Quand’è che potrò riposarmi? Quand’è che riusciremo finalmente a goderci una serata?Sembrano interminabili quei periodi in cui i bambini non vogliono andare a dormire, reclamano la nostra presenza; e noi oscilliamo tra la paura di creare un precedente o un trauma.. Come creare delle abitudini solide e sane che ci aiutino a far addormentare i bambini serenamente?
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C’è un segreto per far addormentare i bambini?
Con passo felpato e furtivo, studiavo in anticipo il percorso che mi avrebbe permesso di evitare l’asse scricchiolante del parquet e il cigolìo della porta. Cercavo di riprodurre quei movimenti lenti che mi avevano insegnato durante il corso di teatro quando facevamo il mimo.
Tenevo istintivamente gli occhi chiusi, sperando che fosse contagioso.
Drizzavo le orecchie al primo rumore: sarà il nostro o quello dei vicini? I muscoli si tendevano, il cuore accelerava mentre aspettavo di scoprire la risposta alla fatidica domanda: “Ce la farà ad addormentarsi da solo?”
Oggi che sono più grandini, i miei bambini hanno imparato a rispettare un quadro di massima:
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sì alle storie e coccole nel letto di mamma e papà,
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sì a venire in caso di incubi o pensieri che impediscono di prendere sonno,
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no a tutti gli altri casi.
Anzi, ora che ci penso, spesso sono i miei figli che mi mettono a letto e mi danno il bacino della buona notte prima di andare in camera loro.
Costruire questo quadro non è stato per niente banale; con la mia primogenita credo di aver sperimentato almeno una volta tutti gli errori e le casistiche sconsigliate (sarà il mio nascostissimo spirito scientifico?).
Rimane che la transizione tra una fase di serafico abbandono post cena e l’attivazione della serie pre-nanna è lenta, pesante, faticosa.
Capire il sonno per far addormentare i bambini
Una delle cose che più mi affascinano di tutto questo parlare di genitori e figli è che ci sono due elementi in gioco:
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una base scientifica su chi siamo e come funzioniamo, che evolve e si affina man mano che si sviluppano nuove ricerche;
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i fattori culturali che declinano pragmaticamente cosa facciamo di tutte queste scoperte, e che porta a risultati opposti da una famiglia all’altra.
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È affascinante perché a partire da una stessa base, troviamo risposte assolutamente diverse tra loro – con grande confusione per noi comuni mortali, certo, ma anche grande flessibilità!
E quindi. Il sonno si impara. O meglio, va regolato: perché tutti attraversiamo diverse fasi, e tra una fase e l’altra dobbiamo imparare a riaddormentarci. Ed è qui che gli inizi sono difficili.
Perché un bambino piccolo ricerca istintivamente la protezione materna, e quindi in base alla sensibilità di ognuno, può essere più o meno facile insegnargli ad addormentarsi da solo.
Ecco che abbiamo allora i fautori del dormire insieme e quelli che invocano la separazione coppia-figli.
A ognuno la sua scelta, io vi dico solo: scegliamo serenamente senza sensi di colpa in base alle esigenze familiari. Non ho ancora sentito di nessun figlio che dorme in camera coi genitori a 18 anni, con o senza incubi.. Quindi nella peggiore delle ipotesi, 18 anni passano in fretta!
Gli errori da evitare per far addormentare i bambini
Per noi genitori esausti fin dal mattino alle 9 quando li abbiamo accompagnati a scuola, sembra incredibile che qualcuno possa non agognare al momento in cui abbandonarsi sul letto;
ma vediamo dal punto di vista di un bambino. Da una parte c’è luce, attività, mamma e papà e un mondo conosciuto; dall’altra, solitudine, buio, e poi cosa succede una volta che chiudo gli occhi? Arrivano con piena forza tutte le tensioni e le emozioni accumulate e messe da parte.
Improvvisamente, le copertine con l’orsetto avvolgenti sono meno rassicuranti..
Addormentarsi implica una transizione, un passaggio; e come tutti i cambiamenti, è difficile all’inizio.
