali per lo sviluppo” è pieno di fotografie che illustrano come interagire con bambini accompagnandoli nel loro primo sviluppo, in fasi delicate come insegnar loro ad addormentarsi, lasciarli la prima volta in asilo, e così via; il tutto con un tono leggero, non colpevolizzante ma informativo. Per me, una perla rara che purtroppo ho scoperto “tardi”. Della stessa autrice, trovi anche “Il linguaggio prima delle parole“
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Un’indispensabile lettura per contro-bilanciare la tesi “pessimista” sullo stress: “Il lato positivo dello stress” di Kelly McGonigal
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Infine, “Errori da non ripetere. Come la conoscenza della propria storia aiuta a essere genitori“, porta a fare un lavoro di “auto-analisi” sul legame tra la nostra storia e quella dei nostri figli. (lo trovi anche su Amazon)
Potrebbe aiutarmi grazie
Rosa, ho preferito contattarla via mail privata. Resti in contatto!