Mamme non si nasce, si diventa.. Ma come costruire questo ruolo, mantenendo integre le nostre molteplici identità? Donna in carriera, amante, amica, figlia, sorella, sportiva, volontaria; possibile trovare un equilibrio? E come mai questo è un problema che si pone molto meno per gli uomini? Donna, se esiste un equilibrio, come trovarlo? Analisi di una contraddizione forse solo apparente…
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“Non puoi avere tutto”
Crescendo, ci scopriamo tutti addosso nuovi ruoli; a volte li cambiamo come i serpenti; altre volte li cumuliamo come gli strati di una cipolla.
“Non puoi avere tutto”, mi ripetevano. “Devi scegliere”. E io, caparbia, insistevo, mi incaponivo anche un po’ per spirito di contraddizione.
Ricordo distintamente quando sono andata in ufficio a far vedere i miei bimbi appena nati. Vedevo un’aurea dorata intorno a me, come se gli astri si fossero improvvisamente allineati.
E poi, col ritorno al lavoro, con il sommarsi dei ruoli, ecco arrivare le prime vere sfide.
Quali di questi momenti sono stati più difficili nell’assumere il tuo nuovo ruolo di genitore?
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discutere gli orari di lavoro;
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trovare gli incastri con asili e baby sitter;
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armeggiare soluzioni improbabili per coprire la chiusura estiva, gli scioperi, le malattie..
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telefonare mesi prima per l’appuntamento dei vaccini per avere l’unico buco dopo le 5 del pomeriggio;
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contare i giorni di ferie per vedere se puoi andare alla festa dell’asilo, perché l’anno prima sei arrivata quando stavano riordinando;
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l’eterno non esserci mai abbastanza, per nessuno;
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vestirsi davanti allo stenditoio, ché l’armadio è vuoto e il tuo guardaroba accumulato nella cesta dei panni da stirare..
“Non puoi avere tutto”. E io a cercare esempi, possibilità, controprove: perché non mi piace scegliere, faccio fatica quando al ristorante ci sono più di due piatti.
E quando nessuno mi vede, accarezzare il dubbio: a cosa dovrei rinunciare?
È davvero inevitabile che se sono donna, e mamma, non posso anche essere le mille altre identità che mi sento addosso? Perché io mi sento più cipolla che serpente.
Perché la ricerca dell’equilibrio riguarda soprattutto la donna?
Storica divisione dei ruoli, le caratteristiche di genere non sono cosa nuova.
Lo stereotipo dell’uomo un po’ aggressivo, o comunque forte e sicuro di sé, che passa più tempo fuori casa (ma perché provvede al sostentamento della famiglia) rispetto alla donna docile, poco efficace negli affari, ma brava a tener bene casa e figli non è ancora del tutto superato.
Molte donne che vogliano investirsi nel lavoro si sentono ancora dire che “pagheranno il prezzo” più tardi; mentre gli uomini non si sentono rimettere in causa i loro valori per questa scelta.
Alla pressione sociale, si aggiungono altre differenze:
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gli uomini sanno esprimere meglio, e con meno sensi di colpa, i loro bisogni con assertività;
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si identificano di più nel loro mestiere che non nel loro ruolo di padre.
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I due ruoli si succedono con naturalezza: la professione di giorno, la paternità di sera; senza sovrapposizioni conflittuali.
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Il conflitto interiore e le sue conseguenze
Non so tu, ma io amo, invece, vivere i miei ruoli contemporaneamente; trovo riduttivo legare la mia identità a uno solo di questi aspetti.
Non ti senti anche tu in colpa? Da un lato i tuoi bisogni, le tue ambizioni; e dall’altro le aspettative della società, o nostra interpretazione di queste aspettative.
Lista non esaustiva delle aspettative che ci mettiamo sulle spalle: quale ti senti addosso?