Possiamo allora aiutare i nostri bambini a vivere questo momento con più facilità se teniamo a mente alcuni elementi chiave. (Poiché li ho sperimentati tutti, vi posso assicurare che tra primogenita e secondogenito c’è stata una bella differenza..)
#1. Non passare del tempo insieme
Qualunque sia l’età dei nostri bambini, hanno bisogno di noi per rilasciare le tensioni e ricaricarsi.
Nelle nostre giornate sempre frenetiche, è facile dare priorità alle molteplici urgenze – bollette, cene, lavatrici varie. E le mettiamo davanti a quei momenti importanti dello stare insieme.
Quando non riesco a ritagliarmi almeno dieci minuti per stare coi bambini senza essere distratta dalle notifiche di whatsapp o dall’ultima mail, è là che iniziano le resistenze all’andare a dormire..
Più sono piccoli i bambini, più questo principio prende forza. I bambini hanno bisogno di ricevere le attenzioni dei loro genitori, per poter accettare di separarsene di nuovo durante la notte.
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#2. Fargli guardare TV/ tablet/ telefono
Principio famoso ma spesso dimenticato. Le luci blu emanate dagli schermi elettronici interagiscono con i processi naturali della secrezione di melatonina, e questo vale anche per gli adulti.
I bambini ne sono ancora più sensibili. Può sembrare contro-intuitivo quando li vediamo seduti tranquilli a vedere un vecchio film per bambini, ma oltre alla luce, il restare immobili mentre vengono inondati dagli stimoli della TV o dei videogiochi provoca un accumulo di tensione che “esplode” non appena si spegne.
Sempre meglio considerare che almeno un’ora prima di andare a dormire, non ci dovrebbero essere schermi accesi in casa.
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#3. Non impostare una routine condivisa
I bambini non hanno ben chiara la concezione del tempo. Imparano presto a capire che si va a nanna quando è buio, ma possiamo aiutarli ad avere dei punti di riferimento che permettano loro di sentirsi più padroni della situazione.
La prima cosa che si può “costruire” e impostare insieme a qualsiasi età è una routine o un rituale.
Possiamo allora lasciar scegliere alcuni dettagli ai bambini: per esempio, l’ordine con cui preferiscono svolgere le varie tappe (prima i denti o prima il pigiama?).
Magari puoi introdurre alcuni momenti solo vostri. Quando mia figlia era piccola, ad esempio, andavamo insieme alla finestra prima di chiudere le persiane. Davamo la buonanotte a quello che vedevamo fuori – uccellini, alberi, passanti, auto, persone nelle case vicine.
Poi la mettevo nel letto, leggevo una storia e infine la lasciavo con la musica del carillon.
Un altro accorgimento per i bimbi di più di 2-3 anni può essere quello di avere una lucina e lasciarli leggere a piacimento; si addormenteranno naturalmente, anche perché la lettura aiuta a fare questa transizione.
Infine, quando hanno più di 4-5 anni, possiamo lasciarli sperimentare qualche volta cosa succede se vanno a dormire tardi e non dormono abbastanza.
Tipicamente, saranno così stanchi il giorno seguente che decideranno da soli di anticipare.
Può essere una buona idea aiutarli allora a riconoscere l’ora alla quale iniziare i preparativi, mettendo magari un’etichetta sull’orologio o dando qualche altro punto di riferimento.
Più sono autonomi, e più volentieri faranno!
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#4. Sovreccitarli
Come si fa a far addormentare i bambini se fino a pochi minuti prima stavamo facendo una lotta di solletico sul divano?
Sembra ovvio, eppure ancora oggi ogni tanto mi lascio trasportare dagli entusiasmi.. Ci sono alcuni dettagli a cui spesso non prestiamo attenzione ma che possono avere un impatto sul sonno dei bambini:
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l’intensità della luce. Se in camera o in bagno abbiamo una luce molto chiara e intensa, il cervello va un po’ in confusione;
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il nostro tono di voce, e l’atmosfera in generale. Se noi stessi siamo accesi come una molla, i bambini sentiranno l’energia nell’aria e saranno meno invogliati a coricarsi
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l’ora della cena. Andare a dormire subito dopo mangiato rallenta la digestione e non aiuta tanto a dormire, a seconda di quanto e cosa abbiamo mangiato (sono l’unica che fa incubi quando mangia pesante?)
