Le hai provate tutte. Ripeti le cose mille volte, un po’ con le buone, un po’ con le cattive. Alzi la voce, minacci, punisci. Ma niente, loro continuano. E se fosse il tuo comportamento a incitare inconsapevolmente i bambini a fare i disobbedienti? Ecco una lista delle nostre reazioni da genitori più comuni che talvolta ottengono l’effetto opposto, e come fare a trasformare le reazioni dei nostri bambini disobbedienti.
Table of Contents
Scene di ordinario ammutinamento
La tempia che pulsa, la bolla d’aria che sale dalla pancia pronta ad esplodermi in bocca in parole dure; i pugni stretti e l’improvvisa voglia di scuotere. Non succede anche a te quando i tuoi figli schiacciano il tuo tasto dolente?
Mia figlia nega l’evidenza. Io insisto, lei insiste. Allora parto con la filippica del perché è sbagliato, l’importanza del rispetto, guardami quando ti parlo,
Omamma mi annoio da sola!. E lei se ne va. Cantando. Mentre io sono là che parlo.
Sai qual è la cosa buffa?
Questo è un segnale. Una scena ricorrente, perché mia figlia ha capito come ottenere quello che vuole: la mia attenzione, la mia frustrazione come forma di potere su di me.
Ok, detto così sembra la descrizione di un personaggio di Game of Thrones (o forse no, perché io ho visto solo mezza puntata..)
Il punto è che spesso, quando i nostri bambini fanno i disobbedienti, è in reazione a un nostro comportamento che noi reiteriamo.
Più o meno così:
-
Mio figlio e io iniziamo a giocare e mia figlia si ingelosisce.
-
Il tempo scade, e lei cova risentimento.
-
Prima offensiva: chiedo qualcosa di semplice, come spegnere la luce. Nada.
-
Parte il battibecco.
-
Escalation di malumore (esclusivamente mio).
-
Escalation di disobbedienza.
-
Ultima offensiva: Monologo della Mamma Arrabbiata.
-
Affondata. Mia figlia mi ignora.
Sono a un bivio: posso
a) seguire gli istinti e reiterare il circolo vizioso, perché più la sgrido, più la convinco che ce l’ho con lei e “preferisco” suo fratello, più lei continua il suo comportamento;
b) respiro, conto fino a 3, e accetto che sia stata la mia reazione a incitare involontariamente il suo ammutinamento.
Come fare allora, per evitare quei comportamenti che spingono i nostri bambini a fare i disobbedienti?
Prima di svelarti la mia scelta, andiamo con ordine.
#1. Come incoraggiare i Bambini a fare i disobbedienti? Ridere del loro comportamento.
Vale per tutte le età del bambino. È semplice: i bambini vogliono sentire che contano ai nostri occhi.
Quando ridiamo per qualcosa che hanno fatto, o in generale quando abbiamo una reazione molto forte, diamo loro un boost di autostima pazzesco.
Insomma, se un bambino di 3 anni che ha sentito una parolaccia e la ripete, vede metà famiglia piegarsi in due e l’altra metà sgranare gli occhi dall’orrore, alzarsi in piedi come se punti da una vespa, e poi intimare con voce grossa di “non sognarsi mai più di ripetere una cosa simile!”… Non c’è da stupirsi se poi la ripete, ancora e ancora.
Per vedere l’effetto che fa.
Fa sempre sentire importanti quando le nostre azioni hanno un potere, un effetto su qualcuno o qualcosa no? Dai, noi ci gasiamo per un like alla nostra foto!
Quindi, banale ma nient’affatto semplice: ignora il comportamento che vuoi correggere (salvo se mette in pericolo il bambino, naturalmente).
Le bolle con la cannuccia, i baffi con gli spaghetti, i paciughi con la pittura fanno ridere solo la prima volta. Sorrisetto, e facciamo finta di niente prima di spiegare la regola.
#2. Come incoraggiare i Bambini a fare i disobbedienti? Urlare e sbraitare
Ci sono almeno un paio di problemi, secondo me, con questa opzione.
Intanto, ai bambini più piccoli facciamo paura quando urliamo. Il che attiva tutti i circuiti dello stress, li paralizza, insomma non andiamo nella direzione voluta che è quella di insegnare il comportamento giusto.
Per i più grandi, diamo un’altra occasione di rinforzo negativo: mostriamo che i loro comportamenti possono avere un enorme effetto su di noi; e questo potere, puoi starne certo, lo sfrutteranno ancora.
Infine, i bambini imparano soprattutto con l’esempio. Più cerchiamo di risolvere i conflitti e le varie questioni con la forza e le urla, e più loro faranno lo stesso.
