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Restare Positivi e Ritrovare la Serenità ai Tempi del Coronavirus #facciamofestaalcoronavirus


Quando tutto invita a lasciarsi sommergere dalla preoccupazione e dall’ansia, come fare a restare sereni e positivi nonostante il coronavirus? Soprattutto ora, che passiamo tutti insieme molte ore, sapendo che i bambini assorbono tutte le nostre emozioni e ce le rimandano nei loro comportamenti! Iniziativa: #facciamofestaalcoronavirus

Bambini, proviamo a restare positivi nonostante il coronavirus

Giovedì 12 marzo. Mia figlia esce correndo da scuola saltellando, un enorme sorriso sul volto.

“Mamma! Hanno riaperto la piscina! Possiamo andare a fare nuoto dal 30 marzo!”

Qui dove abitiamo, i bambini delle scuole primarie hanno tutte diritto a un certo numero di lezioni in piscina con un istruttore.

La classe di mia figlia avrebbe dovuto andarci a dicembre, ma proprio alla vigilia della prima lezione avevano chiuso la piscina per un guasto.

Penso al discorso che Macron sta per fare. Immagino, so, che la chiusura delle scuole è imminente anche per noi. E anche se mettendo le cose in prospettiva,la piscina è l’ultimissimo dei problemi, mi si stringe il cuore vedendo l’entusiasmo gioioso e senza preoccupazioni della mia bambina.

Mio figlio la interrompe:

“Da noi domani consegnano i mobili per la palestra! Avremo i tappeti elastici e le sbarre e sarà divertentissimo!”

“Ma allora dobbiamo festeggiare!” dico io.

E là, ho un’idea.

“Bambini. Venite che vi spiego una cosa. Quando vedete qualcuno che è triste, voi come vi sentite? E quando vedete qualcuno che è contento?”

ed eccoci a mimare facce tristi, arrabbiate e piene di gioia.

“Quando saltate di gioia, anche chi vi vede riceve un po’ del vostro entusiasmo. Mentre quando siete tristi o impauriti o preoccupati, chi vi sta vicino prende un po’ della vostra tristezza.

“Adesso che c’è il virus, siamo preoccupati e tristi e impauriti.. ma se lo siamo tutti, lo saremo sempre di più. Allora sapete cosa possiamo fare? Ogni sera, finché c’è il virus, troviamo un motivo per fare festa. Cuciniamo qualcosa di speciale, decoriamo un po’ la casa o la tavola, e dopo cena facciamo un ballo tutti insieme. Vi va?”

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Le emozioni sono contagiose: ecco perché cercare di restare sereni e positivi nonostante il coronavirus

 

Cosa ci può svelare la crisi sanitaria

Mentre tornavamo a casa, ho ripensato alla giornata appena trascorsa. Al mio alternare ottimismo, incredulità e preoccupazione. Al mio non sapere più che punti di riferimento prendere, cosa pensare, cosa aspettarmi per il futuro prossimo..

Ogni persona con cui scambio pareri rinforza una di queste versioni di me. Mai stata così vulnerabile alle emozioni e paure altrui.

Quella per la salute, o quella dell’isolamento, o per il lavoro e l’economia.

E più mi convincevo che era proprio una bella idea.

Non è per prendere sotto gamba la cosa, al contrario: per mantenere lucidità e non farsi sconvolgere dalle paure legittime che ci assalgono.

Credo fermamente nell’importanza di coltivare l’apprezzamento per ciò che ogni giorno offre, anche a piccolissima scala. Non vuol dire far finta che vada tutto bene e che non ci sia un problema al mondo.

Ma accettare: questa crisi sanitaria in fondo ci ricorda, in modo brusco, duro e doloroso, che la vita è imprevidibilità, fragilità. Che non abbiamo il controllo su ciò che ci accade, sulle nostre circostanze esterne, ma su come le interpretiamo e sulle azioni che decidiamo di compiere in seguito alla nostra interpretazione.

Sottolinea, a ben vedere, quanto siamo tutti legati, da una parte all’altra del mondo, e quanto sia importante coltivare l’interesse e la cura reciproci, anziché la divisione.

E, infine, per quanto trita e ritrita sia la frase: che quello che conta è il viaggio, e non la destinazione.

Venerdì 13 marzo. Lo accolgo come si assapora l’ultimo giorno di una bella vacanza: approfittatene, bambini, fino all’ultimo minuto.

Una mia amica cresciuta a Singapore mi svela che la parola “CRISI” nei caratteri cinesi è composta dalla parola “RISCHIO” e “OPPORTUNITÀ”.

Sorrido mio malgrado, e mi preparo ad accettare i risvolti imprevisti di questa nostra nuova realtà.


