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Farsi rispettare senza punizioni: quel giorno in cui mio figlio mi ha travolto col pomodoro (e ho capito che punire non serve)

La settimana scorsa mi hai sentito raccontare il mio percorso verso un rifiuto abbastanza categorico di qualsiasi forma di violenza. Eppure, qualche tempo fa scrivevo anche dell’importanza di insegnare le regole; del perché la disciplina sia un concetto ancora molto attuale, se non addirittura un bisogno per i bambini. Sono forse impazzita completamente? Trovi che ci sia un’incompatibilità tra dare delle regole e evitare l’uso di minacce, punizioni, sberle eccetera? E poi, diciamoci tutta la verità, se anche sul piano teorico possiamo dirci d’accordo con queste belle parole.. Sul lato pratico, quando tuo figlio ti guarda e ti dice un bel “No!” dopo che tu gli hai chiesto per l’ennesima volta, con calma e con estrema gentilezza, di mettersi le scarpe perché è ora di uscire… come fare per farsi rispettare senza punizioni o altre forme di violenza?

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Foto di Anna Kolosyuksu Unsplash

Farsi rispettare senza punizioni? La situazione tipo

È una domenica inizio pomeriggio come tante. Siamo solo noi 4, e stiamo finendo di pranzare in salotto.

Mio figlio più piccolo non vuole più mangiare, e ci chiede il permesso di alzarsi. Sappiamo che un bimbo di 3 anni non è ancora in grado di restare fermo seduto a lungo, quindi non gli diciamo mai di no quando lo chiede; però, in quell’occasione, ci permettiamo di insistere perché si pulisca la bocca.. che era bella piena di sugo.

Avrei potuto più facilmente chiedergli di risolvere un’equazione differenziale.

Si alza con aria di sfida, senza nemmeno rispondere.

Allora le provo tutte : conto fino a 3, gli chiedo di scegliere “ti pulisco io o ti pulisci tu”, ma niente.

Poiché però avevamo appena fatto ridipingere i muri di bianco (che idea folle, lo so!) e temevo che la reazione di mio marito di fronte a un’eventuale macchia sarebbe stata di gran lunga la soluzione peggiore, mi sono alzata e gli ho pulito io la bocca.

Allora, se mi avessero detto che in quell’istante un essere si era impossessato del corpo di mio figlio, gli avrei probabilmente creduto.

Il mio topolino, il mio bimbo tranquillo e dolcissimo che mi manda sempre i bacini, là era una furia scatenata.

Davanti ai nostri occhi attoniti, mentre urlava e piangeva pieno di una rabbia mai vista fino ad allora, è tornato in cucina, ha preso il piatto che aveva posato sul lavello pochi minuti prima, e si è rovesciato il sugo rimasto sulla maglietta e sulla faccia, fino ad esserne ricoperto. Per poi tornare, sempre piangente e urlante, davanti a noi.

La domanda implicita era : “E adesso che mi fate?”

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E adesso voglio proprio vedere cosa mi fai mamma.. Foto di Sharon Mc Cutcheon su Unsplash

Quando farsi rispettare senza punizioni sembra un’utopia

Già. E adesso che facciamo? A parte il fatto che ero talmente stupefatta che mi veniva da ridere.

Quante volte ti è capitata una scena del genere? Come fai? Che effetto ti fa?

Le prime volte mi scuoteva profondamente. Mi sentivo senza controllo, dominata. Anche un po’ presa in giro.

E allora in quei casi era un attimo perché non partisse la reazione automatica da “Ti faccio vedere io chi comanda!”

Ma quella volta lì, no. Quella volta ho capito che mio figlio stava facendo emergere un rifiuto al cambiamento che gli avevamo imposto (avevamo appena traslocato, facendogli cambiare scuola, amici, lingua..), la sua rabbia per non aver potuto dire la sua; e anche la sua frustrazione per sentire di non aver più alcun controllo sugli eventi.

E allora, almeno decido quando e se pulirmi la faccia!

