Come trovare tempo e serenità quando sei un genitore che lavora

Come trovare tempo (e serenità) quando sei genitore [e magari siamo sotto Natale..]

Arriva un momento nella vita di un genitore in cui ci si chiede “ma cosa facevo prima di aver figli? Come facevo a riempire le mie giornate?” perché tutto corre talmente veloce che ti ritrovi a fare cose impensate prima, o per mancanza di tempo, di energie, o conseguente amnesia. Eppure la calma è il primo ingrediente della pazienza e relativa sanità mentale di tutta la famiglia.. Come fare allora a trovare quei due minuti agognati di tempo e relativa calma e serenità in questa frenesia, quando sei genitore e siamo pure sotto le feste? Ovvero: la guida pratica per rallentare quando tutto ti dice di correre più veloce.

Come trovare tempo e serenità quando sei un genitore che lavora

Come trovare il tempo? Un’utopia

“Mamma!! Mamma mi stai ascoltando??! Mammaaa!” e io faccio un salto.

Stavo cercando di calcolare dove inserire l’appuntamento con la co-animatrice per preparare il nostro workshop, sapendo che avevano annunciato sciopero a scuola e calcolando quindi giorni ore e impegni in una nuova versione mentale del tetris.

Meno male che è stato l’unico videogioco cui io abbia giocato da bambina, apprendimento impagabile.

“Scusa amore, non ti stavo ascoltando. Puoi ripetere per favore?”

Ma niente, il gioco del tetris riparte. L’ansia comincia a far capolino.

Mi riscuoto solo quando mia figlia dà uno spintone al fratello, entrato anche lui nel ring dove si vince la mia attenzione.

Lo conosci già no, il seguito della storia? La lotta contro l’angoscia da troppi impegni assolutamente necessari e incompressibili dovessi schiattare di fatica che poi sfocia in inevitabile nervosismo e urla di incomprensione.

O c’è un finale diverso (sai come nei libro-gioco che andavano di moda quando io avevo 12-13 anni? Quelli in cui a seconda di cosa sceglievi di far fare al personaggio andavi a una pagina diversa.. che nostalgia da illusioni letterarie..)

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La leggenda del super eroe moderno

Credo che tutto abbia avuto inizio da una lontana leggenda. Evidentemente, tempo fa si è sparsa la voce che più cose uno riesce a incastrare nella sua giornata, più azioni uno riesce a eliminare dalla lista, e più punti vince.

Ci sono anche dei bonus in questo gioco, dei punti extra se:

  • fai tutto da solo, senza cercare o accettare aiuti;

  • arrivi particolarmente stanco a sera;

  • se poi dormi poco la notte, allora là i punti esplodono.

Non c’è un premio, naturalmente; è una questione di onore, di sguardo sociale, all’inizio. Poi, dopo un po’ che entri nella logica dei punti, non ci pensi più ed è difficile uscire dalla ruota che gira.

Credo anche che ci sia chi si approfitta dello spargersi di questa leggenda. Quando sono particolarmente presa nel vortice, sento qualcosa, è solo una leggera inquietudine all’inizio; ma quando si protrae nel tempo si trasforma in bisogno, che di solito colmo comprando qualcosa.

E in quell’acquisto c’è una gratificazione di tutta quella fatica, una soddisfazione; la sento la dopamina che entra in circolo. Ma poi riprendo a correre, e l’effetto magico svanisce.

Eppure li vedo, gli effetti nefasti. Di quando sono talmente presa dal mio “devo devo devo” che non riesco a vedere i miei bambini, i loro bisogni.

Incomprensione porta a urla, urla portano a sensi di colpa che alimentano la lista dei devo e conseguente senso di inadeguatezza.

Tempo e serenità sono allora riservati solo ai ricchi?, è lecito chiedersi.

Come trovare più tempo, una questione di soldi?

Anni fa, quando ero ancora una giovane studente (sic) ho passato alcuni mesi di studio in Portogallo. Dove una birra costava 80 centesimi e una notte in ostello 10€.

Ne venivo da Milano, quindi immaginati i ritmi cui ero abituata: il clacson quando non parti abbastanza in fretta al semaforo, gli aranci tagliati, le corse e gli spintoni per prendere la metro quando un minuto e mezzo dopo passa quella seguente.

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Foto di Camila Damasio su Unsplash

Eccomi al supermercato, a osservare con stupore la lentezza dei gesti delle cassiere.

All’inizio ne ero talmente innervosita, battevo i piedi, sbuffavo, pensavo “Non ho tempo! Dai!”

Vorrei giusto sottolinearlo:

Ero studente. In Erasmus.(Cos’avrò mai avuto da fare??)