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essere brave a tenere pulito e in ordine;
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cucinare bene e possibilmente con prodotti a km 0 e di stagione;
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invitare spesso gli amici e non rinunciare alla vita sociale;
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crescere dei bimbi educati, dedicando loro del tempo di qualità (ma anche in quantità, perché la qualità non basta);
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possibilmente partecipare alla vita scolastica;
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non rinunciare alle aspirazioni di carriera;
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tenersi belle e in forma;
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mantenere accesa la fiamma nella coppia;
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non dimenticarsi della famiglia di origine;
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dedicarsi a qualche interesse tutto nostro…
Il rischio è di venire risucchiati da questo conflitto, di non sapere più per cosa corriamo, ma di correre fino allo sfinimento. Fino all’erosione delle relazioni importanti, e prima fra tutte, quella con noi stessi.
Come costruire il nostro ruolo di mamma restando donna, in equilibrio con le altre parti di noi?
Spesso, quando si sente parlare dell’equilibrio tra vita familiare e professionale, la prima risposta che si trova è :
organizzati meglio!
L’organizzazione.. È certamente un primo passo fondamentale per tener vivi quegli aspetti di noi che ci fanno vibrare.
Il rischio però è di accentuare ancora di più la corsa perenne e il senso di colpa per quando non ce la facciamo.
Ricordo come dopo il rientro dalla seconda maternità, mi sono ritrovata a parlare di viaggi e vacanze con i colleghi. La maggior parte aveva già pianificato le ferie per l’anno a seguire, prenotazioni fatte, guide sottolineate nei punti clou.
E io mi giustificavo : “eh sai, non abbiamo avuto ancora tempo di parlarne..” “abbiamo avuto un periodo un po’ intenso, adesso magari ci pensiamo.. troveremo sicuramente qualcosa”
E quella specie di fitta d’invidia quando l’altro prende l’aereo per le Maldive, e tu stai cercando un agriturismo in Liguria che accetti le partenze infrasettimanali per evitare le code in autostrada.
Confronto nefasto e organizzazione che stanca più dell’improvvisare.
Non si può avere tutto. E poi, siamo sicuri di volere quello stesso “tutto”?
I diversi approcci della donna alla ricerca dell’equilibrio
Di fronte a questa molteplicità di ruoli, e al conseguente conflitto interiore, ognuna reagisce in modo diverso.
I principali approcci sono:
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rinneghi uno dei tuoi ruoli, o lo rinvii a “tra qualche anno” – tipicamente, crescere i figli finché non sono grandi, oppure fare carriera finché l’orologio biologico non chiama. Riesci a sentirti completamente appagata soltanto da uno di questi ruoli?
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ti dimentichi di te, perché “non hai tempo”
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tuo marito (o compagno/partner) dovrà aspettare – è la coppia che viene messa “temporaneamente” in disparte
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la tua vita di donna è super importante – ogni riga vuota dell’agenda ti mette in crisi
Ognuno di questi atteggiamenti ha i suoi rischi: che tralasciamo completamente un aspetto della nostra vita, come se cerchiamo di diventare giocolieri di impegni.
Ma allora, come fare? Se quando cerco di fare tutto sbaglio, e quando cerco di fare una cosa sola pure, qual è la via giusta?
Gli obiettivi raggiungibili…
Io partirei con il cercare di fare nostre questi 3 capisaldi:
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La perfezione non esiste; l’imperfezione, il disequilibrio e la vulnerabilità sono NORMALI e INEVITABILI. Accettiamolo.
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Una cosa alla volta. Se oggi ti dedichi al tuo lavoro più del solito, non vuol dire che sei una cattiva madre. E viceversa. Ma smettila di voler essere tutto, tutto insieme in una sorta si schizofrenia controllata.
- Meno sensi di colpa ! (che la perfezione, lo ripeto, non esiste. E sbagliare serve a imparare)
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Scegli, sapendo che le scelte possono cambiare nel corso della vita. Possiamo anche sbagliarci, di tanto in tanto – non c’è (quasi) nulla di immutabile nella vita.
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… e come raggiungerli
Ecco la parte più importante. Perché sono tante belle parole, ma quando mi dicono di scegliere, ritorno la bambina che piange perché vuole tutto.
Invece una chiave di volta c’è.