Perché provare a ritrovare la serenità? Gli effetti del restare positivi, anche ai tempi del coronavirus

La scienza non sa ancora con esattezza perché l’essere positivi abbia degli effetti sulla nostra salute. Tra i potenziali vantaggi, abbiamo:

  • aumento della speranza di vita

  • sistema immunitario più robusto ai piccoli malanni

  • minor rischio di depressione

  • livelli più bassi di stress

  • maggior benessere psico-fisico

  • minor rischio di malattie cardiovascolari

  • più resilienza.

Si ipotizza che globalmente, il fatto di vedere le potenziali opportunità dietro i problemi (il famoso bicchiere mezzo pieno) faccia sì che l’organismo sia invaso da minor cortisolo – insomma, che in generale si riesca a reagire meglio alle situazioni difficili.

Sapendo quanto siano contagiose le nostre emozioni, mi pare ancora più importante cercare di coltivare l’abitudine al pensiero positivo. Perché i bambini capiscono razionalmente fino a un certo punto, ma assorbono tutta la nostra tensione.

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Longevità e pensiero positivo

Prendiamo questo studio, del 2001. Si chiama “the Nun Study – Studio della Suora” ed è, secondo me, illuminante.

Nel 1930 venne chiesto a 180 suore novizie, età media 22 anni, di scrivere delle note autobiografiche sulle loro giornate e sui loro pensieri a proposito del futuro.

70 anni dopo, alcuni psicologi hanno analizzato le lettere, andando alla ricerca di fattori che potessero predire come poi si fosse effettivamente svolta la vita di queste suore, e in particolare di fattori predittivi della loro longevità.

Analizzarono cose come la lunghezza e la complessità delle frasi, la loro devozione, l’espressione dei loro sentimenti.

Trovarono un unico, solo fattore davvero molto rilevante.. La positività.

Le suore che avevano manifestato, nella loro scrittura, più contenuti positivi erano vissute in media dieci anni di più (10!) di quelle che avevano espresso contenuti negativi o neutrali quando erano giovani.

Ora, possiamo certamente dire che si tratti di un campione di popolazione piuttosto limitato, che lo studio sia ancora parziale..

Ma anche solo la possibilità di vivere dieci anni di più in media, in cambio dello sforzo di concentrarsi su ciò che va bene e sulle emozioni positive, mi sembra uno scambio fattibile.

Alla peggio non funziona, e avrò comunque vissuto una vita più felice.

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Apprezzare le piccole cose, soprattutto in tempi difficili

 

Le 3 reazioni del cervello in questa situazione

Ho ascoltato una breve guida fornita da una coach francese, Clotilde Dusoulier, autrice di un bellissimo podcast di crescita personale, Change ma Vie. Ne ripropongo i punti chiave perché li ho trovati particolarmente pertinenti e utili.

Il punto di partenza è rendersi conto che di fronte a qualsiasi situazione che ci si presenta, ognuno di noi fa una sua propria interpretazione.

Le interpretazioni possono essere diverse, e se ne abbiamo consapevolezza ritroviamo anche la libertà di scegliere quale interpretazione vogliamo dare a quello che ci succede.

Siamo liberi di decidere cosa pensare.

Il nostro cervello tipicamente reagisce in questo modo:

  1. Fase di resistenza

  2. Fase di paura

  3. Eventualmente, se riesce a passare oltre le due fasi precedenti, fase di accettazione

All’inizio siamo increduli , ci lamentiamo, recriminiamo.. e il problema di questa resistenza è che è tutta energia mentale che togliamo al cercare di ritrovare consapevolezza e reazioni più utili a farci stare meglio.

Poi, inesorabile, arriva la paura, perché tutto è incerto. Se non la accogliamo e non riusciamo a rimetterla nel suo contesto, la paura ci spinge a 3 reazioni:

  1. Paralisi

  2. Fuga (con comportamenti per evitare di pensarci)

  3. Attacco (aggressività, opposizione, conflitto, animosità)

Come uscirne?

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I 3 elementi per agire consapevolmente, ritrovare serenità e restare positivi

#1. Il primo passo è riconoscere quali nostri pensieri corrispondono alla fase di resistenza.

Ne sottolineo l’importanza perché spesso ci facciamo trasportare dall’ondata dei sentimenti e diciamo queste frasi in presenza dei bambini, fornendo loro un modello di reazione che ci è poco utile.

#2. Davanti alla paura, abbiamo tendenza a cercare degli elementi di rassicurazione e conforto. Solo che, in questo contesto, non ce ne sono abbastanza.

La riflessione di Clotilde che trovo particolarmente profonda è che la paura altro non è che un indicatore di ciò che amiamo di più e che non vogliamo perdere.

Mi dirai, bella scoperta! e invece aspetta, perché questa lettura ci dà l’antidoto: amore e gratitudine.

La paura c’è, è naturale; la proviamo in qualsiasi situazione in cui rischiamo di perdere ciò che amiamo.