Talmente dentro alla ruota da farmi venire il nervoso perché le cassiere erano lente e chiacchieravano coi clienti.

E poi ho visto. I sorrisi e l’allegria e l’entusiasmo in persone che avevano dei bei problemi economici. E i più allegri di tutti erano gli immigrati brasiliani.

Certamente non è una controprova sufficiente per contrastare il detto che “I soldi fanno la felicità”; ma mi basta per farmi sospettare che ci sia dell’altro.

Se la risposta a come trovare tempo e serenità è dentro di te (epperò è sbagliata..)

C’è stato un periodo in cui vincevo un sacco di punti a questo gioco del fare. Rientravo in tutte le categorie dei bonus.

Qualche collega iniziava a farmi notare che stavo forse correndo un po’ troppo, ma io lo prendevo come un complimento.

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Foto di Jr Korpa su Unsplash

Naturalmente, ero anche arrivata alla fase in cui da leggera l’inquietudine era passata a profonda. E durante una formazione aziendale mi chiedono di chiudere gli occhi e concentrarmi sul respiro.

Pazzia New Age. Io devo correre.

Una stanza piena di luce; una quindicina di sedie messe in cerchio. Quindici persone altrimenti sconosciute, più o meno affermate professionalmente, che si fermano, insieme, per chiudere gli occhi e respirare.

È stato un primo inizio di tanti minuti rubati.

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Piccoli progressi alla ricerca del tempo perduto

Ok, stai alzando gli occhi al cielo e tra un secondo chiuderai la pagina per leggere altrove; pensando che i problemi nella vita sono reali e concreti e ci vuole ben altro che un soffio d’aria a risolverlo.

Vero. E non ti metterò qui la lista dei benefici riscontrati dalle ultime ricerche (ne citerò alcuni alla fine).

Ti racconterò quello che è successo a me. Convincermi e forzarmi a fermarmi quei pochi minuti al giorno ha fatto sì che:

  • mi sto allenando a prender nota dei miei pensieri. In particolare quelle catene di pensieri nefasti da “devo sennò poi”

  • ho iniziato a mettere in discussione alcuni dei miei devo. A scremarne una fetta, a rimettere in primo piano i miei bisogni primari (come il sonno)

  • ho osato dire no ad alcuni, e chiedere aiuto ad altri

  • mi accorgo più spesso di piccoli dettagli.

Così, capita che mentre andiamo a scuola ci esaltiamo perché vediamo una gru in azione; o perché i giardinieri cambiano le aiuole.

Mi succede di interrompermi per fermarmi a guardare gli uccellini che vengono a beccare i semi che mio figlio ha voluto appendere.

Addirittura, lasciare il cellulare nella borsa e osservare mia figlia che mangiava una crêpe così gonfia di cioccolato che ne esplodeva una goccia a ogni morso; lo sguardo concentrato, i piedi incrociati. Immaginarla grande, e sentire quell’ondata di orgoglio e malinconia per la consapevolezza che quel momento sarebbe arrivato prima di essere pronta.

Ci sono, le ricerche che confermano l’impatto positivo di piccole cose come:

  • sorridere, anche se il sorriso è forzato;

  • pensare e scrivere ogni sera 2-3 cose belle che ci sono capitate, e perché no?, 2-3 cose belle di noi;

  • mostrare la propria vulnerabilità;

  • correre e muoversi insieme ai bambini

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Ho scelto come trovare il mio tempo

Penso che la risposta al come trovare tempo e serenità sia nascosta qui. Nel riprendere la consapevolezza che abbiamo una scelta.

Su come interpretiamo ciò che ci accade, in primis. Succede qualcosa che scatena in noi dei pensieri, e quei pensieri sfociano in emozioni, e quelle emozioni ci spingono ad agire in un certo modo.

Se impariamo a riconoscerli quei pensieri nefasti, a fermarli; e a sceglierne di diversi, più utili.

Non voglio negare o minimizzare i problemi del tuo quotidiano. Dirti che devi lasciar perdere tutto; che gli impegni che ti sei preso sono inutili o superflui.

Ma che se nella nostra giornata abbiamo volto la nostra attenzione su piccoli dettagli, momenti di per sé insignificanti.. alla fine ci sentiremo più sereni che se passiamo inconsapevolmente il tempo a rimuginare su quanto tutto è ingiusto; quanto dobbiamo ancora fare.

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Foto di Scott Webb su Unsplash

Mia figlia ha finito col rovesciarsi una buona dose di cioccolato sulla giacca, per poi pulirsi le mani sulla mia (unica).

Non oso immaginare come sarebbe finita la serata se non avessi speso quei preziosi minuti a osservarla piena di orgoglio.

Fonti, riferimenti, approfondimenti

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