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È importante riflettere “al lungo periodo”, a cosa vogliamo costruire. Ma per poter individuare le nostre priorità, la domanda è:
“Cos’è più importante per me/per la mia famiglia oggi, adesso?”
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Le contraddizioni esistono. Non è tutto bianco o tutto nero; è possibile sentirsi felici per un aspetto della nostra vita e contemporaneamente tristi o abbattuti per un altro. Essere fiere del nostro lavoro, implicate e motivate, e desiderose di passare più tempo coi nostri bambini. Queste contraddizioni fanno parte di noi e accettarlo ci darà un grande sollievo.
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Spesso, quando individuiamo un desiderio o un bisogno, ci domandiamo il perché. Ma la causa ha le sue origini sempre nel passato. Proviamo allora a chiederci “come”. Come vogliamo passare più tempo con le amiche? O come possiamo dedicarci di più a noi? La prospettiva cambia di molto, perché ci proietta nel futuro.
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Osservare gli altri può darci delle risposte importanti, se sappiamo come guardare. Cosa posso imparare da questa persona? Come può ispirarmi? Tre i vantaggi : sospendiamo il giudizio e il confronto; torniamo nel presente; e impariamo cose nuove.
Il presente è la chiave di tutto.
Donna: un equilibrio è possibile o è davvero un’utopia?
Se equilibrio è tenere simultaneamente tutti i tuoi ruoli, dedicandovi pari peso e priorità: stai puntando a un miraggio.
Possiamo diventare più efficienti e meglio organizzate; possiamo ottimizzare i tempi e costruirci una fitta rete di aiuti.
Ma la corsa verso la perfezione è una corsa persa in partenza: ci saranno sempre degli imprevisti di qualche tipo con cui fare i conti. Che rischiano di lasciarci esauste, depresse, in esaurimento.
Ci sarà sempre qualcuna migliore di noi a gestire il tutto, che ci sembrerà meglio curata, con la casa più in ordine, i figli più educati, il marito più attento.
La risposta, per me, è altrove.
Guarda la luna. Pensa alle stagioni. Osserva i tuoi cambiamenti, mese per mese: devi aspettare che il ciclo sia concluso, per fare un bilancio.
Ricetta per la donna alla ricerca dell’equilibrio
Per farlo esistere, l’equilibrio, devi accettare che sia in costante mutamento; come in perenne movimento sono le tue esigenze, quelle del tuo corpo, della tua famiglia e della tua professione.
Se per un giorno:
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rinunci al tempo coi tuoi figli per lavorare di più;
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prendi ferie per passare una giornata speciale in coppia;
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lasci i bambini al tuo compagno per fare un’uscita con le amiche;
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rimandi le pulizie per andare alla recita del tuo primogenito;
significa forse che non hai un buon equilibrio?
Ogni giornata, ogni settimana, ogni mese ha le sue priorità. L’equilibrio si trova e si definisce in un insieme, facendo un passo indietro (magari anche due o tre).
Capire questo mi ha tolto un enorme peso dalle spalle. Continuavo a sentirmi in colpa per ogni scelta, perché portavo in me l’esigenza di voler trovare il compromesso costante. Di poter essere tutto contemporaneamente.
Invece, ogni volta che rinuncio a qualcosa, so che c’è una priorità a cui posso dedicarmi.
Queste priorità sono come le onde del mare: mai uguali, e in continuo movimento.
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“Il Valore delle Donne” di Louise Hay spinge le donne ad acquisire consapevolezza del loro valore – che spesso in effetti tendiamo noi stesse a sottostimare.
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In “L’Autostima Viene Prima del Dovere” vediamo come liberarci di qualche zavorra…
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“Credevo fosse colpa mia (e invece non era vero)” è il risultato di lunghe ricerche sulla vergogna fatte da Brené Brown (famosissime le sue conferenze su Ted Talk
Fonti
In francese :
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come trovare l’equilibrio tra il ruolo di madre e quello di donna?
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come i genitori possono trovare il loro equilibrio tra vita professionale e familiare
-
le risposte degli psicologi per trovare un equilibrio interiore
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Come fanno le donne a conciliare vita professionale e familiare?
In inglese :
In italiano :