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attività agitate in generale
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#5. Far addormentare i bambini obbligandoli a dormire
Nella mia testa di neo-mamma, non riuscivo a concepire come mia figlia, arrivata l’ora fatidica, non si decidesse a chiudere occhio. Mi sembrava un affronto personale.
In realtà, il ciclo della produzione di melatonina (la sostanza che viene messa in circolo per farci prendere sonno) nei bambini fino ai 6 anni è leggermente spostato.
Ci sono delle “finestre”, delle fasi di questo ciclo, propizie a far addormentare i bambini; e se le perdiamo poi è quasi impossibile metterli a letto prima della finestra successiva.
L’ideale è allora osservare i piccoli segni precursori che ci dicono che il bambino è pronto. Tipicamente quando si stropiccia naso, orecchie o in generale si tocca il viso.
Se perdiamo il momento magico e il bambino non ha più sonno, è inutile insistere (solo i genitori sfiniti riescono ad addormentarsi a comando).
Meglio allora fare un’attività calma insieme, aspettando il ciclo successivo.
Il rischio, insistendo molto, è che poi i bambini associno l’andare a dormire come un momento di tensione, e là poi la frittata è fatta.
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#6. Lasciarli piangere
L’eterno dibattito che mi affliggeva quando i bimbi erano piccolini. Bisogna farli piangere o evitarlo a ogni costo?
Quello che oggi non rifarei è convincermi che rispondere a un pianto equivalga a “dare un vizio”.
Il pianto esprime un bisogno, anche se sicuramente non è alle 2 di notte che ci sentiamo più propensi a investigare quale sia..
Cionondimeno, si tratta di una reazione allo stress che, se prolungata nel tempo, porta a far rilasciare cortisolo – la cui dose eccessiva è dannosa.
Come per tutte le cose, sono la quantità e la ripetitività che fanno la differenza.. Ci sono state notti in cui ero talmente a pezzi che non riuscivo ad alzarmi; sarei andata al letto dei bambini troppo nervosa per poterli calmare.
Ci sono però tante altre notti in cui bacini e carezze per qualche minuto sono serviti a riconfortare..
Se la situazione si ripete, è durante il giorno che possiamo cercare di capire cosa scateni le insicurezze dei bambini. (Un cambiamento, un nuovo apprendimento, un lutto in famiglia, eccetera).
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#7. Perdere la pazienza
Uno dei momenti peggiori nella mia vita di mamma è stato ritrovarmi a urlare e piangere insieme a mia figlia perché non voleva saperne di dormire da sola e io stavo crollando dalla stanchezza.
Ci siamo addormentate piangendo entrambe, ognuna nel suo letto. Il risveglio è stato piuttosto amaro.
Ma mi ha fatto capire che dovevo fare qualcosa per prendermi cura di me; evitare di arrivare a un “punto di non ritorno” tale.
In fondo, che i bambini vogliano la nostra presenza, la nostra sicurezza e le nostre coccole, è normale e anche molto dolce.. Probabilmente una delle cose che ci mancheranno quando se ne andranno di casa.
Le notti sono lunghe, ma gli anni volano in un attimo.
Fonti, riferimenti, approfondimenti
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Niente di meglio che un bel libro colorato per parlare ai bambini di una situazione che causa tensione in famiglia. “Cos'è il sonno?“, delle edizioni Usborne, spiega attraverso immagini e finestrelle perché dobbiamo tutti dormire.
Un articolo veramente utile e ben scritto, che approfondisce un argomento difficile e delicato. Complimenti per tutto il lavoro di ricerca che metti in ogni tuo articolo.
Grazie Maria Claudia! trovo talmente appassionanti le ricerche sull’argomento, e soprattutto utili nella vita quotidiana coi bambini 🙂