Quindi poi non possiamo stupirci se i bambini litigano tra loro urlando..
Bello, sulla carta. Quando ti ci trovi, è un altro paio di maniche.
Piano piano, ho imparato a riconoscere i sintomi, il respiro che si alza, la postura pronta ad attaccare; e ho iniziato a pormi questa domanda: come mi sento veramente? Cos’è che mi fa arrabbiare?
La sensazione di perdere il controllo. L’impotenza. Che nasconde, in realtà, la paura di non essere una mamma all’altezza, ma questa è ancora un’altra storia.
Rispondere a questa domanda non è stato facile.
Ma ora so che conosco la sensazione, la so associare a un preciso circolo vizioso.
Quando riesci a riconoscere i segnali, allontanati. Prendi tempo o spazio (sempre se non c’è pericolo).
Tra le opzioni che hanno funzionato per me:
-
respirare
-
guardare fuori dalla finestra
-
bere un bicchiere d’acqua
-
pensare a qualcosa di bello o guardare una foto tenera dei bimbi da piccoli
-
contare “3-2-1”
Tanto in quel momento, né noi né i bambini siamo pronti a ragionare, imparare e riflettere.
#3. Come incoraggiare i Bambini a fare i disobbedienti? Non dare mai nessuna conseguenza
Il senso di una regola è che nel non rispettarla si incorre in un danno, un pericolo o una conseguenza negativa. Se non c’è nessun effetto negativo, né per sé né per gli altri o la collettività, allora la regola non ha senso di esistere. Giusto?
Tempo fa, stanca del disordine estremo della camera dei bambini e stufa di finire poi col mettere sempre a posto io, avevo introdotto una regola: “butterò via tutto quello che trovo per terra la sera!”
Peccato però che la sera sono così stanca, che vado a dormire prima dei bambini e non mi passa neanche per l’anticamera del cervello di andare a raccogliere e buttare via i loro giochi. (Sotto sotto, dispiace più a me che a loro di buttarli via..)
Ovviamente, più ripeto questa frase senza metterla in pratica, e meno ha effetto..
Quando non sappiamo che pesci pigliare è naturale e istantaneo ripetere la conseguenza del non obbedire.. è un automatismo.
Qual è la frase che ripeti più spesso per farti ascoltare dai bambini? Se non te la senti, per qualunque motivo, di attenerti, cambiala. Trovane una che funzioni meglio per te.
#4. Come incoraggiare i Bambini a fare i disobbedienti? Parlare troppo
Alle volte mi dilungo così tanto nello spiegare i principi massimi della vita, i perché e i percome, che perdo da sola il filo. Perché vorrei che i bambini capissero il senso, imparassero i principi, i valori..
Dimenticando che:
-
ancora una volta, sto dando loro attenzione e così, in qualche modo, rinforzo il comportamento. È un po’ come mettere la monetina nel jukebox: ne combino una, e zac! subito la mamma si accende e parte con la lagna! Fantastico! Riproviamo? Funziona di nuovo!
-
fino a circa 12 anni, i bambini non hanno ancora veramente la capacità di riflettere in modo costruttivo a quello che hanno fatto. Non si motivano a fare meglio insomma se li spingiamo a rimuginare sui loro errori. E, se faccio fatica io a stare concentrata più di qualche minuto, figuriamoci un bambino..
Una frase. Stop. E con i più piccoli, più di mille parole, funziona ancora meglio mostrare loro cosa fare.
#5. Come incoraggiare i Bambini a fare i disobbedienti? Avere aspettative irrealistiche rispetto all’età dei bambini
Prima di avere figli non sapevo nulla di nulla sul loro ritmo di apprendimento, su cosa fosse normale aspettarsi. Ci può sembrare strano che un bambino non sappia controllarsi e urli quando ha fame, o che si alzi da tavola dopo 37 secondi; quando in realtà, a seconda dell’età, può essere la cosa più biologicamente normale del mondo.
Il fatto è che quando sappiamo perché i bambini si comportano in un certo modo, quanto meno non ci sentiamo minacciati nelle nostre capacità di genitore.
Rimane magari difficile tollerare che il nostro adorato di 9 mesi continui a buttare tutto a terra dal seggiolone, ma se sappiamo che non lo fa apposta per farci impazzire, possiamo prenderla con più filosofia e un sorriso.
#6. Come incoraggiare i Bambini a fare i disobbedienti? Usare costantemente ordini e negazioni
Qualche giorno fa, mentre facevo giocare i bambini al parco, non ho potuto fare a meno di osservare gli scambi tra una mamma e la sua bimba di 3-4 anni.