Farsi rispettare senza punizioni: passare da colpevolezza a comprensione

L’emotività dei bambini è particolarmente forte e incontrollata per loro natura. Questo prima lo sapevo “a sensazione”, ma non ne avevo mai sentito parlare più nel dettaglio. (Ecco perché mi premeva parlare di stress e di cervello).

E invece capire questo aspetto mi ha aiutato moltissimo a non “colpevolizzarli”. A smettere di ripetermi nella mia testa “lo fa apposta per farmi arrabbiare”, ma a cercare quantomeno di capire il loro punto di vista.

Il primo suggerimento quindi è : chiediti sempre se c’è “qualcosa sotto”. Detto questo, è ovvio che se lì per lì il nostro pargoletto ci sta prendendo a calci, non è quello il momento per andare a fare il detective.

Nel mio percorso verso un’educazione “più positiva”, all’inizio sono passata dalle minacce.. alle ramanzine.

E giù spiegazioni dettagliatissime sul perché questo non si fa, e io mi sento così, e se tu fai così allora, e dieci minuti a razionalizzare e disquisire mentre mia figlia era magari ancora in lacrime a urlarmi di tutto. Per poi finire comunque coll’urlarle esasperata: “Non mi stai neanche ad ascoltare! Allora arrangiati!”

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Io mentre spiego a mia figlia l’importanza del rispetto per i suoi genitori – Foto di John Volante su Unsplash

Ti dice niente questa scena?

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Basta un po’ di empatia per farsi rispettare senza punizioni?

Un giorno sono incappata in questa frase:

Non ragionare mai con un bambino ubriaco sotto l’effetto delle emozioni.”

“Ma allora non posso neanche parlargli! che devo fare lo lascio là così?”

No. Ma la stessa cosa vale per noi..

  1. Cerca di restare calmo.

  2. Stringilo forte a te. Anche se si dimena e ti rifiuta.

Sai come quando era neonato, e facevi attenzione a essere il più sereno possibile per non turbarlo? Movimenti lisci, voce morbida, niente rumori bruschi.. È un po’ la stessa cosa.

I neuroni specchio ci “spingono” a imitare chi ci sta di fronte. è molto facile, quindi, che tuo figlio urlante ti stia mettendo a dura prova e che il tuo “istinto” ti dica di urlare a tua volta.

Purtroppo, però, è vero anche il contrario : se tuo figlio urla e tu reagisci urlando, a lui verrà voglia di urlare ancora più forte, e via così.

Solo che tuo figlio non può fare altrimenti, perché il suo cervello non ne ha ancora le capacità..

Tu? Prova a fare tanti bei respiri profondi, a metterti “in stand by” per qualche secondo.

Naturalmente, non permettergli di farti del male (glielo puoi anche dire :“Non voglio che mi fai del male”.)

Ma tienilo tra le tue braccia, per tutto il tempo che gli serve a calmarsi.

Puoi ripetergli cose come “Andrà tutto bene. Sono qui. Respira” (che tra l’altro è ottimo per auto-calmarci, anche laddove non funzioni con nostro figlio!)

Può volerci del tempo. A volte, molto. Solo qualche giorno fa, a mio figlio ci sono volute due o tre crisi a ripetizione, finché non siamo riusciti a convincerlo che doveva dormire!

Però, una volta che siete entrambi calmi, là potete parlare, eventualmente andare a intervenire su “cosa c’è sotto” (fame, rabbia, stanchezza, eccetera).

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Come farsi rispettare senza punizioni davanti ai no

Prendiamo un caso meno drammatico ma non meno irto di chiodi e spine: Il no. Quello consapevole, di chi sta testando un limite e vuol proprio vedere fino a dove può spingersi.

Non perdere il poster su come gestire stress e conflitti!

Un esempio tipico di casa mia? Dopo aver chiesto di NON utilizzare determinati oggetti, il tutto viene sparso sul pavimento, e alla mia richiesta di “rimediare” mettendo a posto, la risposta è, indovina un po’? NO.

(Con l’apposita variante: “Solo se mi aiuti” che ha il potere di mandarmi su tutte le furie.)

Cosa fare in questi casi?