Non si tratta di mandarla via, ma di accettarla per fare spazio a qualcos’altro: il riconnetterci all’amore e alla gratitudine per ciò che abbiamo. I nostri cari, il nostro lavoro, la nostra vita, il personale sanitario che ci cura.

Ci riporta alla consapevolezza che siamo tutti uniti, e solo uniti ce la faremo; mentre le reazioni di paura ci portano a dividerci, ad allontanarci da questo senso di unità e solidarietà.

#3. Attenzione alle fonti di informazione, ai pensieri, ai contenuti con cui “nutriamo” il nostro cervello.

Ci sono conversazioni che alimentano la nostra paura, e altre che, sempre informando, alimentano unità e solidarietà.

Non appena notiamo una nostra reazione emotiva di fronte a quello che viene detto, prendiamone nota per scegliere quale tipo di discorsi abbiamo voglia di trasmettere e ascoltare.

Avendo consapevolezza degli effetti che queste reazioni emotive possono avere su di noi e su chi ci sta vicino: perché siamo tutti legati.

Per restare positivi facciamo festa al coronavirus

Come si fa a pensare positivo, di questi tempi? Credo che pensare positivo sia un’abitudine, e che come tutte le abitudini, vada allenata.

Ritorna l’idea della festa…

Il messaggio che voglio trasmettere ai miei bambini è questo:

non abbiamo bisogno di raggiungere chissà quali obiettivi per festeggiare, per essere pieni di gioia. Abbiamo bisogno di restare uniti, e allora quello che siamo basta.

Possiamo andare alla ricerca della gioia anche nello scorrere lento di una vita di tutti i giorni tra le mura domestiche.

Non so quale situazione in particolare stia vivendo tu, quanto tu sia lontano dai tuoi cari, se la malattia ha toccato la tua famiglia; non voglio banalizzare o minimizzare.

Voglio imparare ad onorare la vita, giorno per giorno, minuto per minuto; andando alla ricerca di ciò che ci unisce, di ciò che ci fa stare bene.

Questo è lo spirito della festa così come l’ho spiegato ai miei bambini, mentre mangiavamo cotolette di pollo fatte in casa e ballavamo battendo le mani.

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Se hai voglia di provare anche tu l’iniziativa condividi la tua storia! Inauguriamo #facciamofestaalcoronavirus?


Fonti, riferimenti, approfondimenti

Ecco un elenco di siti, libri e articoli consigliati o da cui mi sono ispirata!

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17 commenti su “Restare Positivi e Ritrovare la Serenità ai Tempi del Coronavirus #facciamofestaalcoronavirus”

  1. In questi giorni stiamo leggendo alcune pubblicazioni scientifiche, che più che parlare del coronavirus ripercorrono le grandi epidemie spiegando un sacco di cose che prima non conoscevamo, è fondamentale trovare il modo di impiegare il tempo in questi giorni, per me non è cambiato molto, normalmente passo la maggiorparte del tempo a casa, sono un’artista freelance e per muovermi spesso vado al market vicino casa, è piccolino e non devo fare grandi spese siamo in tre io il mio compagno e il cane, perciò per gran parte del tempo, dipingo, pianifico e scrivo sul blog, però posso capire benissimo che per la maggiorparte delle persone possa essere un inferno, leggere, scrivere, disegnare, guardare film, ascoltare musica possono riempire le nostre giornate.

  2. grazie! in un momento così surreale e complesso queste riflessioni sono davvero importanti ed utili.
    Credo questa situazione drammatica possa davvero insegnarci molte cose, e offrirci occasioni preziose su cui riflettere.
    Buona giornata!

  3. Ogni gior o che passa lerdo un po’ della mia positività, sento troppe notizie brutte e troppe persone che ancora non han capito cosa devono fare. Speriamo davvero che andrà tutto bene

    1. Amalia, capisco bene cosa vuoi dire.. Io infatti ora limito molto il numero di giornali e notizie che leggo, altrimenti diventa ingestibile.

  4. I tuoi post sono sempre di un’utilità pazzesca e spiegati benissimo.
    Mio figlio fortunatamente per ora l’ha presa con tranquillità e anche io, ammettendo di aver passato tutte le fasi sopra menzionate adesso sono all’accettazione con positività. Vero anche che abitando in piena campagna con solo un paio di vicini per noi è facile gestire la possibilità di uscire perché a parte qualche cinghiale c’è poco rischio di incontrare qualcuno. 😉
    Buona giornata e si, andrà tutto bene solo se restiamo uniti anche nelle distanze. <3
    Luna

    1. Grazie mille Luna! Apprezzo moltissimo. Noi siamo in città ma abbiamo un giardino, e devo dire che mai come adesso lo stiamo apprezzando.. permette un contatto con la natura decisamente rassicurante e rasserenante. Restiamo uniti!

I commenti sono chiusi.

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