“Perché hai fatto così?!”
“Vai là!”
“Allacciati le scarpe!”
“Metti la giacca!”
“NO! Ti ho detto di no!”
“Questo non si può fare! Non correre!”
“Non spingere!”
“Perché non giochi con gli altri bambini?!”
Nonostante l’insofferenza, mi sono immedesimata: quante volte mi sono ritrovata a fare lo stesso?
Senza sapere che parole che usiamo e sentiamo hanno un effetto su di noi, sul nostro cervello.
In particolare, ordini e negazioni vengono registrati come un pericolo dall’amigdala (in un’ottica di sopravvivenza, essere sottomessi a qualcun altro è pericoloso).
L’amigdala manda un segnale di allarme, e si attivano i circuiti dello stress.
Cosa succede allora? Scatta la reazione automatica:
attacco, fuga o paralisi. Le strategie di sopravvivenza del nostro cervello rettiliano.
In caso di attacco, il bambino resiste all’ordine, ci risponde;
in caso di fuga o paralisi, ci ignora.
L’effetto secondario?
Ammettiamo che al primo ordine della giornata,”vai a fare colazione”, il bambino abbia prontamente obbedito.
Se passa tutta la giornata a sentirsi dire cosa deve fare o non fare, ora che gli chiediamo di mettersi il pigiama avrà accumulato talmente tanta tensione che non c’è da stupirsi se poi ci fa una sceneggiata. Secondo una statistica che ho sentito di recente, i bambini si sentono dire “NO” in media 400 volte al giorno.
Non finiamo spesso perfino noi adulti per fare il contrario di quello che ci viene chiesto se ci sentiamo obbligati?
Per un bambino è lo stesso. Sono, quindi decido io.
[optin-monster-shortcode id="sai7bab1ena3mym458x5"]Fine della storia?
Veniamo allora alla mia scena iniziale, perché forse a questo punto ti starai chiedendo come diamine ho fatto a
a) rendermi conto del mio autogol
b) provare a insegnare qualcosa a mia figlia
Sono ferma davanti al cancello di casa, tengo la bici con una mano mentre mi infilo il guanto.
Sta scendendo la sera ma lei pedala tranquilla, da sola, senza voltarsi una volta per vedere se la seguo, se le sto ancora parlando.
Sento il pop delle bolle di pensieri nella mia testa:
“Rincorrila”
“Mettila in punizione – no sono contraria”
“Ah già”
“Non posso ignorarla così”
Mentre respiro e pedalo, piano piano, sento la rabbia scemare leggermente.
“Dovrò trovare una conseguenza, lo sai? Ti sembra di esserti comportata bene?” le chiedo.
Prendo tempo. Un’oretta dopo, è lei a rilanciarmi.
“Allora mamma, hai deciso la conseguenza?”
“Non ancora”. vedo che sta sbuffando per l’attesa, e là ho l’idea.
“Tu cosa faresti? Se fossi tu la mamma, al mio posto?”
Ci pensa su e poi con sicurezza mi dice:
“Niente ketchup sui bastoncini e no ai cartoni preferiti per 3 settimane! Coi miei figli farei così.”
E così è stato. E ho capito di averci preso non quando ha accettato la sua conseguenza quasi con orgoglio; ma quando è venuta ad abbracciarmi per chiedermi scusa.
Fonti, riferimenti, approfondimenti
Ecco un elenco di siti, libri e articoli consigliati o da cui mi sono ispirata!
Nota : i link verso Amazon.it o www.ilgiardinodeilibri.it sono affiliati: significa che se clicchi e decidi di effettuare un acquisto, io percepisco una piccola commissione senza costi aggiuntivi per te.
-
Per avere un altro punto di vista e trovare qualche spunto di riflessione diverso, puoi dare un’occhiata a questo articolo di “Siamo Mamme” e questo di “Curiosando si impara”
-
Ci sono due libri che mi sembrano particolarmente appropriati per approfondire le dinamiche che si instaurano senza che noi ce ne accorgiamo, e soprattutto per come sciogliere i nodi nella relazione coi bambini: “Come parlare perché i bambini ti ascoltino & come ascoltare perché ti parlino“, un best seller pieno di consigli pratici, schemi ed esempi; (Lo trovi anche su Il Giardino dei Libri)e di Daniele Novara, “Punire non serve a nulla: Educare i figli con efficacia evitando le trappole emotive” (Lo trovi anche su Il Giardino dei Libri)
Non ho figli e sono una childfree convinta, però devo dire che ho trovato l’articolo ricco di conoscenze interessantilo consiglierò ad alcune amiche divenute mamme da poco.