Ho due risposte. La prima, riguarda il come reagire sul momento; la seconda, modificare eventualmente alcune piccole cose nella nostra routine.

Mi spiego meglio.

Come reagire sul momento per farsi rispettare senza punizioni

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Foto di Vivek Kumar su Unsplash

Per me, in quel preciso istante, è fondamentale arrivare a farmi ascoltare da mio figlio.

Altrimenti, il messaggio che ne esce è che le mie parole sono senza conseguenze: ti chiedo di mettere a posto quando anche per sbaglio fai disordine, se poi sono io a rimediare, non ti insegno a prenderti la tua parte di responsabilità.

Una chiave che tento sempre, in questi casi, è provare con il gioco e lo scherzo.

“Dai, facciamo che questa scatola è un canestro e vediamo quanti pezzi riesci a mettere dentro mentre io conto fino a dieci”

Ovviamente, non sempre funziona. Nei casi più difficili, mio figlio prende e se ne va.. (nervoso a mille, respiro come una vaporiera che ci potrei fare l’aerosol).

Con tutta la calma di cui sono capace, torno da mio figlio, gli prendo la mano, e lo riporto sul luogo del misfatto.

E stiamo là, finché non mette a posto.

Ma sai una cosa? Se ti capita che piange, si dispera, urla.. E tu resti comunque là, calma, ferma, pensando dentro di te tutti gli improperi possibili ma esternando un pacifico sorriso..

In realtà devi essere contentissima: è una lezione d’oro! Le volte successive se ne ricorderà. (Certo, non funzionerà a vita: riproverà di tanto in tanto a testare il terreno).

Per farsi rispettare senza punizioni sul lungo periodo, bisogna aggiustare la routine

Veniamo ora alle care vecchie abitudini. Per amore di semplicità, vorrei concentrarmi su due elementi essenziali : tu e il bambino.

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3 punti-chiave per noi genitori

Sembra facile immaginarsi di restare sempre calmi e pazienti. La verità, è che ci vorrà tanta pratica, e tante volte in cui alla fine cederai.

Va bene così, siamo umani. Quello che puoi fare è aiutarti creando delle condizioni che facilitino questo cambiamento di atteggiamento.

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Se fossimo dei robot.. Foto di Daniel Cheung su Unsplash
  1. Ricordati che l’imperfezione e l’errore vanno bene, siamo umani (solo chi non fa non sbaglia..)

  2. Cambia il modo in cui consideri la crisi di tuo figlio

  3. Prenditi almeno 10 minuti al giorno per te (sì sì, come priorità in agenda!)

Perché cambiare?

A me ha aiutato moltissimo il saperne di più sui bisogni e le fasi dello sviluppo dei bambini per smettere di pensare “Lo sta facendo apposta per farmi arrabbiare” e passare al “c’è evidentemente qualcosa che non va. Ha bisogno di me per scoprirlo

Un altro elemento chiave è stato rendermi conto che finivo col lasciarmi per ultima nella lista delle cose cui pensare, convinta che pensare a me fosse un po’ egoista.

Ma a furia di trascurarmi, non avevo più le forze e la capacità di reagire positivamente alle richieste dei miei figli.

Non trascurarti. Lo so che sei di corsa, che hai l’impressione di non avere mai tempo.

Questi sono chiaramente fattori di stress, e se guardiamo agli effetti, ti trovi un po’ nella stessa situazione di tuo figlio: con meno risorse cerebrali per far fronte alla crisi.

Ovvio che forse non puoi cambiare vita da domani, ma a volte ci sono piccoli accorgimenti che possiamo introdurre, se solo ne accettiamo la possibilità.

Per farti un esempio, io ho deciso di svegliarmi un po’ prima la mattina. Ho iniziato con dieci minuti, e ora dopo mesi sono passata a un’ora e mezzo prima.

Quel tempo, anche quando sono solo dieci minuti, mi permette di pensare a me quando tutti dormono, e di far sì che quando parte la corsa mattutina, e i miei figli iniziano a litigare e piangere su chi deve andare per primo in braccio a me per la colazione.. Io sia “armata” di quella soddisfazione che viene quando sai che hai già fatto quello cui tenevi.

Solo 5 minuti per fare due passi, prendere una boccata d’aria, canticchiare, stare con gli occhi chiusi e respirare sono un vero toccasana per eliminare un po’ dello stress della giornata e accogliere i bambini col sorriso.

I bambini

I bisogni dei bambini possono essere diversi, a seconda del carattere e della personalità, e questo da solo è un argomento che può prendere un articolo intero.

Ci sono bambini che hanno bisogno maggiormente di sentirsi in controllo, altri di contribuire attivamente alla vita familiare, altri di un contatto fisico empatico, e così via. Una cosa resta comune: la nostra attenzione.

Anche qui, non è semplice, se torniamo stanchi morti con l’idea di preparare in fretta la cena e poi metterli a letto per sprofondare tranquilli sul divano..

Due astuzie:

    1. Fai in modo di dedicare almeno dieci minuti della tua piena attenzione (e anche di contatto fisico) a tuo figlio durante il giorno

    2. Fallo contribuire e partecipare alla vita di casa

Da noi siamo riusciti a calmare notevolmente le acque da quando giochiamo insieme dieci minuti ogni giorno, prima che io mi dedichi ad altro.

E ripetiamo la stessa cosa prima di andare a letto, se possiamo tutti insieme.

Lo so, vuol dire rinunciare alle priorità della casa, mettere da parte la spesa la cena e il telefono.

Ma sono dieci minuti che “riempiono” il serbatoio affettivo del bambino almeno temporaneamente.

E poi, chiediamo di partecipare alla preparazione della cena o della tavola ad esempio; di dare da mangiare al gatto, o di aiutare a passare l’aspirapolvere.

Non sempre ne hanno voglia, ma generalmente a mio figlio brillano gli occhi se può sentirsi grande e responsabile aiutando in cucina.

Per farsi rispettare senza punizioni ci vuole tempo

Lo so che forse stai pensando che sulla carta, sono tante belle parole, ma sulla pratica è diverso.

E sono d’accordo con te: nel mio cammino verso un metodo educativo non violento, sereno e rispettoso dei bisogni di tutti, incespico quasi ogni giorno..

Perché come te, perdo la pazienza. Come te, a volte non ho proprio voglia di concentrarmi e fare più fatica.

A volte, scegliere la soluzione meno efficace sul lungo periodo è quella più comoda sul momento. In ogni modo, è quella che già conosciamo e quindi la via più rapida per il nostro cervello..

Ci sono anche volte in cui mi sembra che sia tutto inutile, che tanto i miei figli fanno quello che vogliono.

Poi, però, ci sono quegli attimi in cui riesco a capirli.

In cui, stringendo mio figlio mentre piange disperato, nel momento in cui lascio andare la rabbia, la frustrazione, il senso di impotenza.. sento che anche i suoi muscoli si rilassano contro i miei. I singhiozzi si calmano.

E solo allora mi guarda e mi sorride mentre ancora due lacrimoni gli scendono sulla faccia mescolandosi al moccolo.

E là, in quei momenti, sento che sto andando nella direzione giusta, nonostante tutto. Che un’alternativa è davvero possibile.

Fonti, riferimenti, approfondimenti

Questo articolo è il frutto di diversi anni di letture, ripensamenti, discussioni. Non tutte le fonti e i libri che mi hanno aiutato sono in italiano. Ti elenco quindi una serie di opere disponibili in lingua italiana di autori che mi hanno ispirato lungo il percorso. Non sono tutti l’esatta traduzioni di quelli che ho letto io, ma sono sicura che saranno tutti un utile approfondimento. Restano in buona parte gli stessi di settimana scorsa!

Più in basso, troverai invece un elenco di siti e articoli consigliati o da cui mi sono ispirata, questa volta lasciando anche quelli in francese.

Se provi a mettere in pratica uno di questi consigli (o tutti!) fammi sapere com’è andata!!

La biblioteca di riferimento

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Gli articoli sul web

In italiano:

In francese:

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