Ciao, un articolo molto ben dettagliato sulle paure anche di noi genitori e conseguenti sbagli che portano i bambini alla disubbidienza
Io non ho figli ma ho trovato il tuo articolo bene articolato ed estremamente interessante.
Ho letto il tuo articolo con grande interesse anche se non ho figli, ma lo ho inviato a mia cugina che ha una bambina
Facciamo spesso l’errore di ridere o sorridere delle loro bravate con la conseguenza di caricarli ulteriormente. Mi hai fatto riflettere!
In parte è perfettamente normale! Ed è anche un momento di complicità tra genitori. basta sapere che alla lunga, c’è un possibile effetto collaterale!
un post molto interessante, mi capita di tanto in tanto di far spuntare un sorriso per alcuni loro comportamenti, devo evitarlo
fare i genitori non è semplice si sa però troppa rigidità e troppe regole non portano a nulla di buono….. io non ho figli ma vedo una mia amica che ha 4 figli e sono cresciuti benissimi, educatissimi….. obbedienti? si Farò leggere comunque il tuo artivcolo a delle mie care amiche che hanno bimbi piccini…… sicuramente coglieranno degli utili suggerimenti
Sono d’accordo Anna, la difficoltà è proprio trovare il giusto equilibrio tra flessibilità e quadro normativo rassicurante, tra i nostri bisogni e i loro.. sapendo che non c’è una regola d’oro che funzioni per tutti, perché la relazione è fatta di due persone uniche. Insomma un percorso denso, ricco e .. impegnativo 🙂
Vermanete utile e interessante.. il punto che mi ha incuriosito di più era quello di… parlare troppo!
eh eh già, io sono piuttosto brava a parlare per ore dando dettagli e teorie.. senza rendermi conto che ho perso l’attenzione e l’efficacia alla quarta parola 🙂
grazie delle informazioni mi hai dato modo di riflettere molto. Sai io per esempio non ho mai avuto mezzo problema con le mie figlie perché da subito ho impostato regole comportamentali quindi loro ci sono cresciute in modo coerente e senza mai opporsi perché appunto naturali. Nel mio caso però non hanno subito influenze negative di parenti e altre figure che potessero dare cattivi esempi.
Grazie per la tua testimonianza Sheila!
Figli per me è ancora presto, però è davvero carino questo articolo!
Articolo molto utile, non sono mamma ma insegnante e non sapevo tutti i contesti della disobbedienza
Grazie mille Amalia, sono contenta che l’articolo ti sia utile! Immagino che il contesto scolastico presenti caratteristiche proprie rispetto a quello di casa, con sfide anche molto diverse.
un post davvero utile sia per i genitori che non
non credevo fossero cosi tanti e comuni i contesti che favoriscono la disobbedienza
Magari avessi avuto dei genitori che abbiano pensato ai miei comportamenti. Gliel’ho dovuto spiegare io un po’ di tempo fa che, quando io facevo delle cose esagerate, era solo per attirare la loro attenzione o per fargli capire che il loro comportamento nei miei confronti non mi piaceva. Sono la più grande di due figli, e purtroppo i più grandi sono sempre i meno calcolati, sono i meno coccolati, sono quelli che devono dare l’esempio, sono quelli che devono aiutare la mamma a fare tutto mentre quelli più piccoli tendenzialmente non fanno mai una mazza, ma loro possono perché sono più piccoli. Quando mia mamma o mio papà mi sgridavano, io andavo a chiudermi in camera lasciandoli e facendoli incavolare ancora di più. Purtroppo però ci sono genitori che pensano che facendo così sia meglio per te, perché cresci sapendo cosa sia giusto o sbagliato. E invece cresci con tante paure, ansie, traumi assurdi, come è capitato a me. Ma per fortuna ci sono anche dei genitori come te, che hanno capito qualcosa dal comportamento dei loro figli, cercano di migliorare e aiutano anche gli altri a farlo. Grazie-
Ciao Erika, grazie per la tua testimonianza toccante. Da quello che mi dici, mi sembra che comunque i tuoi genitori abbiano agito con le migliori intenzioni.. e purtroppo non è sempre facile sapere a priori quale sia il modo giusto, la certezza ahimé arriva sempre dopo. Mi pare però che tu abbia una grande auto-consapevolezza e profondità, e questo è un grande dono! La tua esperienza sicuramente ti aiuterà ad affrontare altre sfide 🙂
Non ho figli, quindi me ne intendo davvero poco, ma ho trovato l’articolo molto interessante, e lo farò leggere alle mie amiche che hanno figli.
Grazie Deborah!